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Il Decreto del fare prevede la Via statale per gli impianti pilota geotermici

Con la conversione in legge del cosiddetto decreto del "Fare", gli impianti geotermici pilota sono stati inseriti tra i progetti da sottoporre a valutazione d'impatto ambientale di competenza statale
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Il 21 agosto è entrata in vigore la Legge 9 agosto 2013, n. 98, di conversione del Dl n. 69/2013 recante “Disposizioni urgenti per il rilancio dell'economia” e meglio conosciuto come “Decreto del Fare”.

Nella legge  vengono apportate delle specifiche modifiche riguardanti il settore energetico e in particolare al Dlgs. 22/2010, per quanto riguarda i progetti pilota geotermici.

Nel Dlgs. 22/2010 al fine di promuovere la ricerca e lo sviluppo di nuove centrali geotermoelettriche a ridotto impatto ambientale sono considerati di interesse nazionale i fluidi geotermici a media ed alta entalpia finalizzati alla sperimentazione, su tutto il territorio nazionale, di impianti pilota con reiniezione del fluido geotermico nelle stesse formazioni di provenienza e con potenza nominale installata non superiore a 5 MW per ciascuna centrale.

L’impegno complessivo autorizzabile previsto è di 50 MW e per ogni proponente non possono essere autorizzati più di tre impianti, ciascuno di potenza nominale non superiore a 5 MW.

L'autorità competente per il conferimento dei relativi titoli minerari è il Ministero dello sviluppo economico, di concerto con il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, che acquisiscono l'intesa con la regione interessata.

Per questi impianti pilota la competenza per la Valutazione d’impatto ambientale, in base al Dlgs. 22/2010 era la Regione, ma con la modifica apportata con la legge di conversione al decreto del fare, la Via diventa competenza dello Stato.

Allo stato attuale sono dieci i progetti pilota per cui sono pervenute le relative istanze di realizzazione - sino a coprire la potenza massima prevista – al Ministero dello Sviluppo economico e che hanno ricevuto il parere positivo da parte della Commissione CIRM (Commissione per gli idrocarburi e le risorse minerarie).

Di questi progetti pilota quattro sono in Toscana, uno nel Lazio, due in Sicilia e uno in Umbria.

Dei quattro toscani, i progetti di Cortolla, nel comune di Montecatini Val di Cecina in provincia di Pisa, e Lucignano, nel comune di Radicondoli, sono stati presentati dalla società Geonergy assieme a CoSviG ad agosto 2011.

Le due richieste di permessi di ricerca per risorse geotermiche, hanno ottenuto il previsto parere della Commissione per gli Idrocarburi e le Risorse Minerarie (CIRM), e il Ministero dello Sviluppo era dunque  determinato a procedere con l’istruttoria per il relativo conferimento del permesso richiesto e aveva indicato di inoltrare, come previsto, tutta la necessaria documentazione alla Regione.

Documentazione che a questo punto dovrà essere inoltrata invece al Ministero.

Redazione Greenreport

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