
La Turchia raddoppia le importazioni di petrolio russo

Secondo la compagnia finanziaria Refinitiv Eikon, ad agosto la Turchia ha aumentato le importazioni di petrolio dalla Russia a una media di oltre 200.000 barili al giorno (bpd), rispetto ai 98.000 bpd dello stesso periodo del 2021.
Secondo il rapporto della Refinitiv Eikon rilanciato dalla Reuters e dalla putiniana Russian Television (RT), «Le raffinerie turche Tupras e STAR hanno aumentato in modo significativo il loro consumo di petrolio russo, sia Urals che Siberian Light, mentre hanno ridotto gli acquisti di quality del Mare del Nord, dell'Iraq e dell'Africa occidentale».
I dati di Refinitiv dimostrano che, da gennaio ad agosto 2022, la raffineria turca STAR ha acquistato in media circa 90.000 bpd di petrolio dalla Russia, rispetto ai 48.000 bpd dello stesso periodo del 2021, mentre la Tupras nello stesso periodo ha acquistato in media circa 111.000 barili al giorno di petrolio russo, in fortissimo aumento rispetto ai primi 8 mesi del 2021, quando aveva acquistato solo 45.000 barili al giorno di petrolio russo.
Un trader del mercato petrolifero mediterraneo ha detto alla Reuters che «La scelta per le raffinerie turche era ovvia in quanto non hanno limiti all'acquisto di petrolio russo. I buoni margini di raffinazione del petrolio degli Urali hanno sostenuto i profitti delle raffinerie turche».
Così, mentre la NATO, della quale la Turchia fa parte, gli Usa e l’Europa assicurano che il fronte del boicottaggio anti-russo non cede, la Turchia fa affari d’oro con la Russia e si ritaglia il ruolo di negoziatore della guerra di invasione in Ucraina mentre continua tranquillamente la sua guerra di invasione anti-kurda in Siria e in Iraq.
Pochi giorni fa Mosca e Ankara hanno deciso di rafforzare la cooperazione economica nel commercio, nei trasporti, nell'agricoltura, nella finanza, nel turismo e nell'edilizia e prevedono di aumentare il commercio bilaterale a 100 miliardi di dollari entro il 2030 e cooperare su progetti energetici, compreso il nucleare. Hanno anche concordato che la Turchia pagherà in rubli alcune delle sue importazioni di gas dalla Russia.
Intanto la Svezia, per poter entrare nella NATO, rispetta il patto scellerato con il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan che in cambio ha chiesto le teste dei dissidenti kurdi rifugiatisi nel Paese scandinavo: il 20 agosto Il servizio di sicurezza svedese ha arrestato il 26enne Zinar Bozkurt che verrà estradato in Turchia. Bozkurt è accusato di far parte del Partîya Karkerén Kurdîstan (Partito dei Lavoratori del Kurdistan - Pkk), considerato un'organizzazione terroristica da Ankara. Bozkurt è arrivato in Svezia giovanissimo, 8 anni fa, e ha chiesto asilo politico come perseguitato dal regime di Erdoğan, ma ora i servizi segreti svedesi hanno respinto la sua richiesta di asilo e hanno deciso per l’espulsione.
Come ringraziamento, lo stesso giorno, Erdoğan ha attaccato i Paesi NATO: «Principalmente sono gli Usa e le forze della coalizione ad alimentare il terrorismo in Siria, lo hanno fatto brutalmente e continuano a farlo». L’uomo forte della Turchia si riferisce probabilmente al sostegno alle milizie curde Ypg/Ypj del Rojava,
E i kurdi sono convinti che dietro l’accordo tra Putin ed Erdoğan ci sia proprio il via libero russo a invadere il nord della Siria per sbarazzarsi dei Kurdi che hanno sconfitto lo Stato Islamico/Daesh. Come ricorda Roji-info «Dopo l'incontro con il presidente russo Vladimir Putin e il presidente iraniano Ebrahim Raisi a Teheran il 19 luglio, il 5 agosto il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan ha tenuto un altro incontro con il suo omologo russo a Sochi. A seguito degli incontri incentrati sulla Siria, gli attacchi turchi contro la Siria settentrionale e orientale si sono intensificati». Secondo un rapporto dell'agenzia di stampa Hawarnews, dopo i colloqui Putin Erdoğan 10 persone, tra cui 8 bambini, sono state uccise e altre 27, tra cui 24 bambini, sono rimaste ferite negli attacchi con droni e missili turchi.
Gli attacchi turchi nella regione e il loro bilancio dopo i colloqui di Teheran e Sochi sono i seguenti: Un'adolescente, la 17enne Fehîma Reşo, è stata gravemente ferita il 26 luglio in un attacco alla città di Tall Rifat, è morta il 2 agosto. Il 2 agosto droni turchi hanno bombardato il centro del distretto di Tall Rifat, sono morte 9 persone, di cui 6 bambini: Dîna Osman (6 anni), Mehmûd Xerîb Mamo (6), Hisên Cemal Qasim (7), Sebah Henan Hemo (10), Avrîn Ebdurehman Heyder (13), Orîvan Mihemed Ebdo (15 ). Il 9 agosto, il villaggio di Sêgirka, a est di Qamişlo, è stato colpito da armi pesanti. I bambini Mihemed Salih (12), Mîrah Selah (12), Îlan Selah (5) e Bilind Mihemed Şemsedin (16) sono rimasti feriti. Il 16 agosto, droni turchi hanno colpito il distretto Sinaa di Qamishlo, uccidendo 4 persone, tra cui 2 bambini, di nome Ehmed Elî Hisên e Aheng Ekrem Hisên. Il 16 agosto il centro città e le aree rurali di Kobanê sono state bombardate. Ebid Mihemed Heci (12) è stato ucciso in un bombardamento del villaggio di Zorava, a ovest di Kobanê, mentre un bambino di nome Xelîl Cîhad Şêxo (2) è rimasto ferito nell'attacco al centro della città di Kobane. Il 16 agosto, un bambino di nome Temîm Feysel Hemed (11) è stato ferito in un bombardamento turco con armi pesanti contro il centro del distretto di Zirgan. Il 16 agosto un bambino di nome Ehmed Îmad Îbiş (15 anni) è stato ferito alla testa e alla gamba in seguito a un attacco turco al villaggio di Bênê nel distretto di Sherawa, nel cantone di Afrin.
Il 18 agosto c’è stata una strage di ragazze: un drone turco ha colpito un centro educativo per ragazze finanziato dalle Nazioni Unite nel villaggio di Şemoka, lungo la strada Hesekê-Til Temir. 4 ragazze sono state uccise e altre 11 sono state ferite.
Condannando questo ennesimo attacco turco contro civili, le organizzazioni femminili Sara e Kongra Star hanno chiesto all’Onu di agire e hanno ricordato alla comunità internazionale le sue responsabilità in di fronte ai crimini di guerra della Turchia. Fereh Mihemed Bisês di Sara ha detto che «Le Nazioni Unite sono responsabili degli attacchi che stanno avvenendo. Deve mantenere la parola data e denunciare i crimini della Turchia. Chiediamo a tutte le organizzazioni per i diritti umani di agire e prevenire i massacri di bambini».
Fehîma Ehmed di Kongra Star, ha denunciato la politica sporca della Turchia: «Tutti gli stati considerano prima i loro interessi e ignorano i piani sporchi della Turchia. Chiediamo a tutti di smetterla con questo atteggiamento e di denunciare i piani di genocidio e massacro. Come donne siamo consapevoli del nostro dovere, proteggeremo la rivoluzione, combatteremo, non permetteremo il colonialismo».
Ma il responsabile di questi massacri, Erdoğan viene presentato come il mediatore essenziale tra Mosca e kiev e come colui che ha riaperto la rotta dei cerelai che erano bloccati nei porti ucraini. Come fanno notare i kurdi: «Il presidente Erdoğan ha bisogno anche, per salvare la sua economia in difficoltà, di turisti russi, gas russo, cereali russi e il completamento del progetto per la costruzione della centrale nucleare di Akkuyu da parte del colosso nucleare russo Rosatom. Riteneva, al termine di queste discussioni politiche ed economiche, che si aprisse una “pagina molto diversa” nelle relazioni bilaterali tra i due Paesi. Soprattutto spera di avere il via libera da Mosca per invadere la Siria e annientare il Rojava. Aveva già ottenuto dall'Iran e dalla Russia, durante l'incontro di Teheran del 19 luglio, un sostegno implicito nella sua lotta contro i kurdi». Infatti, nella loro dichiarazione congiunta, Iran, Turchia e Russia hanno implicitamente sostenuto Ankara nella sua lotta contro i kurdi, indicando di «Respingere tutte le iniziative illegittime di autodeterminazione. Hanno mostrato la loro volontà di opporsi alle ambizioni separatiste che potrebbero minare la sovranità e l'integrità della Siria e minacciare la sicurezza dei Paesi vicini con attacchi e infiltrazioni transfrontaliere». Evidentemente questo non vale per i separatisti russi del Donbass e per gli altri interventi russi in favore delle minoranze filorusse nel Caucaso e in Moldova.
RojiInfo sottolinea che «Per schiacciare i kurdi, il presidente Erdoğan è pronto a tutto. Dopo aver ricattato con i migranti, paralizzando gli europei di fronte alla minaccia di dover accogliere migliaia di profughi in fuga dal Daesh, ha proseguito la sua politica di base condizionando l'ingresso nella NATO di Finlandia e Svezia alla consegna dei suoi oppositori kurdi che hanno trovato asilo in questi Paesi». Come ha fatto notare Luc de Barochez, editorialista di Le Point, «Non c'è nulla di banale nel suo approccio. Erdoğan è il miglior agente di dell’influenza di Vladimir Putin all'interno della NATO. Il cinismo del presidente turco non è in alcun modo inferiore a quello del suo omologo russo. Bloccando, su basi fallaci, l'estensione dell'organizzazione militare transatlantica a Finlandia e Svezia , il satrapo di Ankara polverizza l'unità mostrata dagli occidentali di fronte all'aggressione di cui è vittima l'Ucraina».
Ancora una volta l’Occidente sembra essersi infilato in un pantano dal quale lo dovrebbe tirar fuori un despota che sta nella NATO, è amico di Putin, fa da mediatore sull’invasione dell’Ucraina e intanto invade un altro Paese, la Siria, nel quale gli occidentali sono sprofondati in una guerra infinita che sta vedendo vittoriosi i russi e gli iraniani, sulla pelle dei kurdi che hanno sconfitto il Daesh e sono stati abbandonati dagli occidentali. In attesa che un dittatore invada nuovamente la Siria per disfarsi dei “terroristi” che hanno sconfitto i tagliagole dello Stato Islamico. E il mondo alla rovescia: è il mondo di Erdoğan, di Putin e del doppio standard dell’Occidente che ormai non distingua nemmeno più tra dittatori amici e nemici.
