Skip to main content

L'Arabia Saudita minaccia l'embargo petrolifero in caso di prezzo massimo alle esportazioni di petrolio

Il ministro bin Salman: «Non venderemo petrolio a nessun Paese che impone un prezzo massimo, ridurremo la produzione di petrolio e non sarei sorpreso se altri facessero lo stesso»
 |  Nuove energie

Rispondendo a una domanda di Energy Intelligence sulla reintroduzione del disegno di legge Nopec da parte del Congresso Usa e sul tetto massimo del prezzo del petrolio russo imposto dal G7 e sulle potenziali implicazioni per il mercato petrolifero, il ministro dell'energia saudita, il principe Abdulaziz bin Salman, ha detto che «La legislazione Nopec e l'estensione del tetto massimo sono molto diverse, ma i loro potenziali impatti sul mercato petrolifero sono simili. Tali politiche aggiungono nuovi livelli di rischio e incertezza in un momento in cui sono più necessarie chiarezza e stabilità. Devo ribadire il punto di vista che ho reso noto ad agosto e settembre su come tali politiche aggraverebbero inevitabilmente l'instabilità e la volatilità del mercato e avrebbero un impatto negativo sull'industria petrolifera. Al contrario, Opec+ ha compiuto ogni sforzo ed è riuscita a portare stabilità e trasparenza significative al mercato petrolifero, soprattutto rispetto a tutti gli altri mercati delle materie prime. Il disegno di legge Nopec non riconosce l'importanza di detenere capacità inutilizzata e le conseguenze del mancato mantenimento di capacità inutilizzata sulla stabilità del mercato. Il Nopec minerebbe anche gli investimenti nella capacità petrolifera e causerebbe un calo dell'offerta globale molto inferiore alla domanda futura. Gli impatti si faranno sentire in tutto il mondo sia sui produttori che sui consumatori, così come sull'industria petrolifera».

Dopo l’accordo con l’Iran mediato dalla Cina, l’Arabia saudita ha cambiato idea anche sulle sanzioni e bin Salman avverte che, «Lo stesso vale per i massimali di prezzo, siano essi imposti a un Paese o a un gruppo di Paesi, al petrolio o a qualsiasi altra merce. Ciò porterà a contro-risposte singole o collettive con conseguenze intollerabili sotto forma di massiccia volatilità e instabilità. Quindi, se venisse imposto un prezzo massimo alle esportazioni di petrolio saudita, non venderemo petrolio a nessun Paese che impone un prezzo massimo alla nostra offerta e ridurremo la produzione di petrolio, e non sarei sorpreso se altri facessero lo stesso».

Non a caso l’intervista di bin Salman a  Energy Intelligence è stata rilanciata con grande rilievo dai media russi e iraniani.

Lo scenario è quello di una nuova crisi petrolifera in stile austerity anni ’70 e il ministro dell’energia saudita manda a dire a statunitensi ed europei che «La capacità inutilizzata e le scorte di emergenza globali sono la rete di sicurezza definitiva per il mercato petrolifero di fronte a potenziali shock. Ho ripetutamente avvertito che la crescita della domanda globale supererà l'attuale capacità di riserva globale, mentre le riserve di emergenza sono ai minimi storici. Ecco perché è fondamentale che vengano messe in atto politiche per sostenere gli investimenti necessari per aumentare la capacità inutilizzata in modo tempestivo e che le scorte di emergenza globali siano mantenute a un livello adeguato e confortevole. In Arabia Saudita, abbiamo avviato in modo proattivo l'espansione della nostra capacità a 13,3 milioni di barili al giorno entro il 2027. L'espansione è già in corso nella fase di ingegneria e il primo incremento dovrebbe entrare in funzione nel 2025».

Intanto prosegue il riavvicinamento tra l’Iran e le monarchie petrolifere assolute sunnite del Golfo: domani il segretario del Consiglio supremo per la sicurezza nazionale della Repubblica islamica dell’Iran, Ali Shamkhani, sarà negli Emirati Arabi Uniti per ricambiare la visita in Iran dello sceicco Tahnoun bin Zayed Al Nahyan, consigliere per la sicurezza nazionale degli Emirati. Pars Today spiega che dd accompagnare Shamkhani ci saranno  alti funzionari economici, bancari e della sicurezza che discuteranno le questioni di intresse comune, regionali e internazionali.

Commentando l'accordo tra Iran e Arabia Saudita per riprendere le relazioni diplomatiche Il portavoce del governo iraniano, Ali Bahadori Jahromi, ha detto che «La soluzione alle questioni regionali e globali non viene dall'Occidente. Questo evento e il rilancio delle relazioni tra i due Paesi hanno dimostrato che la soluzione delle questioni regionali e globali non passa per la rotta occidentale. La politica estera del 13esimo governo iraniano è stata quella di sviluppare relazioni di vicinato e dare priorità alla politica di diplomazia regionale, e questo recente evento è stato nella stessa direzione, e anche i Paesi della regione hanno accolto con favore il rilancio delle relazioni tra Iran e Arabia Saudita».

Redazione Greenreport

Greenreport conta, oltre che su una propria redazione giornalistica formata sulle tematiche ambientali, anche su collaboratori specializzati nei singoli specifici settori (acqua, aria, rifiuti, energia, trasporti e mobilità parchi e aree protette, ecc….), nonché su una rete capillare di fornitori di notizie, ovvero di vere e proprie «antenne» sul territorio.