Per l’Ue l’energia nucleare rimarrà componente importante nel mix energetico fino al 2050
[7 Aprile 2016]
L’energia nucleare rimarrà un’importante componente del mix energetico dell’Ue fino alla metà del secolo. È quanto prevede l’Ue nella sua relazione “Programma indicativo per il settore nucleare” presentato, per parere, al Comitato economico e sociale europeo.
La relazione – che costituisce un obbligo ai sensi dell’articolo 40 del trattato Euratom – fornisce un quadro generale degli investimenti effettuati nell’Ue in tutte le fasi del ciclo di vita degli impianti nucleari. Ed è la prima relazione di questa natura presentata dalla Commissione dopo l’incidente di Fukushima Daiichi nel marzo 2011.
L’energia nucleare rientra nel mix energetico della metà degli Stati membri dell’unione. Nei paesi che hanno scelto di utilizzare il nucleare, tale fonte di energia contribuisce ad assicurare la sicurezza dell’approvvigionamento energetico.
Con il 27% dell’energia elettrica prodotta a partire dall’energia nucleare e il 27% da fonti rinnovabili, l’UE è attualmente una delle tre principali economie che generano oltre la metà della loro energia elettrica senza emissioni di gas ad effetto serra.
Però, la strategia per un’Unione dell’energia e la strategia europea di sicurezza energetica hanno evidenziato la necessità che gli Stati applichino gli standard più elevati in materia di sicurezza, gestione dei rifiuti e non proliferazione, e che diversifichino le fonti di approvvigionamento del combustibile nucleare. Questi standard faciliteranno il conseguimento degli obiettivi del Quadro 2030 per il clima e l’energia.
Dalla relazione emerge che per gli Stati membri che hanno fatto la scelta del nucleare, devono essere garantiti i più elevati standard in materia di sicurezza, gestione dei rifiuti e non proliferazione in tutto il ciclo del combustibile. È fondamentale assicurare l’attuazione rapida e integrale della legislazione adottata a seguito dell’incidente di Fukushima.
Il programma indicativo per il settore nucleare fornisce una base di discussione sul modo in cui l’energia nucleare può contribuire al conseguimento degli obiettivi energetici dell’UE. Atteso che la sicurezza nucleare rimane la priorità assoluta della Commissione, il programma include esplicitamente gli investimenti destinati a potenziare la sicurezza a seguito dell’incidente di Fukushima e quelli per il funzionamento a lungo termine delle centrali nucleari esistenti.
Il parco nucleare in Europa sta invecchiando e sono necessari investimenti ingenti per estendere la durata di vita di alcuni reattori (e migliorarne la sicurezza), negli Stati membri che operano questa scelta, per intraprendere le attività di disattivazione previste e per stoccare a lungo termine i rifiuti nucleari. L’industria nucleare dell’UE sta entrando in una nuova fase caratterizzata dall’aumento delle attività relative alla parte finale del ciclo di vita. Quindi il programma potrà contribuire ad alimentare un dibattito informato sulla gestione delle responsabilità nucleari e sugli investimenti necessari come quelli per sostituire gli impianti nucleari esistenti, il che potrebbe in parte significare la costruzione di nuove centrali nucleari.
L’importo totale degli investimenti nel settore del ciclo del combustibile nucleare, tra il 2015 e il 2050, è stimato in 650 – 760 miliardi di euro. Infine, il rapido sviluppo dell’utilizzo dell’energia nucleare al di fuori dell’UE (Cina, India, ecc.) è un motivo di più per preservare la leadership mondiale e mantenere l’eccellenza nei settori della tecnologia e della sicurezza, per le quali sarà di fondamentale importanza garantire investimenti costanti nelle attività di ricerca e sviluppo.