Fuoriuscite di petrolio sulle coste di Trinidad e Tobago
Maree nere a ripetizione, è disastro ambientale nei Caraibi [PHOTOGALLERY]
Sabotaggio o cattiva manutenzione dei vecchi impianti della Petrotrin?
[16 Gennaio 2014]
Almeno 11 fuoriuscite di petrolio ricoperto di greggio lunghi tratti di coste e spiagge di Trinidad e Tobago, e si tratta sicuramente di uno dei peggiori disastri ambientali della storia del piccolo Paese insulare e dei Caraibi.
Secondo il Trinidad Guardian, la compagnie petrolifera di Stato, la Petronin, già il 17 dicembre 2013 era dovuta intervenire su uno sversamento a La Brea, ma negli ultimi mesi la compagnia ha denunciato almeno 11 sversamenti e pochi giorni fa è stata sanzionata dall’Environmental Management Authority con una multa 3,1 milioni dollari. Il presidente della Petronin, Khalid Hassanali (fratello dell’ex presidente della Repubblica di Trinidad e Tobago Noor Hassanali), ha detto di ritenere la decisione dura ed ingiusta. La pipeline responsabile del primo sversamento di 7.000 barili di greggio è però quella della raffineria Petronin di Point a Pierre, che non veniva ispezionata da ben 17 anni. Ma Khalid dice che gli altri 10 sversamenti sarebbero stati provocati da sabotatori. Anche il presidente del Board of Directors di Petrotrin, Lindsay Gillette, ex ministro ed ex senatore dell’United national congress al potere, dice che c’è «Una forte evidenza che gli impianti sono stati deliberatamente manomessi. In una delle strutture, gestita da Trinity Exploration Production, due dei tappi sono stati rimossi e c’è bisogno di una grande chiave per rimuovere fisicamente quel tappo perché quel petrolio possa fuoriuscire». La Trinity ha detto ai media locali di non aver nessuna colpa per gli sversamenti. «La prova è là fuori – ha detto il presidente della Trinity Bruce Dingwall – ma non penso che tutto sia chiaro in modo articolato».
Ma le amministrazioni locali accusano la compagnia statale di cercare di minimizzare l’impatto e le dimensioni di quella che sembra diventata una sola marea nera e il Trinidad Express ha intervistato due ex ministri dell’energia di Trinidad e Tobago che dicono che la Petrotrin aveva già ammesso che le sue infrastrutture petrolifere erano obsolete già dopo la verifica ordinata dal governo di Port of Spain nel 2010.
La deputata dell’opposizione del People’s National Movement, Paula Gopee-Scoon, dice che «Non si tratta di sabotaggio, è tutta una questione di cattivi interventi da parte della Petrotrin. E’ stato un depistaggio fin dal primo giorno».
La Petronin ha risposto auto-lodandosi per quelli che considera “significativi progressi” delle operazioni di bonifica ed ha assicurato che le spiagge saranno ripulite entro una o due settimane. Ma per abbattere le fuoriuscite di greggio l’impresa utilizza massicciamente il famigerato disperdente Corexit 9500, lo stesso sparso in enormi quantità nel 2010 dalla Bp per far sparire la marea nera del Golfo del Messico dopo il disastro della Deepwater Horizon. Secondo molti esperti e scienziati il rimedio sarebbe peggiore del danno: il Corexit quando si mischia col petrolio diventa molto più tossico del greggio, con effetti devastanti sulla vita marina, ma il presidente di Petrotrin ha detto che «Tutte le sostanze chimiche che stiamo usando sono sostanze chimiche approvate e noi le stiamo utilizzando nel maniera approvata», poi ha smentito altri sversamenti e che la marea nera si fosse diffusa fino al vicino Venezuela. Ma il governo ha chiesto al ministro dell’energia di commissionare un’indagine indipendente sulle cause della fuoriuscita, fatta «Da persone che non hanno nulla da proteggere e non hanno nulla da coprire». Keith Rowley, la leader dell’opposizione parlamentare, ha a sua volta chiesto che le prove vengano raccolte in maniera pubblica.
Il dipartimento di energia di Trinidad e Tobago aveva approvato il nuovo piano energetico solo un anno fa e lo sfascio della Petrotrin potrebbe rendere molto difficoltosa la sua attuazione.
Secondo il ministero del turismo di Trinidad e Tobago le maree nere a ripetizione potrebbero avere forti ripercussioni sul turismo che porta nel Paese una media di 40.000 visitatori al mese. Queste isole sono tra le destinazioni turistiche più popolari dei Caraibi, anche perché sono raramente colpite dagli uragani ed hanno molte spiagge e magnifici territori montani. Attualmente Trinidad è in una bassa stagione turistica, ma il primo sversamento è avvenuto a metà dicembre, un periodo nel quale il turismo è generalmente in forte espansione per le vacanze natalizie.
Anche gli ambientalisti sono preoccupati il Trinidad and Tobago Field Naturalists’ Club ha scritto al Trinidad Express denunciando i continui sversamenti e chiede che il governo e Petrotrin diano informazioni precise su quali effetti abbiano i disperdenti sulla salute degli esseri umani, se sia sicuro mangiare molluschi e i pesci e quali spiagge siano sicure per farci il bagno. In club ecologista ha scritto: «Che sia o no sabotaggio, il Paese deve rafforzare la prevenzione in questo settore, in tutte le fasi, dalla manutenzione degli oleodotti alle relative infrastrutture, alla sicurezza degli impianti sul posto, al rilevamento delle perdite, alla risposta agli sversamenti ed alla diffusione delle informazioni agli stakeholders. Speriamo che questo sversamento non peggiori e che serva da lezione per capire perché la prevenzione degli sversamenti deve essere presa sul serio sia da parte delle autorità che dai cittadini del nostro Paese».