Per l’Ue la sostenibilità dei biocarburanti si misura anche con il sistema tedesco «REDcert»
[11 Agosto 2017]
L’Ue riconosce il regime tedesco volontario «REDcert» come sistema europeo per la verifica del rispetto dei criteri di sostenibilità per i biocarburanti: lo fa con decisioni di esecuzione pubblicata sulla Gazzetta ufficiale di oggi.
Il «REDcert» – presentato alla Commissione a fini di riconoscimento il 24 maggio 2017 – copre un’ampia gamma di materiali, tra cui residui e rifiuti e l’intera catena di custodia. Dimostra che le partite di biocarburanti o di bioliquidi prodotte in conformità alle norme di produzione di biocarburanti e bioliquidi fissate in tale sistema sono conformi ai criteri di sostenibilità delle direttive europee.
Le direttive in questione sono due: quella del 1998, la numero 70, relativa alla qualità della benzina e del combustibile diesel; e quella del 2009, la numero 28, sulla promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili.
In base alla direttiva sulla promozione delle energie rinnovabili, entro il 2020 l’Ue deve arrivare a coprire almeno il 20 % del proprio consumo energetico finale con energia ricavata da fonti rinnovabili. La direttiva dispone inoltre che «ogni Stato membro assicura che la propria quota di energia da fonti rinnovabili in tutte le forme di trasporto nel 2020 sia almeno pari al 10 % del consumo finale di energia nel settore dei trasporti nello Stato membro».
Seconda la relazione dell’Ue “Il sistema dell’UE per la certificazione dei biocarburanti sostenibili” del 2016 tale obiettivo può essere raggiunto aumentando nel settore dei trasporti l’uso di elettricità e di altre energie alternative ricavate da fonti rinnovabili e incorporando biocarburanti nei combustibili fossili. Nella pratica, l’obiettivo del 10 % di energie rinnovabili nei trasporti può essere raggiunto solo attraverso un impiego consistente di biocarburanti. Ma solo i biocarburanti sostenibili possono essere presi in considerazione ai fini del conseguimento dell’obiettivo del 10 %.
Per garantire la sostenibilità dei biocarburanti immessi sul mercato dell’Ue, dunque gli operatori economici della filiera di approvvigionamento dei biocarburanti devono dimostrare che i criteri di sostenibilità sono stati rispettati. Possono farlo adempiendo agli obblighi previsti dai sistemi nazionali di controllo o ricorrendo a sistemi volontari riconosciuti dalla Commissione.
I sistemi volontari sono sistemi di certificazione della sostenibilità dei biocarburanti e sono istituiti perlopiù da enti privati. Molti sistemi volontari sono stati messi a punto da gruppi di operatori economici e da altre parti interessate, altri sono instaurati da produttori di biocarburanti. I sistemi volontari possono anche applicare criteri più stringenti di quelli stabiliti dalla direttiva sulla promozione delle energie rinnovabili, nonché criteri aggiuntivi, ad esempio criteri sociali o adattati
alle condizioni locali, e criteri intesi a promuovere le migliori pratiche agricole. Possono inoltre tener conto di altri aspetti della sostenibilità, come la protezione del suolo, dell’acqua e dell’aria.
L’operatore che produce biomassa o biocarburanti paga il costo della certificazione all’apposito organismo e gli oneri al sistema volontario, ottenendo un certificato che reca il logo del sistema volontario.
L’operatore economico chiede di essere certificato dall’organo competente e una volta ottenuta la certificazione uno Stato membro non può richiedere ulteriori prove della conformità ai criteri di sostenibilità. Un certificato rilasciato da un sistema volontario riconosciuto è valido, pertanto, in tutti gli Stati membri dell’Ue.
Il riconoscimento dei sistemi volontari, comunque, spetta alla Commissione, la quale può anche revocare la decisione di riconoscimento qualora un sistema non attui tutti gli elementi su cui si è basata la decisione. Le decisioni di riconoscimento hanno una validità di cinque anni. La prima decisione di riconoscimento è stata adottata nel 2011. A dicembre 2015, la Commissione aveva riconosciuto 19 sistemi volontari.