I pirati del Golfo di Guinea si stanno trasformando in ladri di petrolio

Onu: la lotta alla pirateria funziona ma deve continuare. Partecipa anche l’Italia

[23 Novembre 2022]

Secondo la sottosegretaria generale Onu per l’Africa e del Department of political and peacebuilding affairs (DPPA), Martha Ama Akyaa Pobee, «Dall’aprile 2021, gli atti di pirateria in mare nel Golfo di Guinea hanno continuato a diminuire, ma è troppo presto per trarre conclusioni sull’inesorabile declino di questo flagello. Questa pirateria porta quasi 2 miliardi di dollari ogni anno alle reti criminali coinvolte. Più pattugliamenti navali dagli stati costieri e un maggiore dispiegamento di navi da parte di partner internazionali sono stati un deterrente. Contano anche due condanne per autori di pirateria e furto in Nigeria e Togo».

Ma nel suo intervento di fronte al Consiglio di sicurezza dell’Onu la Pobee ha invitato a restare vigili e ha spiegato come si sta evolvendo questa minaccia: «I gruppi di pirati si stanno adattando alle mutevoli dinamiche sia in mare che nelle zone costiere. A questo proposito, la recente diminuzione dei casi di pirateria può essere in parte attribuibile allo spostamento delle reti criminali verso altre forme di criminalità marittima e fluviale, come il bunkeraggio e il furto di petrolio, che probabilmente considerano sia meno rischiose che più redditizie».

In questo contesto in evoluzione, la sottosegretaria Onu ha invitato le Communautés économiques des États de l’Afrique centrale (CEEAC) e dell’Afrique de l’Ouest (CEDEAO), così come la Commission du golfe de Guinée, a «Rafforzare la loro cooperazione per creare l’ambiente sicuro nella regione previsto dal Codice di condotta, noto come “Code de Yaoundé”», che nel 2023 celebrerà il suo decimo anniversario. La Pobe ha ricordato che «L’adozione di questo codice di condotta ha portato alla creazione di un meccanismo di sicurezza marittima interregionale, denominato architettura di Yaoundé, volto a ottimizzare la cooperazione marittima in tutto il Golfo di Guinea».

La Segretaria esecutiva della Commission du golfe de Guinée, Florentina Adenike Ukonga, ha richiamato l’attenzione sul ruolo svolto dal Centre interrégional de coordination pour la mise en œuvre de la Stratégie régionale de sécurité et de sûreté maritimes en Afrique centrale et de l’Ouest nel raggiungimento dei buoni risultati conseguiti negli ultimi mesi.  E la direttrice esecutiva dell’United Nations Office on Drugs and Crime (UNODC), Ghada Fathi Wali, ha accolto con favore la cooperazione con le oreganizzazioni regionali.  Secondo la  Wali, tra le ragioni che hanno portato al declino della pirateria marittima ci sono: «La volontà politica dimostrata dei governi della regione, migliori finanziamenti per le agenzie marittime, attività di advocacy da parte delle organizzazioni regionali, l’applicazione delle leggi che criminalizzano la pirateria e i crimini commessi in mare o la cooperazione con l’Unione europea». Ma aggiunto che non si può dichiarare vittoria contro i pirati e ha sottolineato la necessità di «Capitalizzare l’attuale slancio per fornire maggiori risorse all’architettura di Yaoundé, anche attraverso una maggiore assistenza logistica e legale ai Paesi colpiti. La Waly ha sottolineato la necessità di «Rispondere rapidamente alle mutevoli tendenze della pirateria per impedire che la minaccia prenda semplicemente una forma diversa. Occorre sviluppare un quadro regionale per espandere la cooperazione e una maggiore  vigilanza contro la possibilità che gruppi terroristici nel Sahel si colleghino con imprese criminali nelle regioni costiere».

La direttrice esecutiva dell’UNODC ha anche evidenziato «Lla necessità cruciale di affrontare le cause profonde della pirateria nel Golfo di Guinea lavorando con le comunità costiere vulnerabili. Queste popolazioni stanno anche affrontando sfide come il degrado ambientale e la perdita di biodiversità, alimentate dai cambiamenti climatici e dalla pesca illegale.  I criminali in mare devono essere fermati e ritenuti responsabili, ma per garantire una risposta veramente sostenibile, è necessario prestare la dovuta attenzione alle persone che potrebbero diventare dei criminali, ai fattori che li spingono a farlo e alle persone più colpite. Dobbiamo perseguire strategie di prevenzione della criminalità basate sulla comunità e impegnarci con i giovani a rischio ed emarginati per coltivare abilità personali e sociali, prevenire comportamenti rischiosi e offrire loro opportunità. L’UNODC sta sostenendo lo sviluppo di strategie di prevenzione della criminalità basate sulla comunità nella regione del delta del Niger in Nigeria, che spero vengano replicate in altre comunità costiere».

Anche i  rappresentanti dell’Unione Africana e dell’Unione Europea hanno presentato alcune delle modalità della cooperazione sul campo delle organizzazioni regionali. Ricordando l’attuazione del concetto pilota di presenza marittima coordinata dell’Ue nel Golfo di Guinea nel gennaio 2022, Nura Abdullahi Yakubu, capo della pianificazione marittima per l’Unione africana, ha evidenziato che «Attualmente la Danimarca, la Spagna, la Francia, l’Italia e il Portogallo partecipano a questo sistema impegnando risorse navali destinate in particolare a mantenere almeno una nave stabilmente nella regione».

Silvio Gonzato, dell’Unione europea, ha annunciato che «L’Ue sta valutando una misura di assistenza nell’ambito dello European Peace Facility, per sostenere gli attori militari in alcuni stati costieri».

La Pobee ha ricordato che a ottobre ci sono state  esercitazioni marittime contro la pirateria e la pesca illegale in un’area che va dal Senegal all’Angola, coinvolgendo 17 paesi del Golfo di Guinea e 8 partner internazionali e ha avvertito: «Al momento, non ci sono prove certe che suggeriscano potenziali o possibili collegamenti tra gruppi terroristici e pirati. Tuttavia, affrontare le cause alla base dello scivolamento nella criminalità, come la disoccupazione di massa che affligge i giovani delle comunità costiere, servirà in ultima analisi a contenere entrambe le minacce ». Accogliendo con favore gli sforzi intrapresi dai Paesi dell’Africa centrale per sviluppare una blue economy  nell’area ECCAS, la Pobee ha rilevato che «L’Onu e  la Banca mondiale stanno rafforzando la loro cooperazione per contrastare i fattori di precarietà e migliorare l’accesso ai servizi pubblici di base in queste comunità» e ha concluso: «La lotta alla pirateria e alle rapine a mano armata in mare nel Golfo di Guinea richiede un approccio globale e a lungo termine simile al quadro per il raggiungimento degli Obiettivi di sviluppo sostenibile».