Piombino, Aferpi: il momento della trasparenza

Le domande del Movimento 5 Stelle dopo il passaggio della Lucchini a Cevital

[10 Luglio 2015]

Riceviamo e pubblichiamo

 

La cessione della Lucchini al gruppo algerino Cevital è stata fatta: non è il momento di imbonire o rasserenare, ma di aprire una lunga fase nella quale i livelli di attenzione e controllo devono rimanere ai massimi livelli. A partire dal rispetto del cronoprogramma previsto dal piano industriale. Piano ormai pubblico ed ampiamente conosciuto dal ministero dello sviluppo economico che prevedeva tempistiche chiare e stringenti. Talmente stringenti che, per effetto dello slittamento della firma, è già stato disatteso. Il piano infatti prevedeva per l’inizio del mese di Luglio il contemporaneo avvio delle procedure per la realizzazione del primo forno elettrico e del revamping dei treni di laminazione TVE e TMP. Adesso che c’è un soggetto imprenditoriale alla proprietà dello stabilimento, tutti i vincoli alla riservatezza decadono.

Ora politica ed istituzioni devono chiedere con forza l’evidenza degli investimenti messi nero su bianco nel piano industriale e contemporaneamente pretendere di mettere a conoscenza città e lavoratori su quanto sia stato il reale prezzo di cessione della Lucchini e sui contenuti del famigerato preliminare di vendita. Su questa partita si aprono altre questioni non meno importanti, prima fra tutte la liquidazione del TFR e delle ferie residue dei lavoratori finiti nello stato passivo Lucchini. Per molti lavoratori, per i quali si prospetta un lungo periodo di cassa integrazione guadagni, il riconoscimento di questo diritto acquisito rappresenterebbe un vitale polmone necessario per la sussistenza della famiglia, e per uno strano contenzioso fra due parti pubbliche (Amministrazione straordinaria e Ministero dell’Ambiente) si corre il serio rischio di allontanarne il godimento per un periodo immotivatamente lungo.

I lavoratori Lucchini si sono visti catapultati in una situazione, in realtà ancora nebulosa, sulle basi di un verbale di conciliazione che sono stati chiamati a firmare senza avere il necessario tempo per comprenderne i termini.

Perché la bozza non è stata pubblicizzata prima? Magari prima del referendum con cui si è preteso di avvalorare quello che il governatore Rossi ha definito “modello Piombino”, alternativo e contrapposto al ricattatorio metodo Marchionne?

La mancanza di chiarezza sui criteri adottati dall’azienda per la selezione dei 1080 passati con AFERPI e sui criteri con i quali si provvederà ad un’eventuale (ma non garantita ) rotazione , rischia di scatenare la tanto temuta “guerra fra poveri “. Uno scenario di questo tipo deve ad ogni costo essere evitato perché andrebbe a minare alla base l’unità dei lavoratori e la coesione sociale in tuta la città. Ma tale risultato può essere ottenuto con solo con la massima trasparenza e già da ora ci sentiamo di affermare che faremo, ancora una volta, la nostra parte affinché non ci siano ombre da dissipare. Annunciamo la nostra intensione di richiedere un incontro con i vertici aziendali AFERPI in IV commissione che non dovrà essere un’iniziativa a spot, ma un metodo di lavoro da reiterare con regolare cadenza nei prossimi anni ed attraverso il quale politica e cittadini potranno avere evidenza del rispetto del piano industriale e delle tempistiche in esso contenute.

Movimento 5 Stelle Piombino