Nuovo carico di bombe destinate all’Arabia Saudita, via mare da Olbia a Piombino? (FOTO)
Il carico di bombe imbarcato su una nave della Moby Lines? Lo denuncia di PiIi (Unidos)
[22 Novembre 2015]
Il deputato sardo di Unidos Mauro Pili – ex presidente della Regione Sardegna ed ex capolista del Popolo delle libertà in Sardegna ed oggi leader di Unidos Sardegna – Club della Libertà – ha pubblicato sul suo profilo Facebook le immagini del trasbordo partito ieri alle 14,00 dalla fabbrica di armi sarda di Domusnovas per giungere alle 19.00 al Porto di Olbia, dove il carico di bombe alle 22,00 ha lasciato l’isola con un cargo della Moby Lines diretto a Piombino, proprio mentre sull’alto Tirreno imperversava una delle maggiori tempeste di vento degli ultimi anni. Secondo Pili, da Piombino il carico di armi, come quelli precedenti partiti dalla Sardegna con aerei, è destinato all’Arabia Saudita, un Paese in guerra e sospettato di finanziare ed armare lo Stato Islamico/Daesh ed altre milizie jihadiste vicine ad Al Qaeda, dovrebbe essere si sposterà in uno degli aeroporti del continente dove nelle prossime ore l’aereo cargo li trasporterà in Arabia Saudita.
Ecco cosa denuncia il neo-autonomista Pili: «L’ennesimo illegale carico di bombe ha lasciato la Sardegna durante la notte. Questa volta il carico di morte ha attraversato da sud a nord l’intera isola, lungo la 131 e poi la diramazione nuorese verso Olbia, nel maldestro tentativo di sfuggire ai riflettori dell’aeroporto di Cagliari. Quattro tir marchiati con i simboli dell’esplosivo, scortati da sicurezza privata, affidati ad fornitore globale di trasporto tra i più grandi al mondo hanno raggiunto nella notte il porto Isola Bianca di Olbia. All’interno dei quattro mastodontici Tir 1000 bombe, ennesima fornitura destinata all’Arabia Saudita. Hanno atteso che arrivasse il Cargo della Moby per poi imbarcarsi alla volta di Piombino, per svolgere le operazioni di scarico al coperto verso la destinazione finale del carico di bombe. Ancora una volta si tratta delle micidiali bombe Mk83 prodotte dallo stabilimento tedesco in terra sarda, nel comune di Domusnovas. Bombe vietate dall’Onu e la cui compravendita è vietata persino dalle norme italiane. E’ la destinazione ad essere sotto accusa, a partire dall’Onu. Le stesse bombe hanno, infatti, già provocato la morte di oltre 400 bambini nello Yemen dove l’Arabia Saudita sta conducendo un vero e proprio attacco distruttivo che sta devastando le popolazioni civili. Tutto questo traffico di morte dalla sta avvenendo con l’avvallo del governo italiano prima con il parere contrario al mio ordine del giorno dei giorni scorsi per bloccare l’operazione di Cagliari e poi con le spregiudicate e indegne dichiarazioni del ministro della Difesa Pinotti. A tutto questo si aggiunge che questo acquisto, condannato personalmente dal numero uno dell’Onu, è stato avvallato dal governo americano che ha dato il suo via libera al rifornimento di armi all’Arabia saudita. Il 16 novembre scorso a Washington il Dipartimento di Stato ha adottato una decisione che approva la vendita al governo dell’Arabia Saudita per munizioni aria-terra ed equipaggiamento associato, parti e supporto logistico per un costo stimato di un miliardo e 290 milioni di dollari. La Defense Security Cooperation Agency ha emesso la certificazione necessaria e la notifica del Congresso per la vendita è del 13 novembre del 2015. A pochi giorni dal visto americano è stato dato il via libera all’operazione di trasbordo di ben 2000 bombe Mk83 dalla Sardegna. Mille bombe sono partite nel primo carico e altre 1000 ieri via mare. E l’autorizzazione americana (allegata a questa nota) ignora totalmente il reale uso che viene fatto di quelle bombe e della stessa condanna dell’Onu. “Questa acquisizione – è scritto negli atti – contribuirà a sostenere forti relazioni militari-to-militare tra gli Stati Uniti e l’Arabia Saudita, migliorare l’interoperabilità operativa con gli Stati Uniti, e consentire all’Arabia Saudita di affrontare le minacce regionali e salvaguardare le maggiori riserve di petrolio del mondo”. E’ fin troppo evidente – conclude Pili – che il commercio delle armi e gli affari passano sulla testa di tutti i valori etici e morali e a niente valgono gli appelli dell’Onu a non vendere armi per quel conflitto che sta ammazzando migliaia di civili e centinaia di bambini. Tutto questo è immorale e lo Stato italiano è complice di tutto questo».