In calo le immatricolazioni di auto elettriche. Motus-E: inadeguato il sistema di incentivi
Le auto elettriche ricaricabili solo nel 7,5% delle aree di servizio autostradali italiane
[3 Agosto 2022]
Secondo l’editoriale mensile dedicato alle immatricolazioni di Motus-E, l’associazione che raggruppa tutti gli stakeholders della mobilità elettrica, sono «In calo le immatricolazioni delle auto elettriche. A luglio 2022, le vendite di auto con possibilità di ricarica (somma di BEV, elettriche pure, e PHEV, veicoli ibridi plug-in) si sono attestate a 8.670 unità, facendo segnare un calo del 24,15% rispetto allo stesso mese del 2021, quando le immatricolazioni sono state 11.431. Le auto elettriche pure registrano un calo delle vendite pari al 29,30%, per un totale di 3.605 unità immatricolate; mentre le vendite delle ibride plug-in segnano una diminuzione del 20,01%, con un totale di 5.065 unità immatricolate nel mese. La quota di mercato delle auto alla spina si ferma al 7,88%.
Motus-E fa notare che i motivi che contribuiscono alla brusca frenata del mercato delle auto elettriche sono diversi: «Luglio 2022 è il primo mese in cui non si registrano immatricolazioni dovute alle consegne delle BEV incentivate con ecobonus 2021. A questo va aggiunto l’effetto della mancanza di prodotto, ovvero delle vetture, drammaticamente legato alla crisi di materie prime, e l’inadeguatezza del sistema di incentivi, già denunciata in passato. Considerando la limitazione dell’Ecobonus al solo canale privato, imposta alle categorie 0-20 e 21-60 gCO2/km, e gli attuali limiti di prezzo, di fatto, stiamo perdendo almeno un 70% della domanda ipotetica di questi veicoli».
E uno dei maggiori disincentivi lo evidenzia il report “Colonnine in autostrada 2022” di InsideEVs.it che fotografa il ritardo del Bel Paese nello sviluppo dell’infrastruttura necessaria per chi deve viaggiare in elettrico.
In Italia sono operativi 30.704 punti di ricarica, contro i 78.729 in Germania e i 65.700 in Francia e InsideEVs, il primo portale globale dedicato alla mobilità elettrica, evidenzia che «L’Italia è in ritardo nello sviluppo dell’infrastruttura di ricarica per le auto elettriche rispetto ai principali paesi europei[1], ma lo è ancor di più quando si parla di colonnine in autostrada».
Il report, aggiornato a luglio, ha mappato per la prima volta la disponibilità effettiva di punti di ricarica all’interno delle aree di servizio dislocate lungo i 6.943 chilometri di rete autostradale, rilevando una disponibilità insufficiente e molto disomogenea sul territorio nazionale: «Su 506 stazioni di servizio operative in autostrada, 59 dispongono di colonnine per un totale 254 punti di ricarica, ma i numeri si riducono a 38 stazioni di servizio e 172 punti di ricarica se si considerano solo le colonnine cosiddette ad “alta potenza” (da 150 a 350 kW), che sono quelle necessarie all’atto pratico per ricaricare in tempi ragionevoli (15-30 minuti a seconda del modello) durante un viaggio, magari per raggiungere una località di vacanza insieme alla famiglia. Per viaggiare serenamente in auto elettrica, ancor più importante del numero assoluto di punti di ricarica è poi l’omogeneità della diffusione sul territorio delle aree di servizio dove sono disponibili le colonnine. Per ogni Regione italiana il report misura questa diffusione come numero di aree di servizio dotate di ricarica ad alta potenza ogni 100 chilometri di autostrada. Se Emilia Romagna e Lombardia, ma anche Valle d’Aosta e Umbria (in proporzione ai chilometri di autostrada), dispongono di più di un’area di servizio attrezzata ogni 100 km, Basilicata, Molise e Sicilia non offrono ancora nessuna stazione costringendo sempre gli automobilisti a uscire dal casello per ricaricare. Più in generale, forti differenze si rilevano fra Nord, Centro e Sud Italia, confermando una volta di più un endemico divario infrastrutturale».
InsideEVs riciorda che «La responsabilità dell’installazione delle colonnine è per legge in capo ai concessionari autostradali, che sarebbero obbligati a dotare le tratte di competenza dell’infrastruttura necessaria o direttamente o attraverso soggetti terzi in subconcessione». Il report sottolinea come buona parte delle concessionarie ancora non si sia mossa con l’unica eccezione di Autostrade per l’Italia che attraverso Free to X sta portando avanti un piano con risultati tangibili (oltre 27 aree di servizio sono già state attrezzate di infrastruttura di ricarica ad alta potenza).
Alessandro Lago, direttore di Motor1.com e InsideEVs.it, conclude: «La fotografia che emerge da questo report conferma l’inadeguatezza dell’infrastruttura di ricarica italiana, con un’aggravante: alle autostrade si doveva dare la priorità così com’è stato fatto in altri Paesi come Francia e Germania, che considerano le reti viarie ad alto scorrimento strategiche non solo per normalizzare l’uso dell’auto elettrica a livello nazionale, ma anche per favorire il turismo straniero di chi viaggia con veicoli a zero emissioni. Dal futuro Governo auspichiamo maggiore sensibilità e interventi concreti per obbligare tutte le concessionarie ad agire. E come InsideEVs.it facciamo una proposta: uno sconto per chi viaggia in auto elettrica ed è costretto ad uscire dell’autostrada per ricaricare a causa della carenza di aree di servizio attrezzate».