Nucleare, Iaea: «L’Iran mantiene gli impegni dell’accordo. Nessun contatto con Trump»
Incontro Trump Netanyahu per rivedere l’accordo G5+1 Iran voluto da Obama?
[15 Febbraio 2017]
Parlando con i giornalisti a margine del World Government Summit a Dubai, negli Emirati Arabi Uniti, il direttore generale dell’International atomic enegy agency (Iaea), il giapponese Yukiya Amano, atomica, ha confermato ancora una volta che l’Iran sta mantenendo gli impegni previsti dal Joint Comprehensive Plan of Action, (Jcpoa) nel quadro del suo programma nucleare concordato con il G5+1 (Cina, Francia, Gran Bretagna, Russia, Usa e Germania) con la mediazione dell’Unione europea.
Amano ha detto che «L’implementazione di tale accordo è molto importante e richiede sforzi continui di tutti … Esiste anche un sistema di sorveglianza ben preciso e forte».
Il direttore generale dell’Iaea ha sottolineato di non aver ancora avuto nessun contatto con il presidente degli Stati Uniti Donald Trump né con il suo staff sulla questione del nucleare iraniano, precisando però che l’Iaea «E’ costantemente in contatto» con gli Stati Uniti ma di non aver sentito nulla riguardo alle intenzioni di Trump di rivedere l’accordo con l’Iran. «Mi aspetto contatti diretti con la nuova amministrazione molto presto» ha detto Amano che fa diplomaticamente finta di non sapere quel che è noto a tutti: Trump vuole la linea dura contro la Repubblica Islamica dell’Iran, costringendo Theran a rivedere l’accordo sul nucleare fortemente voluto da Barack Obama.
Non a caso Trump ha incluso l’Iran tra i 7 Paesi musulmani (spesso a maggioranza sciita) ai cui cittadini vule vietare l’ingresso negli Usa. La Casa Bianca non è stato possibile raggiungere per un commento.
Nell’incontro di oggi tra Trump e il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, probabilmente l’Iran sarà uno dei principali temi all’ordine del giorno: Netanyahu si è sempre opposto all’accordo nucleare G5+1 – Iran e ha addirittura minacciato di bombardare gli impianti nucleari iraniani. Diversi analisti dicono che il presidente Usa e il premier israeliano discuteranno di come smantellare il Jcpoa o di nuove sanzioni contro l’Iran. Cosa che solleverebbe dure reazioni da parte di Russia e Cina e che infastidirebbe non poco i Paesi europei garanti dell’Accordo e l’intera Ue, a partire dall’Italia, che è ritornata a fare affari d’oro con Teheran dopo che sono state tolte le sanzioni.
Dopo che il Congresso Usa dominato dai repubblicani ha invece esteso alcune sanzioni contro l’Iran, la Repubblica Islamica a dicembre aveva annunciato che sta progettando di costruire navi a propulsione nucleare (con l’assistenza russa), cosa possibile secondo l’accordo nucleare, che permette all’Iran di sviluppare la ricerca atomica pacifica.
Amano ha detto che il governo iraniano non aveva altro da commentare sulle dichiarazioni di Trump, ma che Teheran è rimasta in costante contatto con l’Iaea e ha ricordato la sua visita a dicembre a Teheran, durante la quale ha incontrato il presidente iraniano Hassan Rouhani e altri esponenti della Repubblica Islamica. «Perché non incontrarsi di nuovo nel prossimo futuro?», ha aggiunto rivolto a un summit ospitato da un Paese che ha dispute territoriali con l’Iran e che fa parte della coalizione di monarchie assolute sunnite del Golfo, a guida saudita, che vede nell’Iran il più grosso pericolo e che ha scatenato una guerra nello Yemen contro gli Huthi sciiti zayditi alleati di Teheran, che hanno preso il potere a Sana’a.
Amano ha detto che l’accordo con l’Iran ha retto nonostante alcuni eventi, come una quantità leggermente superiore di acqua pesante usata dagli iraniani rispetto a quanto concordato, una scoperta che però dimostra la validità dei controlli Iaea. L’acqua pesante preoccupa molto perché viene utilizzata per raffreddare reattori che possono produrre notevoli quantità di plutonio, che possono essere utilizzati per produrre testate nucleari. The Times of Israel ricorda che nel novembre 2016, l’Associated Press era entrata in possesso di un rapporto riservato dell’Onu che dimostrava che l’Iran aveva leggermente superato la quota assegnatagli di acqua pesante 143,3 tonnellate ma si tratta solo di 100 kg in più. In seguito, l’Iran ha venduto parte dell’acqua pesante in eccesso all’Oman, il sultanato della penisola arabica alleato dell’Arabia Saudita e degli Emirati ma che non ha rotto con Teheran, tanto che fa da intermediario tra l’Iran e gli Usa.
Amano ha anche sottolineato che le riserve iraniane di uranio low-enriched sono rimaste è rimasto al di sotto del livello richiesto di l’accordo nucleare e ha concluso: «L’Iaea sta funzionando come gli occhi e le orecchie della comunità internazionale».