Il 56% dei messicani sostiene López Obrador. E i Verdi si buttano a sinistra
Il 70% vuole che lo Stato gestisca le risorse naturali del Messico
[26 Aprile 2021]
Pur tra mille contraddizioni il primo governo di sinistra del Messico, quello del presidente Andrés Manuel López Obrador (AMLO), sembra essere piaciuto ai messicani che, secondo i sondaggi, lo dovrebbero riconfermare alle elezioni del 6 giugno.
Infatti, dall’ultimo sondaggio effettuato dal Centro Estratégico Latinoamericano de Geopolítica (CELAG) emerge che il 56% dei messicani ha un’immagine positiva del presidente AMLO che ha iniziato il suo mandato nel dicembre 2018, mettendo fine al dominio incontrastato del Partido Revolucionario Institucional (PRI) che poi si è alternato al potere con il Partido Acción Nacional (PAN).
Secondo 6 messicani su 10, López Obrador si è «impegnato nei confronti dei più bisognosi» ed è risultato credibile. Ed è proprio sulla scarsa credibilità di AMLO che avevano puntato – evidentemente sbagliando – l’opposizione di centrodestra e il Partido de la Revolución Democrática (PRD), l’ex Partito di AMLO che, dopo il suo abbandono, si è rapidamente trasformato da forza di sinistra in una compagine minore che guarda sempre più a destra.
Il 58 % dei messicani consultati telefonicamente a livello nazionale, sottolinea le caratteristiche positive del Capo di Stato messicano, tra le quali: apertura al dialogo, intelligenza e capacità di leadership.
Per quanto riguarda la gestione della pandemia di coronavirus da parte del governo messicano, il 65% valuta positivamente la campagna di vaccinazione che si sta portando avanti.
Il CELAG ha sottolineato che i messicani chiedono «La presenza di uno Stato attivo, dal momento che il 70% degli intervistati vuole che lo Stato amministri le risorse naturali del paese, invece del settore privato. La stessa percentuale sostiene programmi di welfare e assistenza sociale per le persone con minori risorse».
Insomma, la ri-nazionalizzazione della Pemex. L’azienda petrolifera di stato che PRI e PAN stavano svendendo a pezzi alle multinazionali statunitensi e la decisione di costruire grandi raffinerie per realizzare carburante made in Mexico, sembrano essere graditye ai messicani, che apprezzano anche le politiche sociali messe in piedi dal primo governo di sinistra del Paese,
Un gradimento che si riflette nelle risposte alla domanda sull voto alle elezioni del 6 giugno: il 54% ha detto che voterebbe per la coalizione di sinistra Juntos Hacemos Historia (Movimiento Regeneración Nacional – Morena, Partido del Trabajo, Partido Verde Ecologista), solo il 37% sosterrebbe la coalizione Va por México formata da una disperata alleanza tra PRI, PNA E PRD che ha perso anche i Verdi (che si erano presentati con il PRI) che ora sono passati con la sinistra.