La Germania aumenta l’acquisto di gas russo. E l’embargo?
L’Ucraina non compra più gas russo, ma glielo forniscono “a flusso inverso” i Paesi Ue
[7 Luglio 2015]
Secondo l’agenzia ufficiale russa Ria Novosti, i Paesi europei che dicono di prepararsi ad un nuovo “scontro energetico” tra Russia ed Ucraina stanno aumentano intanto le loro riserve di gas russo.
Alexei Miller, Il presidente del colosso gasiero statale russo Gazprom, ,ha fatto sapere che «A luglio l« Germania ha aumentato del 30% il volume dei suoi acquisti di gas russo. In media, all’inizio di luglio, le forniture di gas russo in Germania sono aumentate del 13%in rapporto al mese di giugno. Si si paragona questa cifra con quella del mese di luglio 2014, si constata un aumento del 28,7%».
Insomma, mentre l’embargo impedisce all’Italia di esportare in Russia nettarine, formaggi e prodotti alimentari e la Francia dovrà pagare una penale di 1,2 miliardi di dollari alla Russia per non aver rispettato il contratto di fornitura di due navi da guerra Mistral, la Germania – considerata la mandante politica dell’infinita crisi ucraina diventata guerra – aggira bellamente l’embargo e fa incetta di gas temendo che precipiti la crisi che ha innescato.
Comunque mentre fioccavano embarghi e contro-embarghi tra l’Europa e la Russia, nel 2014 Gazprom è rimasto il più grande fornitore di gas nei Paesi Ue: circa il 42% del gas importato nell’Ue proviene dalla Russia e, secondo gli esperti sentiti da Ria Novosti, «I Paesi europei, in particolare la Germania, la Bulgaria, l’Italia, l’Ungheria e l’Austria, continueranno ad aumentare i loro acquisti. Allo stesso gli europei tempo non scorderanno i rischi di transito», anche perché Russia ed Ucraina (che sta riducendo l’acquisto di gas russo) trovano sempre maggiori difficoltà a mettersi d’accordo sul prezzo del gas e l’Ue si starebbe preparando ad una nuova guerra energetica tra Kiev e Mosca. Insomma i Paesi europei amici dell’Ucraina starebbero facendo scorte di gas dal “nemico” per non trovarsi male quando scoppierà un conflitto che attendono.
I segnali ci sono tutti: dal primo luglio Naftogaz, la compagnia gasiera statale ucraina, ha annunciato la sospensione delle importazioni di gas russo e i negoziati sul prezzo del gas tra Russia, Ucraina ed Ue del 30 giugno a Vienna sono stati un fallimento.
Secondo gli ucraini, il prezzo di 247,18 dollari per 1.000 m3 proposto del primo ministro russo Dmitri Medvedev «E’ insoddisfacente» e Kiev vorrebbe pagare il gas russo solo 200 dollari per 1.000 m3.
Il paradosso di tutta questa vicenda – con due Paesi in guerra non dichiarata ed un embargo occidentale con comode falle – è che intanto stanno aumentando le forniture di gas “a flusso inverso”, cioè del gas russo fornito a Paesi europei che dopo lo rimandano in Ucraina per mitigare la mancanza dello stesso gas russo. Ma anche questo flusso inverso continua a diminuire mentre in Ucraina si pensa già all’imminente autunno ed al freddissimo inverno.
Secondo Valentin Zemlianski, direttore dei programmi energetici del Centro ucraino dell’economia mondiale e delle relazioni internazionali, «La posizione dell’Ucraina comincia a provocare il malcontento nei Paesi membri dell’Ue che cercano di diversificare le forniture provenienti dalla Russia, per esempio acquistando il gas trasportato attraverso il gasdotto Nord Stream. Insomma, gli stessi Paesi che hanno voluto (o subito) il boicottaggio anti-russo per difendere l’Ucraina ora la danneggiano acquistando gas russo che passa dalla Germania.
Un rompicapo che dimostra con quanta superficialità l’Ue si sia infilata nell’avventura ucraina, una superficialità che economicamente sfiora l’avventurismo e il ridicolo.