Petrolio, protesta in Regione: «Il mare di Sicilia non si tocca». In arrivo 21 nuovi pozzi

Greenpeace e Wwf chiedono al presidente Crocetta di convocare il tavolo tecnico per fermare le trivelle

[4 Aprile 2014]

WWF e Greenpeace chiedono alla Regione Sicilia di fermare le trivellazioni petrolifere e puntare su efficienza energetica e fonti rinnovabili pulite, biodiversità, tutela delle economie della pesca e del turismo. In arrivo autorizzazioni per ben 21 pozzi.

Questa mattina Greenpeace e WWF hanno protestato davanti al palazzo della Regione Sicilia, avviando simbolicamente il “tavolo tecnico” contro le trivelle in mare promesso oramai un anno fa e mai avviato dal presidente Crocetta e dall’assessore all’Ambiente Lo Bello. Gli attivisti hanno esposto striscioni con i messaggi “No Trivelle nel Canale di Sicilia” e “Il mare di Sicilia non si tocca” e, allestendo in pochi minuti tavolo e sedie, hanno voluto dimostrare quanto poco ci voglia ad avviare una fase consultiva per tutelare il mare della Sicilia.

«Le estrazioni petrolifere nel Canale di Sicilia non solo mettono in pericolo l’ecosistema e la ricca biodiversità di quest’area, ma anche tutti quei settori dell’economia come la pesca e il turismo che dipendono dal mare», dichiarano Greenpeace e WWF.

Da tempo Greenpeace e WWF si battono per impedire i numerosi progetti di trivellazione che minacciano il Canale di Sicilia; lo scorso febbraio hanno lanciato insieme una petizione sul sito di change.org rivolta al presidente Crocetta perché mantenesse le sue promesse per un futuro senza trivelle, e al momento oltre 36.000 persone hanno deciso di sottoscrivere l’appello, al quale però il presidente non ha mai risposto.

Nel frattempo Edison e ENI stanno per essere autorizzati a trivellare fino a ventuno pozzi al largo di Pozzallo per l’estrazione di bitume con la piattaforma “Vega b”. Una follia che non genera occupazione (la piattaforma sarà automatizzata) e rischia di avviare la corsa all’oro nero nel Canale di Sicilia. Per fermare questa follia, Greenpeace e WWF hanno distribuito un documento che riassume compiti e obiettivi del tavolo tecnico: progetti legislativi, iniziative politico-istituzionali, collaborazioni scientifiche e progetti culturali.

«Chiediamo un impegno forte a favore dell’ambiente e non degli interessi dei petrolieri, contro le perforazioni off-shore e a favore di provvedimenti efficaci per la tutela del Canale di Sicilia, una delle zone più ricche di biodiversità del Mediterraneo», concludono WWF e Greenpeace.

Mentre Crocetta e il suo assessore all’Ambiente, Lo Bello, promettevano un tavolo tecnico contro le trivelle, l’Assemblea Regionale approvava misure incentivanti le estrazioni petrolifere e Crocetta si schierava su questa linea, sostenendo di non poter “pensare di mettere norme che disincentivano l’attività economica, produttiva e imprenditoriale”. Greenpeace e WWF ritengono piuttosto che, come dimostrano i ripetuti incidenti al petrolchimico di Gela, niente come il petrolio e le trivelle disincentivi l’attività economica, produttiva e imprenditoriale in Sicilia. Il mare è il vero petrolio, l’oro blu, su cui la Regione aveva promesso di voler puntare.