Il Kazakistan esporterà petrolio in Germania attraverso gli oleodotti russi
L’embargo contro la Russia non vale per gli oleodotti. E i nemici sembrano più che accomodanti
[16 Gennaio 2023]
La Compagnia di trasporto petrolifero del Kazakistan KazTransOil JSC ha annunciato di aver «Ricevuto conferma dal ministero dell’energia della Federazione Russa per il trasporto nel primo trimestre del 2023 di 300mila tonnellate di petrolio kazako attraverso il sistema dei principali oleodotti di Transneft PJSC in direzione del punto di consegna di petrolio di Adamova Zastava per ulteriore consegna in Germania. Questo è indicato nell’estratto del programma per il transito del petrolio dagli Stati membri della CSI (Comunità degli Stati indipendenti, ndr) attraverso il territorio della Federazione Russa attraverso il sistema dei principali oleodotti, approvato dal ministero dell’energia della Federazione Russa. Questo transito di petrolio sarà effettuato nel quadro dell’accordo tra il governo della Repubblica del Kazakistan e il governo della Federazione Russa del 7 giugno 2002».
Siamo ad un nuovo equilibrismo geopolitico e fossile nelle sanzioni colabrodo contro la Russia per l’invasione dell’Ucraina: la Germania, che dal primogennaio ha ufficialmente interrotto le importazioni di petrolio russo tramite oleodotti – nonostante che l’ultimo embargo dell’Unuone europea esoneri i rifornimenti di greggio dalle sanzioni anti-russe – importerà attraverso gli stessi oleodotti russi petrolio proveniente da un Paese alleato di Putin e che fa parte della CSI insieme a Russia, Armenia, Azerbaigian, Bielorussia, Kirghizistan, Moldova, Tagikistan e Uzbekistan. Il Turkmenista è Stato associato alla CSI e Mongolia e Afghanistan sono osservatori.
Il ministro dell’energia del Kazakistan, Bolat Akchulakov, ha detto che nel 2023 il suo Paese fornirà 1,5 milioni di tonnellate di petrolio alla Germania, con un possibile aumento delle spedizioni future a 7 milioni di tonnellate.
Il portavoce di Transneft Igor Demin ha fatto notare che «I volumi che fluivano dalla Russia alla Germania non possono essere sostituiti dal Kazakistan. Mentre la Russia una volta spediva fino a 20 milioni di tonnellate di petrolio all’anno in Germania e altri 10 milioni di tonnellate in Polonia via Druzhba, il Kazakistan è in grado di pompare solo 3 – 7 milioni di tonnellate».
Il 29 dicembre, la compagnia kazaka KazMunayGas ha richiesto il transito di 1,2 milioni di tonnellate di petrolio nel 2023 attraverso la Russia e il vice primo ministro di Putin, Aleksandr Novak, ha risposto che «La Russia è pronta ad approvare la richiesta del Kazakistan».
La Germania ha confermato che la raffineria di Schwedt aveva prenotato capacità nel sistema di oleodotti per il petrolio kazako da gennaio in poi. Schwedt è la quarta raffineria più grande della Germania, con una capacità di 11,6 milioni di tonnellate di prodotti petroliferi all’anno. Fornisce il 90% del carburante a Berlino. Fino allo scorso settembre il gigante petrolifero russo Rosneft deteneva una partecipazione del 54,17% di Schwedt , poi la Germania ha posto le unità locali della società in amministrazione fiduciaria, affidando il controllo della raffineria all’autorità di regolamentazione del mercato energetico del tedesco.
L’embargo Ue sulle importazioni di petrolio russo trasportato via mare è entrato in vigore il 5 dicembre, ma i flussi di petrolio dell’oleodotto verso gli Stati membri dell’Ue senza sbocco sul mare sono esclusi dal divieto. Germania e Polonia si erano precedentemente impegnate a non avvalersi dell’eccezione e a interrompere le importazioni di greggio russo attraverso l’oleodotto Druzhba dall’inizio del 2023.
A dicembre, la Germania e la Polonia hanno raggiunto un accordo in base al quale Varsavia si è impegnata a fornire a Berlino petrolio sufficiente affinché da gennaio la raffineria di Schwedt potesse funzionare al 70% della capacità. Ma secondo l’amministratore delegato di Transneft Nikolay Tokarev, citato da RIA Novosti, la Russa ha ricevuto ordini per l’acquisto di greggio sia dalla Germania che dalla Polonia, nonostante i due paesi si siano impegnati a non acquistare petrolio russo trasportato via Druzhba. A fine dicembre, Novak ha affermato che «L’Uè avrebbe difficoltà a sostituire le forniture russe di greggio e prodotti petroliferi una volta che gli embarghi entreranno in vigore».
Così, mentre Germania e Polonia forniscono carrarmati e armi all’Ucraina e ne addestrano i soldati per combattere l’invasione russa, continuano a importare petrolio attraverso gli oleodotti russi e i russi sembrano più che accomodanti verso quelli che indicano come i mandanti della guerra ucraina.
Il petrolio fa strani giri e strani effetti: per il petrolio si fanno guerre, ma per il petrolio si fanno anche strani accordi in tempo di guerra e sanzioni.