Le armi nucleari sono illegali all’Onu, ma non in Italia
Rete italiana Pace e Disarmo e Senzatomica: l’Italia ci ripensi e ratifichi il TPNW
[25 Gennaio 2021]
Il 22 gennaio In occasione dell’entrata in vigore del Trattato per la Proibizione delle Armi Nucleari (TPNW), Lisa Clark, co-presidente dell’International Peace Bureau e attivista di Rete Italiana Pace e Disarmo, ha detto: ««Oggi festeggiamo! Perché il TPNW ribadisce uno dei principali obiettivi dell’ONU, il disarmo nucleare. E sostiene l’idea fondante del multilateralismo democratico: che anche gli Stati più poveri hanno lo stesso diritto di esprimersi dei più militarmente potenti I popoli hanno parlato e non intendono cedere alle decisioni prese solo dalle potenze nucleari. Siamo inoltre convinti che il posto dell’Italia sia insieme alla maggioranza degli Stati membri dell’Onu, dalla parte giusta della storia: quella che proibisce le armi più disumane e crudeli che l’uomo abbia mai inventato: gli ordigni nucleari».
L’Italia è stata criticata dai pacifisti per la sua “prudenza” e sudditanza verso gli Usa e il ministero degli esteri ha pubblicato una nota nella quale si legge: «L’Italia conferma di condividere pienamente l’obiettivo di un mondo libero da armi nucleari e resta particolarmente impegnata nei settori del disarmo, del controllo degli armamenti e della non proliferazione, che sono componenti essenziali della nostra politica estera. Apprezziamo il ruolo della società civile nel sensibilizzare sulle conseguenze catastrofiche dell’uso delle armi nucleari. Siamo convinti che l’approccio migliore per conseguire un effettivo disarmo nucleare implichi un pieno coinvolgimento dei paesi militarmente nucleari laddove invece – dal momento in cui è stata lanciata l’iniziativa del Trattato per la Proibizione delle Armi Nucleari – abbiamo assistito ad una crescente polarizzazione del dibattito in seno alla comunità internazionale. Pur nutrendo profondo rispetto per le motivazioni dei promotori del Trattato e dei suoi sostenitori, riteniamo quindi che l’obiettivo di un mondo privo di armi nucleari possa essere realisticamente raggiunto solo attraverso un articolato percorso a tappe che tenga conto, oltre che delle considerazioni di carattere umanitario, anche delle esigenze di sicurezza nazionale e stabilità internazionale».
La Rete italiana Pace e Disarmo e Senzatomica, organizzazioni promotrici di “Italia, ripensaci” e partner italiani della Campagna internazionale ICAN, «considerano positivo che la Farnesina ribadisca di “condividere pienamente l’obiettivo di un mondo libero da armi nucleari” e soprattutto esprima apprezzamento per “il ruolo della società civile nel sensibilizzare sulle conseguenze catastrofiche dell’uso delle armi nucleari”. Anche le nostre organizzazioni considerano che l’eliminazione delle armi nucleari sarà possibile solo con il coinvolgimento di tutti i Paesi del mondo (compresi quelli “nucleari”), ma ribadiscono il contributo positivo in tal senso fornito dal percorso del TPNW».
La mobilitazione “Italia, ripensaci” è stata lanciata da Senzatomica e Rete Italiana Pace e Disarmo nel 2016 per chiedere al nostro Paese di partecipare attivamente al percorso di costruzione del Trattato. Dopo l’approvazione nel 2017 si è trasformata in una campagna per spingere la firma e la ratifica, anche con la raccolta di oltre 33.000 cartone consegnate simbolicamente al Governo nel giorno del primo anniversario del voto di New York. Oggi “Italia, ripensaci” coordina l’azione di associazioni ed Enti Locali verso questo obiettivo: nella giornata odierna sono decine le iniziative in programma. Dallo scampanio su chiese e torri Civiche in molte città, ai presidi nei territori delle basi di Ghedi ed Aviano, ai manifesti ufficiali affissi dai Comuni, agli appuntamenti online con gli attivisti di tutta Italia!
Ma Rete italiana Pace e Disarmo e Senzatomica dissentono dall’interpretazione del ministero degli steri per cui il Trattato TPNW appena entrato in vigore avrebbe avuto un effetto negativo sugli strumenti di disarmo multilaterale. «Il TPNW – riobattono le due associazioni – ha avuto invece il merito di riattivare percorsi di disarmo ormai da troppo tempo in stallo e consideriamo un’occasione mancata l’assenza dell’Italia e di molti suoi alleati “non nucleari” dal dibattito che ha portato alla sua adozione.
Negli ultimi anni non sono certo stati gli sforzi della società civile, che pure non può esimersi dal continuare a condannare l’esistenza di armi inumane e indiscriminate come le testate nucleari, a polarizzare il dibattito in seno alla comunità internazionale. Piuttosto lo smantellamento del quadro di dispositivi legati al disarmo multilaterale è derivato da scelte infauste dell’Amministrazione Trump, con la dissoluzione di Trattati fondamentali come l’INF e il JCPOA e i ritardi sul New START».
I pacifisti ribadiscono la loro convinzione che «Un ruolo cruciale nella concretizzazione del disarmo nucleare sia nelle mani degli Stati “non nucleari” come l’Italia, da realizzarsi tramite una partecipazione responsabile e propositiva al percorso del TPNW e cercando di coinvolgere i propri alleati “nucleari” nelle iniziative internazionali per il disarmo. Iniziative per le quali, è opportuno ricordarlo, la grande maggioranza dei Paesi si è impegnata attraverso la ratifica del Trattato di non-proliferazione (NPT) e in particolare del suo Articolo VI».
Rete italiana Pace e Disarmo e Senzatomica si dichiarano ancora una volta «Disponibili ad un confronto aperto e franco su questi temi con il Governo e il Parlamento per stimolare una partecipazione costruttiva dell’Italia a tali sforzi multilaterali che metta al primo posto le questioni di carattere umanitario, fondamentali quando si discute delle armi più distruttive ed inumane della storia, a cui occorre subordinare – armonizzandole – le esigenze di sicurezza nazionale e stabilità internazionale. In tal senso rinnoviamo l’invito all’Italia per una partecipazione come Stato “osservatore” alla Prima Conferenza degli Stati Parte del Trattato TPNW che si dovrà svolgere entro gennaio 2022, con la prospettiva di un avvicinamento graduale alle misure previste dal Trattato prima fra tutte quella relativa all’assistenza alle vittime delle armi nucleari e degli esperimenti ad esse correlati».
Daniele Santi, presidente di Senzatomica, ricorda che «Il tema del disarmo nucleare è molto spesso percepito come troppo grande per essere affrontato dalle persone comuni che si sentono quindi rassegnate e impotenti – commenta – Oggi 22 gennaio 2021 lo storico traguardo dell’entrata in vigore del TPNW porta ancora più luce non soltanto sulla possibilità che le armi nucleari possano davvero essere completamente eliminate, ma che questa meta significativa sarà raggiunta solo grazie alla compartecipazione dei cittadini. Con gioia e un’incrollabile determinazione continuiamo ad avanzare uniti fino a quando l’Italia ci ripenserà ratificando il TPNW».
Questo ottimismo sugli sviluppi futuri dei percorsi di disarmo nucleare è confermato da un sondaggio diffuso oggi da ICAN e dai suoi partner: la maggioranza della popolazione italiana e di altri cinque Stati membri della NATO rifiuta in modo schiacciante la presenza di armi nucleari statunitensi sul proprio territorio e sostiene il Trattato per la Proibizione delle Armi Nucleari. La rilevazione statistica (condotta da YouGov su un campione di oltre 1.000 persone nel novembre 2020) ha riscontrato come l’87% degli italiani sia favorevole all’adesione dell’Italia al TPNW (+17% rispetto ad un sondaggio simile del 2019) mentre l’attuale posizione del Governo contro il Trattato sia sostenuta solo dal 5%. Anche dopo esser stati informati delle forti pressioni da parte di alcuni alleati NATO contro il TPNW, il 76% ha confermato di volere un Governo che mostri una leadership positiva diventando uno dei prossimi aderenti.
Agli intervistati è stata chiesta un’indicazione della propria area politica: il sostegno all’adesione al TPNW è risultato superiore all’80% per tutti i partiti e addirittura oltre il 90% per alcuni di essi. La campagna “Italia, ripensaci” chiede al Governo di chiarire la posizione riguardante il TPNW, visto il sostegno pubblico schiacciante a questa norma: «Le nostre istituzioni rappresentano il popolo italiano o preferiscono sottostare alle indicazioni provenienti da Washington e Bruxelles? Il risultato di questo sondaggio (che conferma quelli condotti dal 2017 in poi) e anni di confronto con gli italiani e le italiane rendono evidente che dovrebbero invece stare con la maggioranza dell’opinione pubblica contro le armi nucleari aderendo al Trattato TPNW».
Francesco Vignarca, Coordinatore delle Campagne per la Rete Italiana Pace e Disarmo ha cincluso: «Gli italiani di tutte le appartenenze politiche hanno affermato chiaramente di volere un Paese che sia protagonista e guida in materia di diritti umani e diritto internazionale, rifiutando queste armi di distruzione di massa. In un momento di sconvolgimento politico ed economico globale esasperato dalla pandemia di COVID-19 non abbiamo bisogno di spendere i soldi duramente guadagnati dagli italiani per armi nucleari vietate da una norma internazionale. Vogliamo dei leader politici capaci di guardare ad un nuovo futuro senza armi nucleari, non bloccati in un passato che gli farà perdere rapidamente consenso».