La Russia sta sviluppando un reattore nucleare mobile militare per l’Artico
Conferma del ministero della difesa. Böhmer (Bellona): «E’ un'idea assolutamente folle»
[6 Novembre 2015]
Il ministero della difesa russo ha annunciato l’intenzione di sviluppare una linea di reattori nucleari mobili di piccole dimensioni, che possono essere montati su camion e slitte, per utilizzarli nell’Artico russo. Ne da notizia l’associazione ambientalista/scientifica norvegese/russa Bellona che ne ha ricevuto conferma dallo stesso ministero.
In una telefonata, il portavoce del ministero della difesa di Mosca ha confermato le notizie, apparse sui media russi e riportate dall’agenzia Tass, che il ministro della Difesa Sergei Shoigu ha ordinato la realizzazione di un mini-reattore pilota per aiutare le operazioni militari fornendo energie alle truppe russe di stanza nelle aree più remote dell’Artico russo.
Bellona sottolinea che «Con i cambiamenti climatici, lo scioglimento delle calotte polari, l’esplorazione onshore e offshore del petrolio artico e lo sviluppo della Northern Shipping Route lungo la costa settentrionale, la Russia sta ristabilendo molte delle sue vecchie basi nella regione artica, che avranno bisogno di energia. La proposta progettuale ha lasciato ambientalisti e gli esperti nucleari intervistati nella difficile scelta difficile se dover ridere o piangere».
Il fisico nucleare Nils Böhmer, direttore esecutivo di Bellona, non ha dubbi: «Questa è un’idea assolutamente folle. Un incidente con un reattore nucleare mobile in una zona remota nell’Artico avrebbe un grave impatto ambientale con poca o nessuna possibilità di bonificare qualunque contaminazione radioattiva».
Yury Konyushko, amministratore delegato dell’ Innovation Projects Engineering Company (IPEC), ha confermato alla Tass essere stato contattato dai militari russi per costruire il reattore pilota e molti altri per la loro futura diffusione nell’Artico: «Il progetto è già iniziata ed attualmente è nella fase di ricerca ora. C’è una richiesta per un numero non inferiore a 30 di tali unità per l’estremo nord e per diversi arcipelaghi artici».
Secondo Alexander Nikitin, presidente dell’Environmental Rights Center (ERC), «Iil progetto prevede che i reattori possano essere trainati in giro per la Russia da robusti carri merci KAMAZ, da aerei cargo, da elicotteri Mi-26 e da veicoli tipo slitte sul terreno innevato». Quest’ultima modalità di è stato confermata dalla Tass ma per NIkitin si tratta di una cosa romanzata: «Allora i reattori potrebbero essere trainati da renne. Per quanto ci si preoccupi per la sicurezza, le stazioni nucleari mobili sono vulnerabili a tutti i livelli a cominciare dagli incidenti stradali mentre vengono trasportate»
Nikitin sottolinea che il progetto di reattore portatile non era una novità: L’istituto di ricerca Sosny, in Bielorussia, ne ha prodotto qualcuno, quando il Paese era ancora una repubblica dell’URSS». L’Independent Barents Observer conferma che «Uno di questi era un reattore da 2 Megawatt costruito nel 1961, che potrebbe essere portato in giro sul telaio di un carro armato. Un altro reattore più piccolo, chiamato Nurka, è stato installato per le basi sottomarine nella penisola di Kola». Secndo il giornale norvegese, anche gli USA hanno installato segretamente un piccolo reattore nucleare a Camp Century, sotto il ghiaccio del nord della Groenlandia, che ha operato tra il 1960 e il 1966.
Nikitin era sicuro che i progetti preliminari del vecchio progetto sovietico fossero ancora in giro e, alla fina, hanno suscitato l’interesse del sempre più influente ministero della difesa russo che, con le guerre in Ucraina e Siria, dispone nuovamente di enormi finanziamenti. «Penso che questo sia un modo per riciclare il denaro – ha detto il presidente dell’ERC – Il ministero della difesa ha attualmente un sacco di soldi e un sacco di persone che stanno cercando di scaricarlo […] Non stanno creando qualcosa di nuovo: prenderanno il vecchio, lo faranno passare per nuovo e si prenderanno i soldi. E’ il denaro – un sacco di denaro – la cosa che avrà questo progetto. Chi conta i soldi in tempo di guerra?>
Secondo Böhmer però «Il costo dei reattori nucleari mobili sarebbe solo l’inizio di un emorragia finanziaria. L’esperienza delle bonifiche delle scorie radioattive sovietiche dopo la guerra fredda ha dimostrato che la comunità internazionale ha dovuto fare un enorme sforzo per questo lavoro di pulitura. Da soli, i finanziamento delle nazioni del G-8, apportati attraverso la Banca europea per la ricostruzione e della Northern Dimensions Environmental Partnership, rappresentano 20 miliardi di dollari per la bonifica nucleare nel nord-ovest della Russia. Il nostro timore è che in futuro la comunità internazionale sarà ancora una volta chiamata a contribuire a ripulire a causa di un round di insostenibili progetti nucleari russi».