A Livorno in 5 anni 2,5 milioni di euro per il rigassificatore Olt
[10 Marzo 2014]
Il Comune di Livorno diventa beneficiario unico di 500mila euro annui da destinarsi a misure ambientali e di efficientamento energetico, come compensazione economica da parte della società Olt offshore LNG Toscana S.p.A. L’azienda si è impegnata a versare la prima tranche entro 12 mesi dall’entrata in esercizio del terminale ad oggi ancorato al largo delle coste toscane, pronto per l’attività commerciale già dallo scorso dicembre.
L’importo, comunicano dalla Regione, sarà stanziato ogni anno successivo al primo previa certificazione dell’avvenuto impegno delle risorse. Tale clausola modifica l’articolo 4 dell’Atto unilaterale di riferimento all’intesa regionale rilasciata al Ministero delle attività produttive con la delibera 932 del 19 settembre 2005 per la realizzazione e l’esercizio del terminale Olt di rigassificazione di GNL (gas naturale liquefatto). Una delibera, purtroppo, che appare attualmente non reperibile all’interno del database regionale.
Con la delibera approvata dalla Giunta – precisano dalla Regione – si prende atto della modifica, e si conferma l’intesa regionale rilasciata nel 2005, condizionata al rispetto degli impegni assunti dalla società Olt nell’Atto unilaterale di sottomissione del 2005. L’Atto unilaterale è stato modificato per quanto riguarda la destinazione delle risorse (previste dall’art. 4), di cui unico beneficiario è il Comune di Livorno, maggiormente interessato dalle ricadute connesse alla realizzazione del terminale.
Nel corso degli anni sono state molte le polemiche che si sono sollevate attorno alle compensazioni ambientali relative al rigassificatore, che a Pisa si sono sostanziate nella realizzazione del circuito fluviale dell’Incile mentre a Livorno si sono concentrare su opere dal peso economico minore. Con la nuova delibera della Giunta sembra affacciarsi una timida inversione di rotta, ma oggi i maggiori interrogativi relativi al rigassificatore sono di ben altra natura. Il terminale Olt è ancorato da mesi, ma in acque agitate. Ancora oggi – complice la caduta dei consumi energetici – non sono noti accordi commerciali tali da sfruttare le sue potenzialità. E c’è già chi pensa a un buco nell’acqua. La comunicazione odierna della Regione dimostra che ancora qualcosa si muove attorno al rigassificatore, ma è ancora troppo poco per poterne delineare chiaramente il futuro. Fosse anche solo da qui a cinque anni.
L. A.