L’Iran all’Europa (e a Trump): non rinegozieremo mai l’accordo nucleare
Il presidente iraniano incontra i ministri degli esteri spagnolo e olandese: «La nostra Difesa non è soggetta a nessun negoziato»
[21 Febbraio 2018]
Il presidente iraniano Hassan Rouhani ha categoricamente respinto ogni possibilità di rinegoziare il Joint Comprehensive Plan of Action (Jcpoa), l’accordo nucleare sottoscritto a Vienna il 14 luglio 2015 dall’Iran con il G5+1 (Cina, Francia, Gran Bretagna, Russia, Uda e Germania) e che vede come garante politica l’Unione europea e come garante tecnico/scientifico l’International atomic Energy agency (Iea).
Incontrando oggi il ministro spagnolo degli esteri e della cooperazione Alfonso Dastis, in visita ufficiale a Teheran, Rouhani ha avvertito l’Europa e soprattutto glu Usa di Trump che «La continua conformità del mio Paese dipende dall’impegno delle altre parti nei confronti dell’accordo» e ha aggiunto: «L’accordo è il risultato di anni di sforzi e mesi di negoziati tra l’Iran e l’Europa e tutte le parti dovrebbero essere impegnate nei loro impegni sul nucleare e agire di conseguenza, Non è necessario rinegoziare l’accordo. La Repubblica islamica dell’Iran rimarrà impegnata nell’accordo sul nucleare finché l’altra parte agirà in base ai suoi impegni».
Il presidente iraniano ha fatto notare al ministro degli esteri spagnolo che «Il consolidamento e l’attuazione Piano d’azione congiunto globale faciliterebbe l’espansione delle relazioni tra la Repubblica islamica e i paesi dell’Unione europea. Tutti i firmatari dell’accordo devono rispettare i loro obblighi e agire di conseguenza. Dopo la firma e l’attuazione degli accordi non esiste alcun motivo per negoziare o rinegoziare». Poi Rouhani ha risposto direttamente a Trump: «L’accordo funziona finché l’altra parte resta fedele ai suoi impegni».
Una posizione ribadita anche nell’incontro con un’altra esponente europea: la ministra degli esteri olandese Zigriat Kaag alla quale il presidente della Repubblica Islamica ha detto che «La nostra Difesa non è soggetta a nessun negoziato», ricordandole che «Gli iraniani con l’esperienza di otto anni della guerra imposta alle spalle sono diventati sensibili verso qualsiasi argomento che possa avere legame con il potere difensivo del loro Paese e per questo credono fermamente che la difesa nazionale non è assolutamente negoziabile».
Secondo quanto scriva Pars Today, Rouhani ha fatto riferimento anche alla «campagna negativa creata da certi paesi nei confronti del programma missilistico iraniano» e ha detto alla Rohani ha detto alla Kaag: «Siamo interessati a parlare con i Paesi occidentali in merito all’esportazione dei loro armamenti convenzionali e non verso i Paesi della regione, che li usano per uccidere e distruggere, proprio come sta succedendo nello Yemen». E qui Rouhani si riferiva non solo agli Usa, ma anche all’Italia e ad altri Paesi europei che vendono armi all’Arabia Saudita.