Gas: interconnessione Polonia – Lituania. Fine dell’isolamento energetico dei Paesi Baltici
«Migliora la sicurezza dell’approvvigionamento e la resilienza del mercato dell’energia Ue»
[15 Ottobre 2015]
Oggi il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, si è complimentato per la firma della convenzione di sovvenzione per il progetto Gas Interconnector Poland – Lithuania (GIPL) che punta a realizzare il primo gasdotto che collegherà la Polonia e la Lituania. L’accordo permetterà ai promotori di avviare i lavori di costruzione per terminare la costruzione del gasdotto entro il dicembre 2019. I Paesi Baltici e la Polonia incaricheranno i loro ministri all’energia di seguire la messa in opera del progetto e di controllare che i lavori rispettino il calendario convenuto. Il costo totale del GIPL sarà di 558 milioni di euro. Il gasdotto sarà lungo 534 km, dei quali 357 in territorio polacco e 177 in Lituania.
La Commissione europea sottolinea che «Questa interconnessione gasiera metterà fine al lungo periodo di isolamento della regione del Baltico e trasporterà l’energia necessaria per insufflare un nuovo slancio all’economia della regione». Si tratta di 2,4 miliardi di m3 di gas all’anno che dalla Polonia andranno verso la Lituania, mentre la Lituania rimanderà in Polonia un miliardo di m3 all’anno.
Oggi, alla presenza di Juncker, della premier polacca Ewa Kopacz, della presidente lituana Dalia Grybauskaitė, della primo ministro lettone Laimdota Straujuma e del premier estone Taavi Rõivas, è stato firmato un accordo che, secondo l’Ue e i leader baltici, «Segna anche un passo avanti per quel che riguarda il miglioramento della sicurezza dell’approvvigionamento e della resilienza del mercato dell’energia europea». Quel che non viene mai nominato è quello che evidentemente viene ritenuto dai Paesi Baltici e dall’Ue il colpevole di questa mancate sicurezza e resilienza: la Russia. Anche se i Paesi baltici sono attraversatio da gasdotti che portano gas russo, anche quello che rifornisce l’enclave russa sul Baltico di Kaliningrad, stretta proprio tra Polonia e Lituania.
La Commissione Ue spiega invece in un comunicato che «Un elemento centrale della strategia europea per l’Unione dell’energia consiste nel costruire i collegamenti mancanti dell’infrastruttura energetica. La solidarietà di cui danno prova gli Stati membri partecipanti dimostra come, coniugando gli sforzi, si possono rendere tutte le regioni dell’Unione europea più forti e resilienti di fronte ad eventuali penurie. Gli Stati partecipanti si sono impegnati a proseguire la loro cooperazione per rafforzare ancora l’integrazione della regione nell’ambito del mercato interno dell’energia dell’Ue. La Commissione si è impegnata a creare i collegamenti che permettano di inviare energia là dove i bisogni sono più grandi e a fare in modo che ogni Stato membro abbia accesso ad almeno tre fonti distinte di approvvigionamento energetico. La costruzione di interconnessioni transfrontaliere mancanti tra la regione del Baltico e il resto del mercato dell’eergia dell’Unione è una delle sue priorità».
Secondo Juncker, «La dichiarazione firmata oggi è l’espressione della solidarietà europea. Vediamo dei leader prendere delle decisioni responsabili per accrescere la nostra sicurezza di approvvigionamento e rafforzare la nostra resilienza. Abbiamo fatto molto più che mettere fine all’isolamento dei Paesi Baltici: mettendoci d’accordo su un’infrastruttura che ci unirà invece di dividerci, facciamo fare alla regione un vero passo avanti».