Corrosione degli evaporatori più rapida di quella prevista durante la loro progettazione
Nucleare: grossi problemi a Beaumont-Hague, l’impianto più radioattivo d’Europa
Nell’impianto arrivano anche le scorie nucleari delle vecchie centrali italiane
[26 Febbraio 2016]
Allarme per il sito più radioattivo della Francia: il 25 febbraio l’Autorité de Sûreté Nucléaire (ASN) ha avvertito che a Beaumont-Hague «Potrebbe essere portata ad imporre la chiusura dell’impianto (un evaporatore, ndr) in caso di deterioramento eccessivo» e Guillaume Bouyt, a capo della divisone dell’l’ASN a Caen ha detto all’Agence France-Presse che «Questo arresto potrebbe avere come conseguenza una riduzione del volume di attività dell’impianto» di Areva. L’Agenzia spiega che un evaporatore «estremamente irradiante assicura la concentrazione dei prodotti di fissione, che contengono la maggior parte della radioattività» dei combustibili irradiati nelle centrali.
Nell’impianto Areva di Beaumont-Hague, dove lavorano 5.000 persone, arriva tutto il combustibile irradiato delle centrali nucleari francesi ed anche parte di quello delle vecchie centrali italiane, ma riprocessa anche scorie provenienti da Belgio, Germania, Svizzera e Olanda e Giappone, è quindi il sito dove si concentra più materiale radioattivo in tutta Europa.
Le prime misurazioni dello spessore di questi evaporatori sono state realizzate da Areva solo nel 2012, su richiesta dell’ASN, nel quadro del primo riesame periodico decennale dell’impianto UP3-A. Areva ha completato le misurazioni nel 2014 e 2015 e ha trasmesso i risultati all’ASN nel dicembre 2015 e l’Autorité de Sûreté Nucléaire dice che «Mettono in evidenza una corrosione di alcuni evaporatori più rapida di quella prevista durante la loro progettazione. Questi risultati sono di natura da rimettere in causa la sicurezza a medio termine. La tenuta di queste attrezzature alla pressione dei loro circuiti di riscaldamento o a un sisma potrebbe essere rimessa in causa nei prossimi anni e potenzialmente dal 2018 per l’evaporatore più degradato».
In un comunicato l’ASN rende noto che, «Tenuto conto di questi nuovi elementi, l’ASN ha deciso di inquadrare dal punto di vista regolamentare il proseguimento del funzionamento di queste attrezzature. In particolare, Areva dovrà rafforzare la vigilanza su questi evaporatori ed installare mezzi supplementari s (mezzi di isolamento, contenimento avanzato, ecc.) che permettano di limitare le conseguenze di un’eventuale fuga o rottura».
Inoltre l’ASN sottolinea che solo pochi evaporatori sono accessibili, dato che sono impiantati in casematte di cemento armato inaccessibili al personale a causa dell’alto livello di radioattività, tanto che l’ASN per le sue misurazioni ha dovuto utilizzare delle pertiche articolate.
Il 15 febbraio, in occasione di una commissione di informazione locale a Beaumont-Hague, l’ASN ha reso noto che quando sono entrati in servizio nel 1984 e 1994 gli evaporatori avevano pareti di 14 millimetri, oggi sono rispettivamente ridotte a 8 e 10 mm,
Areva ha detto che rispetterà le richieste dell’ASN e che, in particolare, abbasserà la temperatura degli evaporatori e che conta di sostituirli a partire dal 2021.
Non è la prima volta che Areva deve fare i conti con l’ASN. Il problematico e costosissimo cantiere del reattore l’EPR di Flamanville subisce regolarmente i richiami dell’Autorité de Sûreté Nucléaire e, dopo la rivelazione di gravi anomalie nell’acciaio del contenimento del reattore nucleare di terza generazione, nel quale si produce la fissione degli atomi, l’Institut de radioprotection et de sûreté nucléaire (IRSN), un organismo dipendente dall’ASN, aveva rilevato dei problemi nelle valvole di sicurezza del circuito primario.