Il consumo di gas in Austria cala di un quarto, ma la dipendenza dal gas russo “embargato” arriva al 98%

Il governo austriaco: è un fallimento del mercato energetico. L’obbligo di diversificazione dovrebbe ridurre la quota di gas russo

[13 Febbraio 2024]

Il governo austriaco ha rivelato un paradosso che dimostra quanto siano flessibili e derogabili le draconiane misure europee di embargo verso la Russia per la guerra in Ucraina. Come spiega in una nota lo stesso governo, «Negli ultimi decenni l’Austria è diventata fortemente dipendente dalle forniture di gas russo. L’ultimo grande passo verso questa dipendenza è stata l’estensione dei contratti di fornitura a lungo termine per il gas naturale russo nel 2018. Queste decisioni sbagliate hanno fatto sì che all’inizio della guerra d’aggressione russa l’Austria si rifornisse già per l’80% del gas da Russia. Negli ultimi due anni il governo federale ha adottato ampie misure per ridurre queste dipendenze. Ciò include il sostegno alle piattaforme comuni europee di acquisto del gas a livello Ue o alla legge sulla diversificazione del gas».

La ministra verde per la protezione climatica, Leonore Gewessler, ha ammesso che «La nostra dipendenza dal gas naturale russo mette in pericolo la prosperità, la sicurezza e il futuro del nostro Paese. Il nostro obiettivo è: uscire dal gas naturale russo. In quanto Paese sovrano, non possiamo semplicemente accettare che la quota di gas russo aumenti invece di diminuire. Ecco perché presenteremo le prossime misure».

E la putiniana Russian Television – RT non si fa scappare l’occasione per rigirare il coltello nella piaga delle contraddizioni occidentali: «La quota delle importazioni di gas dell’Austria dalla Russia ha continuato a crescere, raggiungendo il livello record del 98%. Il mese prima la quota era del 76%. Mentre la maggior parte dei Paesi dell’Ue ha tagliato le importazioni di gas russo a causa del conflitto in Ucraina, l’Austria, che copre circa l’80% del suo consumo interno con carburante proveniente dal Paese colpito dalle sanzioni, ha in realtà aumentato gli acquisti. Vienna ha cercato di porre fine alla sua decennale dipendenza dal gas russo a prezzi accessibili sin dall’inizio del conflitto in Ucraina. Tuttavia, non è riuscita a trovare fornitori alternativi poiché le importazioni da altri paesi si sono rivelate molto più costose».

E il governo austriaco conferma: «La quota di gas naturale russo è ancora decisamente troppo elevata. Sebbene sia diminuito notevolmente su un periodo più lungo a partire dall’estate 2022, negli ultimi mesi abbiamo osservato nuovamente un aumento. Nel dicembre 2023 la percentuale di gas russo era addirittura del 98%. Si tratta del massimo storico dall’inizio della guerra di aggressione. Questo sviluppo dimostra che gli attori del mercato liberalizzato del gas stanno facendo troppo pochi sforzi per ridurre la nostra dipendenza. Un’altra ragione di questo sviluppo è che nei contratti di consegna di OMV è concordato un obbligo di acquisto fisso (take or pay). Quindi deve pagare comunque, anche se non viene acquistato il gas russo. Questi accordi bavaglio comportano una maggiore percentuale di gas naturale russo, con un consumo complessivo di gas in calo e volumi di importazione che rimangono invariati».

Il tutto mentre le politiche di risparmio energetico e di utilizzo delle energie rinnovabili hanno avuto successo: il consumo di gas in Austria è diminuito di un quarto, passando da 100,3 terawattora nel 2021 a 75,6 terawattora nel 2023.

RT aggiunge beffardamente che «L’OMV, che copre circa il 30% del fabbisogno di gas dell’Austria, è stata tra le prime ad accettare di pagare il gas russo in rubli nell’ambito del nuovo meccanismo di regolamento introdotto da Mosca per i “Paesi ostili” che hanno imposto sanzioni alla Russia. Il capo dell’impresa, Alfred Stern, affermò allora che l’abbandono del gas russo era impossibile per l’Austria e che avrebbe avuto conseguenze disastrose per la sua economia e la sua sicurezza energetica, ha indicato che l’OMV rispetterà il suo contratto a lungo termine con Gazprom e non ha intenzione di recedere dall’accordo in tempi brevi». Il contratto con il colosso russo del gas è stato firmato nel 2018 e durerà fino al 2040.

La Gewessler evidenzia che «Attualmente stiamo assistendo a un chiaro fallimento del mercato. C’è abbastanza gas naturale non russo, ma le compagnie energetiche non lo comprano. Se il mercato fallisce, lo Stato deve intervenire. Sono convinta che sia giunto il momento di introdurre un requisito legale di diversificazione. E mi rivolgo anche a tutti i responsabili in Parlamento: facciamo ora il passo successivo».

Il ministero della protezione climatica austriaco sottolinea che «L’elevata dipendenza dalle forniture di gas russe rappresenta un grave rischio economico e di sicurezza per l’Austria: negli ultimi due anni è stato dimostrato che la Russia utilizza le forniture energetiche come arma, provocando così incertezza, inflazione e destabilizzazione. Già nel 2022 Gazprom ha ridotto unilateralmente i volumi di fornitura, provocando così un massiccio aumento dei prezzi sul mercato austriaco del gas. È quindi essenziale per la sicurezza del nostro Paese rafforzare l’indipendenza del nostro approvvigionamento energetico.

Poiché i partecipanti al mercato in questo settore non si assumono sufficientemente le proprie responsabilità, il Ministero per la protezione climatica propone ulteriori misure per garantire l’indipendenza. Le proposte legali richiedono la maggioranza costituzionale del parlamento. Riteniamo che sia urgentemente necessario un dibattito rapido e globale sui prossimi passi nell’interesse della sicurezza dell’Austria e desideriamo fornire le basi necessarie».

E il governo austriaco dà ragione alla putiniana RT e annuncia un duro scontro con OMV e altre compagnie energetiche: «Un motivo importante per l’elevata dipendenza è il fatto che i fornitori di energia continuano ad acquistare gas naturale russo. Ciò spesso avviene non solo attraverso contratti di fornitura diretta, ma anche attraverso la borsa del gas. Gli interessi economici superano la responsabilità per un approvvigionamento energetico sicuro. Gli ultimi mesi hanno dimostrato che l’attuale fallimento del mercato richiede l’intervento del governo. Le nuove regole sul mercato del gas, attualmente in fase di definizione a livello Ue, forniscono ora agli Stati membri la possibilità di limitare le consegne dalla Russia. Per questo motivo le aziende energetiche che riforniscono i clienti austriaci di gas naturale dovrebbero essere obbligate dalla legge sull’industria del gas a poter sostituire il guasto della principale fonte di approvvigionamento con altre fonti di approvvigionamento. Questo significa che il fallimento del fornitore più grande deve poter essere compensato in qualsiasi momento attraverso altri contratti di fornitura. Questo significa che per tutti gli operatori del mercato valgono le stesse regole e i fornitori che già oggi si assicurano non sono più in svantaggio. Inoltre, i fornitori di gas devono dimostrare una quota gradualmente crescente di gas naturale non russo. In questo modo garantiamo che quantità sempre maggiori di gas non russo raggiungano effettivamente l’Austria. La prova che il gas non è russo può essere fornita chiaramente, ad esempio acquistandolo tramite la piattaforma comune di acquisto dell’Ue AggregateEU».

Un altro motivo dell’elevata dipendenza è l’accordo bavaglio tra OMV e Gazprom, che prevede obblighi fissi di acquisto per il gas russo. Il ministero per la protezione climatica austriaco spiega che « Per ritirarsi dalle forniture di gas russo, come previsto in Austria e a livello comunitario, devono essere esaminate e attuate tutte le opzioni per la risoluzione del contratto. Gazprom ha già ridotto unilateralmente le consegne nel 2022. Con la scadenza dell’accordo di transito sull’Ucraina c’è nuovamente il rischio che la Russia utilizzi le forniture di gas come arma e non le consegni nella misura prevista. Pertanto il ministero per la protezione climatica sostiene ogni possibilità di recedere dal contratto di fornitura di gas a causa dell’inadempimento unilaterale di Gazprom. Perché porre fine al più presto possibile agli accordi bavaglio è nell’interesse della sicurezza dell’approvvigionamento ed è economicamente sensato. Per migliorare ulteriormente le condizioni quadro, il ministero della protezione climatica incaricherà il Wirtschaftsforschungsinstitut di analizzare i pericoli economici di una dipendenza prolungata e le conseguenze economiche della risoluzione del contratto.

Il ministero austriaco è convinto che la strategia di sicurezza dovrebbe consolidare l’uscita dal gas russo e accusa i precedenti governi di centro-destra di aver trascurato questo aspetto: «E’ necessaria una decisione immediata sulla nuova strategia di sicurezza austriaca. Con l’inizio della guerra d’aggressione russa contro l’Ucraina è diventato dolorosamente evidente l’alto rischio di dipendenza dalle forniture di gas dalla Russia. La Russia utilizza deliberatamente le proprie esportazioni di energia come arma. Questo è particolarmente pericoloso per l’Austria perché da decenni non vengono adottate misure per combattere la crescente dipendenza. Pertanto nella nuova strategia di sicurezza austriaca si dovrebbe tener conto dell’approvvigionamento energetico indipendente. Questo vale sia per la completa indipendenza dall’approvvigionamento energetico russo sia per evitare in futuro una dipendenza unilaterale da altri Paesi. Il Ministero della protezione climatica ha già sviluppato il suo contributo alla nuova strategia di sicurezza. Ora è necessaria una decisione rapida sull’intera strategia per dare stabilità alla politica di sicurezza, dagli aspetti militari all’approvvigionamento energetico.Il Ministero della Protezione del Clima perseguirà ora vigorosamente questi punti e svilupperà la relativa base giuridica per ancorare l’obbligo di diversificazione per i fornitori di gas. Il processo decisionale parlamentare richiede probabilmente una maggioranza costituzionale. Invitiamo quindi tutti i soggetti coinvolti a compiere ulteriori passi nell’interesse dell’indipendenza austriaca».