Il cancelliere tedesco a Israele e Usa: l’accordo nucleare con l’Iran non può più essere rinviato
Progressi nei negoziati a Vienna. Iran: pronti a un accordo ma non aspetteremo per sempre gli Usa
[2 Marzo 2022]
Durante la sua visita ufficiale a Israele, il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha detto che «L’accordo nucleare con l’Iran non può più essere rinviato. Quello che vorremmo vedere è che a Vienna si raggiunga un accordo. Ora è il momento di prendere una decisione. Questo non dovrebbe essere più rinviato e non può più essere rinviato».
Scholz ha pronunciato queste impegnative parole durante una conferenza stampa congiunta con il primo ministro israeliano, Naftalí Bennett, che non l’ha presa molto bene e ha ribattuto che «Isreale ha la responsabilità di garantire che la repubblica islamica dell’Iran non possieda mai armi nucleari. La possibilità di firmare un accordo che consenta all’Iran di installare centrifughe su larga scala in pochi anni non è per noi accettabile. Israele saprà come difendersi e garantire la sua sicurezza e il suo futuro. Spero che i nostri alleati nel mondo non sostengano il fatto che Teheran possa installare in maniera massiccia centrifughe in due anni e mezzo».
La Germania è sicuramente un alleato di Israele, ma evidentemente la guerra in Ucraina sta portando i Paesi occidentali a “liberarsi” dei conflitti minori e a sopire contrasti con possibili alleati di Mosca.
La dichiarazione del cancelliere tedesco è importante perché la Germania fa parte del Gruppo G5+1 (insieme a Usa, Russia, Cina, Francia e Regno Unito) che tratta da anni con Teheran e che aveva raggiunto un accordo con l’Iran poi stracciato da Donald Trump.
Nonostante l’uranio per far funzionare gli impianti nuc leari iraniani sia fornito dalla Russia, la visita del cancelliere tedesco coincide con un significativo progresso dei negoziati in corso nella capitale austriaca, ai quali partecipa anche l’Unione Europea, per la firma di un nuovo accordo nucleare.
Ieri c’erano state però nuove frizioni tra iraniani e statunitensi. Il portavoce del Dipartimento di Stato Usa aveva minacciato di ritirarsi dai colloqui sul nucleare iraniano qualora Teheran adottasse una posizione dura e il portavoce del ministero degli esteri iraniano, Saeed Khatibzadeh, aveva subito ribattuto che «La Repubblica islamica dell’Iran è pronta per un accordo, ma non aspetterà per sempre. E’ da anni che gli Usa si sono ritirati dal Barjam (Joint Comprehensive Plan of Action – JCPO, accordo sul nucleare iraniano, ndr), quindi bisogna assicurarsi che ciò non accadrà di nuovo. Se la Casa Bianca prende la sua decisione, l’accordo è pienamente a portata di mano e l’Iran è pronto a farlo, ma non aspetterà per sempre».
Probabilmente anche per questo Scholz, scegliendo la platea più ostile a Teheran, ha deciso di mandare un messaggio agli statunitensi perché chiudano questa partita, smorzando un fov colaio di tensione attizzato da Putin, anche se questo farà arrabbiare gli alleati israeliani ai quali finora è stata consentita assoluta libertà di manovra.