I rifiuti nucleari europei e il ruolo dell’Ispra: il programma Dwm
[28 Ottobre 2013]
I progressi compiuti nell’attuazione del programma di disattivazione e gestione dei rifiuti nucleari (programma Dwm) degli impianti nucleari gestiti dal Centro comune di ricerca (Jrc) sono notevoli rispetto all’ultima comunicazione pubblicata nel 2009. E lo sono soprattutto in alcune delle attività più rilevanti, come quelle svolte presso la sede del Jrc di Ispra in Italia.
E’ questo quanto emerge dalla comunicazione della Commissione al Consiglio e al Parlamento europeo “Disattivazione degli impianti nucleari e gestione dei rifiuti radioattivi: gestione delle responsabilità nucleari derivanti dalle attività svolte dal Centro comune di ricerca (Jrc) nell’ambito del trattato Euratom”. Una comunicazione che vuole fornire informazioni sullo stato di aggiornamento del programma Dwm, che concerne gli impianti nucleari presso i siti di Ispra, Karlsruhe, Petten e Geel. Un aggiornamento che verte sugli sviluppi successivi al l’ultima comunicazione (2008-2012) e che presenta anche alcune previsioni per il futuro.
Le principali attività del programma sono svolte in Italia all’Ispra, che ospita gran parte degli impianti nucleari dismessi del Jrc; negli altri siti nucleari del Jrc – Karlsruhe (Germania), Petten (Paesi Bassi) e Geel (Belgio) -, le attività di disattivazione sono per il momento relativamente limitate, visto che gli impianti nucleari di questi tre siti sono tuttora in esercizio. Qui in Italia sono proseguite le attività di predisattivazione relative allo smantellamento di attrezzature non più utilizzate connesse a precedenti lavori di ricerca e alla rimozione fuori dal sito del combustibile nucleare e di altre materie nucleari obsolete.
Dunque il Jrc di Ispra ha concentrato le sue attività sulla progettazione e costruzione, nel sito italiano, di propri impianti di caratterizzazione, trattamento e condizionamento dei rifiuti in vista della disattivazione, nonché sulla realizzazione di un impianto di deposito temporaneo in loco. Infatti, ultimata la disattivazione, tutti i rifiuti prodotti presso il sito dovranno – dopo il condizionamento – essere immagazzinati in loco fintanto che non saranno disponibili sul territorio italiano depositi temporanei o definitivi per i rifiuti nucleari. Nel frattempo, la maggior parte delle materie nucleari obsolete è stata trasferita fuori dal sito o sta per essere trasferita a terzi.
Rispetto alla precedente comunicazione, la strategia di riduzione del rischio ha consentito alcuni miglioramenti dell’organizzazione interna e ha portato alla firma – il 27 novembre 2009 – di un accordo transattivo tra la Comunità europea dell’energia atomica e il Governo italiano, che verte su una molteplicità di aspetti. Ossia il trasferimento della responsabilità per la disattivazione del reattore Ispra-1 al governo italiano come compensazione per le responsabilità italiane connesse ad attività di ricerca nucleare condotte anteriormente nel sito Jrc-Ispra; le condizioni per il trasferimento di tutti i rifiuti presenti nel sito Jrc-Ispra al futuro Deposito Nazionale italiano prima della conclusione del programma Dwd; la limitazione del rischio di un successivo ricondizionamento dei rifiuti in caso di modifiche dei criteri italiani di accettabilità dei rifiuti.
Le prossime fasi consisteranno nell’intraprendere una serie di azioni e di accordi con i relativi partner esterni sul calendario previsto per l’esecuzione dell’accordo e in particolare per il trasferimento della licenza del reattore Ispra-1. Ma anche sulla procedura autorizzativa regolamentare e sull’importo totale dei costi per lo smaltimento definitivo dei rifiuti, in particolare dalle sedi Jrc-Ispra e Jrc-Karlsruhe. E anche una serie di azioni e accordi che identifichino le condizioni di trasferimento del reattore ad alto flusso del sito Jrc di Petten al momento della sua futura chiusura e al termine dei lavori di smantellamento.
E’ la direttiva del 2011 (2011/70/Euratom) che istituisce un quadro comunitario per la gestione responsabile e sicura del combustibile esaurito e dei rifiuti radioattivi e che impone agli Stati membri di elaborare e comunicare alla Commissione, entro il mese di agosto 2015, i programmi nazionali per la gestione del combustibile esaurito e dei rifiuti radioattivi di loro giurisdizione, dalla produzione fino allo smaltimento definitivo. Questo perché – così come sostiene il Jrc – l’elaborazione di programmi nazionali può contribuire a ridurre le incertezze rispetto ai criteri di accettabilità dei rifiuti e alle stime dei costi.
Il settore nucleare rappresenta attualmente circa un quarto delle attività del Jrc. E a norma del trattato Euratom, il Jrc è tenuto a gestire le proprie “responsabilità” nucleari e a provvedere alla disattivazione dei suoi impianti definitivamente dismessi. A tale scopo, è stata creata una specifica linea di bilancio in accordo con il Parlamento europeo e il Consiglio.