Il Pakistan pronto ad utilizzare armi nucleari tattiche contro l’India
Le armi nucleari a basso rendimento aumentano il rischio di una guerra nucleare nell’Asia meridionale
[21 Ottobre 2015]
Il ministro degli esteri del Pakistan, Aizaz Chaudhry, ha dichiarato che Islamabad è disposta ad utilizzare armi nucleari a basso rendimento come risposta alla strategia militare indiana Cold Start. Secondo l’analista di politica estera Ankit Panda, del Center for International Maritime Security, «Non è casuale che questa rivelazione sia stata data al momento dell’annuncio della prossima visita del primo ministro pakistano Nawaz Sharif negli USA».
Chaudhry ha detto che «Il Pakistan sta formalizzando i piani per utilizzare bombe nucleari di bassa potenza per prevenire l’avanzata delle truppe indiane, in virtù della dottrina difensiva di New Delhi conosciuta come Cold Start».
Sul giornale giapponese The Diplomat Ankit Panda spiega che «Si tratta della prima occasione nella quale le autorità pakistane hanno riconosciuto la loro intenzione di impiegare armi nucleari low-yield, chiamate anche “tattiche”, in un potenziale futuro conflitto con l’India. L’India attualmente non ha armi nucleari tattiche operative o non ha intenzione di svilupparle. Gli sforzi di ricerca e sviluppo del Pakistan nelle armi nucleari tattiche sono stati un segreto per lungo tempo.
Gli sforzi di ricerca e sviluppo del Pakistan in armi nucleari tattiche sono stati un segreto per qualche tempo. Khalid Kidwai, che è stato più alungo di chiunque altro a capo della Strategic Plans Division del Pakistan, la branca delle forze armate che ha il compito di garantire e mantenere l’arsenale nucleare del Paese, all’inizio di quest’anno aveva richiamato l’attenzione sulle armi nucleari a corto raggio. Anche se gli osservatori spesso distinguono tra armi nucleari lungo raggio e armi nucleari ad alto rendimento armi nucleari “strategiche” e a corto raggio e le armi nucleari “tattiche” a basso rendimento, non esiste alcuna distinzione formale tra i due tipi di armi. Agli occhi della comunità internazionale, anche l’uso di un’arma nucleare a basso rendimento in tempo di guerra segnerebbe una significativa escalation e aumenterebbe il rischio di una guerra nucleare totale tra India e Pakistan. Esperti pachistani, tra cui Kidwai, hanno negato che i piani del Pakistan di rendere operative le armi nucleari a corto raggio potrebbero realisticamente aumentare il rischio di una guerra nucleare nell’Asia meridionale».
Ma in un articolo (Pakistan’s Tactical Nuclear Weapons: Operational Myths and Realities) scritto per lo Stimson Center, Jeffrey D. McCausland sottolinea che «La convinzione di alcuni leader militari pakistani che lo sviluppo, la produzione e l’induzione di armi nucleari tattiche dovrebbe annullare i vantaggi tradizionali indiani mentre facilita la guerra “’sub-convenzionale” è pericolosa e problematica». In particolare, le armi nucleari tattiche abbassano notevolmente la soglia per l’utilizzo di armi nucleari da parte del Pakistan. Chaudhary giustifica tutto questo con la cosiddetta “Cold Start” indiana, che prevede che le forze convenzionali indiane possano condurre operazioni offensive coordinate in Pakistan e arrivare ad una guerra limitata, con blitz offensivi veloci ed agili. Dal punto di vista pakistano, l’utilizzo di armi nucleari tattiche costringerebbe gli indiani a subire pesanti perdite, ma non è detto che il Pakistan si limiterebbe ad utilizzare armi nucleari solo sul proprio territorio, nel tentativo di rallentare un’avanzata indiana: potrebbe anche “prevenirla”.
Panda trova strano che Chaudhary abbia scelto un briefing con la stampa sulla visita di Sharif negli Usa per rendere noti i piani del Pakistan sulle armi nucleari a basso rendimento: « Nelle ultime settimane, a seguito di due distinti report di David Ignatius per il Washington Post e di David Sanger per il New York Times, le voci che gli Stati Uniti stessero progettando di offrire a Islamabad un “accordo nucleare” abbondavano. Con un accordo Usa-Pakistan, il Pakistan avrebbe ottenuto l’accesso alla tecnologia nucleare civile e l’accesso al commercio nucleare globale in cambio di un congelamento della crescita dell’arsenale nucleare di Islamabad». Per molti analisti ci sono molte ragioni per considerare questa una mossa sbagliata e molto rischiosa da parte degli Stati Uniti, ma evidentemente il Grande Gioco asiatico con al centro l’Afghanistan continua e il Pakistan controlla buona parte dei giocatori, a cominciare dalle milizie talebane.
Chaudhary ha chiarito che dalla visita di Sharif a Washington non verrà fuori nessun accordo nucleare sul tipo di quello del G5+1 con l’Iran, ma è difficile che Obama non metta sul piatto la minaccia nucleare pakistana, che ha moto a che fare con il futuro dell’Afghanistan e dell’intera regione. Come spiega ancora Panda: «Washington è comprensibilmente molto sensibile alla possibilità di utilizzo di armi nucleari nell’Asia meridionale e ha storicamente lavorato con il Pakistan per garantire che il suo arsenale nucleare rimanesse fuori dalle mani dei terroristi. Mentre l’intelligence USA è stata per qualche tempo al corrente dello sviluppo delle armi nucleari tattiche del Pakistan, che il ministro degli esteri del Paese che ne parli prima di una visita di Stato, per il Pakistan è un ottimo modo per sottolinearne lo sviluppo. In sostanza, si tratta di un segnale sia per gli Stati Uniti che per l’India rispetto ai suoi potenziali piani di guerra e di combattimento. Così, per Sharif, l’osservazione di Chaudhary sulle armi nucleari tattiche aggiunge un appoggio in più alla posizione pakistana se i negoziati per un accordo sul nucleare dovessero effettivamente iniziare sul serio. Un accordo sul nucleare per il Pakistan potrebbe finire per essere un non-starter, ma chiarendo le condizioni per le armi nucleari tattiche non farà che aumentare le ansie di Washington per possibili conflitti futuri nell’Asia meridionale».
Insomma, il Pakistan sta ancora una volta scherzando con il fuoco, solo che si tratta di un fuoco nucleare che potrebbe bruciare mezza Asia e forse il mondo.