Genova: nuovo terminal offshore per il petrolio
La Porto Petroli spa ha presentato il progetto, ora sottoposto a Valutazione di Impatto Ambientale. E nessuno contesta la strada del greggio
[8 Agosto 2013]
Al petrolio non si può mai dir di no. E così passa in sordina l’avanzamento del progetto per un nuovo terminal offshore per il trasporto di greggio dalle petroliere a terra, presentato a Genova.
A presentare la domanda al Ministero dell’Ambiente è la Porto Petroli spa, azienda che da decenni occupa una parte della costa genovese di Moltedo con la lavorazione del greggio, poi stoccato e distribuito verso il Nord Italia e la Germania. Ad oggi al Porto Petroli la produzione è drasticamente diminuita rispetto a qualche anno fa: prima il graduale calo di domanda e non ultima la mareggiata del 2008 che ha distrutto una delle boe offshore presenti, hanno colpito la mole complessiva di petrolio movimentato.
Del nuovo offshore si parla da anni e lo stesso mondo ambientalista ha sempre guardato con favore all’operazione, che di fatto sposterebbe l’attività di scarico del greggio a 3 km dalla costa mentre ora è a ridosso dell’abitato, con tutti i rischi ambientali e per la salute pubblica che ne conseguono. Una di quelle opere in gestazione da lungo tempo e che in questo periodo vive un’accelerata dato che stata inserita nelle previsioni di ampliamento di Fincantieri.
Il piano – inserito in uno specifico Accordo di Programma – parla di una riduzione dello spazio in banchina dedicato al Porto, per il potenziamento produttivo delle attività cantieristiche e l’espansione a mare dello stabilimento Fincantieri, «con contestuale salvaguardia dei livelli di attività e delle funzionalità operative del Porto petroli, da assicurarsi attraverso la realizzazione e l’utilizzo di un nuovo impianto off‐shore». Contestualmente si prevede la dismissione dell’accosto di levante del pontile ‘Delta’ del Porto Petroli e l’attuale boa, distrutta appunto dal 2008 e mai ricostruita.
Costo stimato dell’intervento 50 milioni di euro – si diceva nel 2010 ma è probabile che sia lievitato – a carico della stessa società, che dovrà occuparsi anche delle infrastrutture a terra e della riorganizzazione dell’area complessiva. Gli enti locali da tempo prevedono anche lo spostamento di due aziende che si occupano di distribuzione e stoccaggio di prodotti petroliferi – la Carmagnani e la Superba – che hanno sede alle spalle del porto.
Il progetto del nuovo Terminale Offshore prevede la realizzazione di una boa monormeggio ancorata al fondo del mare, posta a circa 3 km di distanza dal Porto. Un PLEM sottomarino per l’alloggiamento delle valvole di sezionamento del sistema, due condotte sottomarine di lunghezza pari a circa 3.3 km e
il terminale a terra, localizzato all’interno del Porto Petroli di Multedo. Il nuovo terminale servirà per lo scarico greggi da navi fino a 280,000 DWT, e permetterà di razionalizzare l’insieme degli accosti di tutto il bacino di Multedo.
Quanto alle interferenze ambientali, nel progetto sottoposto a Valutazione di Impatto Ambientale sono state tutte stimate come “trascurabili”. In particolare, nell’area marina coinvolta, che rientra nel Santuario Internazionale dei Mammiferi Marini, si parla solo di una “potenziale presenza di tursiopi”, verso i quali l’impatto non è considerato dannoso. I rischi di incidenti e soprattutto di sversamenti nelle acque durante la fase di scarico del greggio appaiono quasi remoti e comunque non tali da compromettere l’intervento. Vero è che la boa non è di grandi dimensioni e l’area è già fortemente antropizzata e industrializzata, ma è proprio in vista di una necessaria e generale riconversione energetica che progetti come questo appaiono, in ogni caso, di troppo.
Potrebbe essere per Genova l’inizio di una nuova fase: smantellamento dell’attuale impianto offshore non funzionante, bonifica e nuova destinazione, con il superamento definitivo di una lavorazione, quella del petrolio, ormai alla fine dei suoi giorni. Ma sembra invece che la direzione sia un’altra.
A fine giugno c’è stato l’avvio della Valutazione di Impatto Ambientale, i cui termini per la presentazione di osservazioni scadono il prossimo 20 agosto. Ad oggi né comitati né soggetti politici hanno sollevato obiezioni.