La Lega Araba contro l’ingerenza dell’Iran. Teheran: «Vogliono sabotare i negoziati sulla Siria»

Ma il Libano si smarca: «Hezbollah non è un’organizzazione terroristica»

[11 Gennaio 2016]

Gli Stati membri della Lega Araba, convocati di urgenza al Cairo su richiesta dell’Arabia Saudita, hanno condannato gli attacchi contro l’ambasciata saudita a Teheran e il consolato di Machhad, in Iran. Il ministro degli esteri degli Emirati Arabi Uniti, Abdallah Ben Zayed Al Nahyane, ha detto: «Condanniamo gli attacchi che hanno preso di mira delle missioni diplomatiche saudite in Iran, l’approccio adottato dagli iraniani nel mondo arabo e l’ingerenza iraniana negli affari interni dei Paesi».

Dal meeting straordinario dei ministri degli esteri della Lega Araba non è venuta una parola sul fatto che ha scatenato la reazione dell’Iran e degli sciiti di tutto il mondo: l’esecuzione del capo religioso sciita Nimr Al-Nimr, oppositore pacifico della monarchia assoluta wahabita saudita, e di altre 46 persone, tra le quali c’erano anche presunti terroristi di Al Qaeda ma anche semplici oppositori della dittatura saudita.    .

L’Arabia Saudita e quelle che ormai possono essere considerate sue colonie politico/economiche:  Bahrein, Sudan, Somalia e Gibuti, hanno rotto le relazioni diplomatiche con Teheran, mentre altri Paesi, come gli mirati Arabi Uniti, il Qatar e il Kuwait hanno ritirato il loro ambasciatori dall’Iran.

A smarcarsi dallo scontro frontale con l’Iran è stato solo il piccolo Libano che in un comunicato ha precisato: «Siamo contro questa dichiarazione perché questo documento menziona l’organizzazione libanese Hezbollah, accusandola di terrorismo. Questa organizzazione è rappresentata in Parlamento e nel governo del Paese. Così’, esigevamo che questa menzione fosse ritirata dal testo per fare in modo che la posizione del Libano diventasse identica alla decisione comune». E’ evidente che la Lega Araba, sotto pressione delle monarchie del Golfo, si sta trasformando in una Lega sunnita che, con decisioni come queste, accetta la marginalizzazione e la discriminazione settaria degli arabi sciiti, presenti numerosi soprattutto in Iraq, Siria, Libano, Arabia Saudita, al potere nello Yemen e maggioritari in Iraq e nel Bahrein, dove la monarchia wahabita resta al potere solo grazie alla sanguinosa repressione attuata dai sauditi.

Dura la reazione dell’Iran: durante un un incontro con l’inviato speciale dell’Onu, Staffan De Mistura, il ministro degli Esteri Iraniano Zarif. Ha detto che «L’Iran non consentirà mai che l’avventurismo saudita abbia un impatto sul processo di pace in Siria. I leader sauditi hanno avviato una escalation con l’Iran per influenzare il processo di pace Siriano, ma Teheran farà fallire ogni tentativo del genere».

Quindi Teheran (ma a quanto pare anche Beirut) sospetta che i sauditi abbiano scatenato l’offensiva anti-sciita con kl’intento di far saltare i negoziati siriani, anche se l’Arabia Saudita ha ribadito di «sostenere pienamente» i negoziati, nonostante la crisi diplomatica con l’Iran.

Ma Zarif è convinto che «Riyadh  vuole colpire le trattative, non ancora cominciate. L’approccio dell’Arabia Saudita intende creare tensioni nella crisi siriana. Noi non permetteremo che ciò accada». Poi il ministro degli esteri iraniano, l’incontro con il vice-ministro degli esteri cinese, in visita ufficiale a Teheran, ha detto: «Finora abbiamo risposto con pazienza alle azioni negative dell’Arabia Saudita perché il pensiero iraniano si distanza dalle azioni sprovvedute e immature delle autorità  saudite e noi non siamo alla ricerca di tensioni nella regione». Zarif ha ricordato che «La fine delle sanzioni segnerà una nuova era nelle relazioni tra Iran e Cina» ed ha sottolineato «L’importanza della futura visita del presidente cinese nella Repubblica Islamica dell’Iran». Il vice-ministro degli esteri cinese ha risposto che «Iran ed Arabia Saudita sono entrambi Paesi importanti della regione», ma ha aggiunto che «Pechino ritiene ragionevole la politica estera adottata dall’Iran».

Secondo D Mistura, «La crisi diplomatica tra Arabia Saudita e Iran non influenzerà i negoziati per porre fine al conflitto siriano. Il ministro saudita degli Esteri mi ha garantito che da parte loro non ci sarà alcun impatto. Da parte iraniana mi è stata fatta la stessa promessa». Certo che far precedere l’avvio dei negoziati con una dichiarazione della Lega Araba che definisce terrorista Hezbollah, uno dei principali attori del conflitto siriano e partito di governo in Libano, non è un buon modo per dimostrare una buona disposizione da parte dei sauditi.

Ma non è il solo fronte politi/diplomatico aperto: Ali Larijani, il presidente del Majlis  (il Parlamento iraniano) ha avvertito che «Se l’amministrazione americana non riuscirà ad impedire al Congresso di approvare le leggi anti-iraniana, i legislatori iraniani adotteranno misure reciproche. Le recenti misure adottate dal Congresso degli Usa contro Teheran violano l’accordo nucleare raggiunto lo scorso luglio a Vienna tra l’Iran ed il gruppo 5 + 1. Noi abbiamo previsto delle adeguate strategie per contraccambiare le leggi anti-iraniane approvate dal Congresso, le quali mirano solo a sabotare il Piano d’azione congiunta».

Il 7 gennaio, la commissione affari esteri della Camera dei Rappresentanti Usa a ratificato un disegno di legge che limiterebbe il potere del presidente Barack Obama di bolire le sanzioni contro l’Iran, come previsto nell’accordo di Vienna.