"Sortir du nucléaire" e Greenpeace: «Allarme vulnerabilità per gli impianti nucleari»
Il mistero dei droni che sorvolano le centrali nucleari francesi
[31 Ottobre 2014]
Dal 5 ottobre, diversi siti nucleari francesi vengono sorvolati da droni e Réseau “Sortir du nucléaire”, la coalizione di associazioni e comitati antinucleari, prima ha smentito ogni coinvolgimento in questo tipo di attività e poi ha detto che «Questi inquietanti sorvoli a ripetizione dimostrano chiaramente la vulnerabilità delle installazioni e delle centrali nucleari francesi. Quindi, anche se il progetto di “Loi de transition énergétique pour une croissance verte” non prevede ancora nessuna chiusura di centrali, questa vulnerabilità apporta una prova supplementare della necessità di un’uscita di emergenza dal nucleare per proteggere le popolazioni».
E’ dall’inizio del mese che misteriosi droni hanno sorvolato più volte diversi siti nucleari, separati tra loro anche da centinaia di Km, negli stessi giorni, facendo pensare ad azioni coordinate.
Anche se il gigante nucleare Edf minimizza la cosa, le richieste di chiarimenti che ha avanzato sui sorvoli dei droni e l’assenza di risposte da parte delle istituzioni sembrano indicare che la multinazionale energetica statale sembra presa alla sprovvista da questa situazione inedita. Inoltre sono passati molti giorni dalle prime denunce dei sorvoli dei droni sulle strutture nucleari francesi e per 16 giorni i droni telecomandati hanno continuato ad andare e venire dalle centrai nucleari di Edf, anche se le centrali nucleari non potrebbero essere sorvolate da droni. La stessa Edf ha ammesso che a tre riprese un drone è penetrato nello spazio aereo interdetto della centrale nucleare di Bugey (Ain), a 35 km da Lione.
Nel maggio 2012 Greenpeace aveva utilizzato un drone per filmare il sorvolo in parapendio a motore proprio della centrale di Bugey per dimostrare «la vulnerabilità dei siti nucleari francesi di fronte alla minaccia di un attacco aereo», ma, sentita dalla la radio locale Lyon 1ère, Greenpeace France ha smentito qualsiasi coinvolgimento negli attuali sorvoli di droni, ricordando che l’associazione ambientalista rivendica sempre le sue azioni e blitz, quindi ha chiesto “agli alti funzionari della difesa e della sicurezza un’inchiesta sulla sicurezza aerea dei siti nucleari».
secondo Greenpeace anche i siti del vecchio reattore nucleare Superphénix (Isère), il Commissariat à l’Energie Atomique de Saclay (Essonne), la centrale nucleare di Pierrelatte (Drôme) et quella di Fessenheim (Haut-Rhin) sarebbero state sorvolate da droni e i «Sorvoli incrimibati hanno avuto luogo perfino nello stesso giorno, per esempio il 19 ottobre, su quattro siti lontani tra loro: Bugey, Gravelines, Chooz, Nogent-sur-Seine».
Réseau “Sortir du nucléaire” dice: «Sia che si tratti di una beffa o di un atto doloso, questi sorvoli portano una nuova prova della vulnerabilità delle installazioni nucleari ad una intrusione aerea (cosa ne sarebbe in caso di crisi grave o di conflitto armato?). Degli studi hanno dimostrato che le piscine nelle quali è stoccato il combustibile esausto, ospitate sotto d semplici hangar, non resisterebbero al crash di un aereo. Dato che i droni, che non vengono rilevati dai radar, costituiscono una tecnologia di facile accesso, ci si può legittimamente domandare quale sarebbero gli impatti della caduta di un tale aeromobile o dell’esplosione di un proiettile. Questi sorvoli simultanei di diversi siti dimostrano, inoltre, che le 19 centrali nucleari e i numerosi impianti di combustibile ripartiti in tutto l’Hexagone costituiscono altrettanti punti di vulnerabilità. Presentate come dei vantaggi per la Francia, le centrali nucleari costituiscono in realtà il suo tallone di Achille. D’altronde questi rischi di aggressione esterna non fanno che aggiungersi ai numerosi fatti che giustificano un’uscita urgente dal nucleare: invecchiamento delle installazioni (la maggioranza dei reattori supera i 30 anni di funzionamento), produzione di scorie ingestibili, necessità di una vera transizione energetica…».
L’affaire dei misteriosi droni, dei quali nessuno sembra sapere ragione ed origine, richiede certamente di essere chiarito, ma secondo “Sortir du nucléaire” la sola misura in grado di proteggere le popolazioni che vivono intorno agli impianti nucleari francesi, «Resta la chiusura urgente delle centrali, in primo luogo di quelle che hanno superato i 30 anni, così come la messa in opera di una reale transizione energetica che si basi sul risparmio energetico e le energie rinnovabili. Non ci sono rischi di minaccia terroristica con una pala eolica o un pannello solare».