Nucleare, l’Iran: «L’International atomic energy agency dovrebbe svolgere il proprio lavoro in modo indipendente»
Dopo la bocciatura dell’embargo contro l’Iran al Consiglio di sicurezza e l’accordo Israele-EAU, Mosca e Teheran sempre più vicine, anche militarmente
[25 Agosto 2020]
Il direttore generale dell’International energy agency, Rafael Mariano Grossi, è in Iran per incontri con le autorità iraniane di alto livello. La visita e è la sarà la prima da quando è entrato in carica lo scorso dicembre e Grossi ha annunciato che affronterà la cooperazione dell’Iran con l’Aiea e in particolare che l’Iran conceda l’accesso agli ispettori dell’Agenzia ai luoghi richiesti.
Prima di partire per l’Iran, Grossi ha spiegato che «Ho deciso di andare personalmente a Teheran in modo da poter rafforzare l’importanza della cooperazione e la piena attuazione di tutti gli impegni e gli obblighi di salvaguardia con l’Iaea. Il mio obiettivo è che i miei incontri a Teheran portino a progressi concreti nell’affrontare le questioni in sospeso che l’Agenzia ha in relazione alle salvaguardie in Iran e, in particolare, per risolvere il problema dell’accesso. Spero anche di stabilire un proficuo e cooperativo canale di dialogo diretto con il governo iraniano che sarà prezioso ora e in futuro».
Ma l’accoglienza che gli iraniani hanno riservato al direttore generale dell’Iaea è stata freddina e, durante una conferenza stampa congiunta con Grossi, Ali Akbar Salehi, direttore dell’Organizzazione iraniana per l’energia atomica, ha detto che «L’International atomic energy agency dovrebbe svolgere il proprio lavoro in modo indipendente. La Repubblica islamica non è disposta ad accettare nessuno obbligo/impegni, al di fuori di quelli già descritti, nel Piano d’azione congiunto globale, siglato nel 2015».
Grossi dovrebbe incontrare anche il ministro degli esteri iraniano Mohammad Javad Zarif e il presidente della Repubblica islamica Hassan Rohani che gli ribadiranno quel che oggi riferisca l’agenzia Pars Today: «L’obiettivo è ottenere l’accesso ai siti nucleari del Paese».
L’Iran è forte del voto con il quale il Consiglio di sicurezza dell’Onu ha respinto la bozza della risoluzione presentata dagli Usa per rinnovare l’embargo all’Iran con il veto di Cina e la Russia hanno votato contro e la significativa astensione di Francia, Regno Unito, Germania (firmatarie dell’accordo G5+1 con l’Iran e gli Usa) Belgio, Estonia, Indonesia, Niger, St Vincent e Grenadines, Sudafrica, Tunisia e Vietnam. Gli Stati Uniti di Trump hanno ottenuto solo l’appoggio della Repubblica Dominicana.
La Russia si è schierata decisamente con l’Iran e Mikhail Ulyano, rappresentante permanente della Russia presso le organizzazioni internazionali a Vienna – Iaea compresa – ha dichiarato su Twitter che «Washington ha fatto tutto per costringere Tehran ad avviare il disimpegno dei suoi impegni nucleari. Questa è una verità ed esistono delle prove attendibili al riguardo».
Riferendosi poi agli sforzi dell’amministrazione Trump di rinnovare le sanzioni internazionali contro l’Iran attivando il meccanismo di “snapback”, Ulyano ha evidenziato che «La mossa americana può danneggiare il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. L’amministrazione Trump non può attivare il meccanismo di ritorno delle sanzioni attraverso il JCPOA (Joint Comprehensive Plan of Action, ndr), dato che nel maggio del 2018 ha abbandonato lo stesso accordo sul nucleare iraniano».
Intanto l’Iran si avvicina sempre più alla Russia, anche militarmente e l’agenzia internazionale iraniana IRIB riferisce che il ministro della difesa iraniano, il generale di brigata Amir Hatami, parlando domenica a margine del sesto Salone internazionale di Mosca ha dichiarato che «L’accordo di cooperazione militare firmato tra l’Iran e la Russia è basato sulla fiducia reciproca e mira a tutelare la pace e la sicurezza nella regione. L’accordo di cooperazione tra i due Paesi avrà impatti positivi sulla stabilizzazione della pace e della sicurezza regionale ed internazionale».
E’ evidente che Hatami si riferisce all’accordo tra Emirati Arabi Uniti e Israele che ha terremotato gli equilibri nel Golfo Persico/Arabo in funzione anti-iraniana.
Non a caso il ministro della difesa iraniano e il suo collega russo Sergey Shoygu, hanno concordato sul fatto che «E’ inevitabilmente necessario che Teheran e Mosca rafforzino le cooperazioni bilaterali considerando le continue minacce ai due Paesi».
E Pars Today conferma: «Una delegazione iraniana si è recata a Mosca per concordare le misure comuni di difesa che sono considerate necessarie per affrontare le minacce comuni alla sovranità ed integrità delle due nazioni alleate».