Più metano negli impianti autostradali: Guidi, al lavoro con le Regioni
Pizzolante (AP): «Numerose stazioni di servizio autostradali dismesse nei prossimi mesi?»
[17 Marzo 2016]
Rispondendo al Question time alla Camera a un’interrogazione a risposta immediata presentata da Sergio Pizzolante (AP), la ministro dello sviluppo economico, Federica Guidi, ha detto che «In Italia vi sono 3.200 impianti Gpl di cui circa 225 in autostrada, e mille impianti con metano, di cui 28 in autostrada. La rete di Gpl appare dunque sviluppata anche in autostrada, sulla distribuzione del metano invece stiamo lavorando su più livelli, in primo luogo è stato sottoscritto un protocollo per il metano in autostrada da parte di alcune Regioni – Piemonte, Liguria, Lombardia, Emilia Romagna, Marche, Puglia – e associazioni – Legambiente, Aiscat, Unione petrolifera, Assopetroli, Federmetano, Assogasmetano – inoltre a livello centrale siamo intervenuti disponendo che nelle procedure concorsuali per l’affidamento del servizio sia inserito l’obbligo di adeguamento per la fornitura di ulteriori carburanti, in particolare metano anche nella forma liquida».
Nella sua interrogazione Pizzolante sottolineava che «Secondo affermazioni rilasciate il 24 luglio 2015 dal dottor Alessandro Gilotti, allora presidente dell’Unione Petrolifera, riprese da numerose agenzie di stampa e, più estesamente, dal mensile Quattroruote nel numero del mese di agosto 2015, le stazioni di servizio per l’erogazione di carburanti “tradizionali” – benzina e gasolio – sarebbero troppo numerose e poco redditizie, essendo «i volumi erogati dagli impianti molto bassi, mentre le royalties sui prodotti venduti che le società petrolifere devono pagare a quelle autostradali sono spesso altissime. Secondo i dati riportati da Gilotti, infatti, si sarebbe verificato un crollo vertiginoso delle vendite in autostrada (-54% dal 2007) che avrebbe reso superfluo un numero considerevole di stazioni di servizio attualmente operanti; il 31 dicembre 2015, inoltre, sono in scadenza circa 300 concessioni di aree di servizio autostradali (230 delle quali non prorogabili), rispetto alle quali le compagnie petrolifere non hanno manifestato alcun interesse; alle concessioni in scadenza non prorogabili e non rinnovate dalle compagnie vanno aggiunte le circa 3.000 stazioni tecnologicamente obsolete e non coerenti con i principi della sicurezza stradale situate lungo la rete viaria ordinaria che, in conseguenza di un accordo tra gestori, Assopetroli e Unione Petrolifera, dovrebbero essere prossimamente dismesse; in data 31 marzo 2014 è stato adottato il decreto, di concerto tra il Ministro dell’interno e il Ministro dello sviluppo economico, “Modifiche ed integrazioni all’allegato A al decreto del Presidente della Repubblica 24 ottobre 2003, n. 340, recante la disciplina per la sicurezza degli impianti di distribuzione stradale di g.p.l. per autotrazione” (14A02767), che autorizza negli impianti di rifornimento multi-prodotto la presenza contemporanea di carburanti liquidi e gassosi, metano e gpl, e la possibilità di erogare questi ultimi anche in modalità self-service; negli anni passati la società Autostrade si è espressa ripetutamente a favore dell’integrazione nelle aree di servizio di erogatori di diverse tipologie di carburante, incluso gpl e metano. In particolare, già in occasione di un incontro avvenuto nel 2005 presso la regione Emilia-Romagna con i sindaci delle città di Piacenza e Bologna – in rappresentanza anche dei comuni di Parma, Reggio Emilia e Modena – l’amministratore delegato dottor Castellucci ha assunto l’impegno di inserire nei bandi di gara per le concessioni degli impianti di carburante lungo l’autostrada A1, l’obbligo di erogazione di metano e gpl nelle aree di servizio in cui è prossima la scadenza delle concessioni»
Dopo aver ricordato che la normativa vigente prevede un «fondo per la razionalizzazione della rete di distribuzione dei carburanti destinato anche alla erogazione di contributi per la chiusura e contestuale trasformazione da impianti di distribuzione di carburanti liquidi in impianti di distribuzione esclusiva di metano o di gpl per autotrazione». Pizzolante ha evidenziato che «Tali fondi, dunque, dovrebbero incentivare lo smantellamento dei distributori tradizionali di benzina e gasolio in favore della riconversione in distributori di metano e gpl» ed ha sottolineato che «Vi è la concreta possibilità che numerose stazioni di servizio autostradali vengano dismesse nei prossimi mesi, o perché non più sufficientemente redditizie per le compagnie che le gestiscono o perché le relative concessioni non sono più rinnovabili». Quindi ha chiesto al ministro «se non ritenga opportuno incentivare ulteriormente la riconversione di tali stazioni in impianti di erogazione di metano e gpl per autotrazione, coerentemente alle indicazioni citate in premessa, prevedendo nuove misure per incrementare adeguatamente il fondo predisposto ad hoc, laddove necessario di concerto con le regioni e le concessionarie autostradali».
La Guidi ha risposto che «Ulteriori interventi potranno essere inseriti nel dlgs di recepimento della direttiva 94/2014 sulla realizzazione di un’infrastruttura sui combustibili alternativi, la Dafi (Directive on alternative fuel infrastructure 2014/94/EU). Per il finanziamento di queste misure è allo studio l’utilizzo di fondi europei, specialmente del Fondo di coesione e sviluppo, con particolare attenzione alle regioni del Mezzogiorno che registrano un ritardo nella distribuzione e nell’utilizzo di questi carburanti».
Il ministro ha comunque ammesso che, con i suoi 23.000 impianti la rete italiana di distribuzione dei carburanti ha grossi problemi strutturali, specie se la si paragona a quella dei principali Paesi europei, e ha ricordato che «Il Fondo per la sua razionalizzazione è alimentato dai gestori e dai titolari degli impianti non autostradali ed è essenziale per garantire la sostenibilità sociale e ambientale proprio al processo di ristrutturazione della rete. Al momento non è previsto che le sue risorse siano destinate ad altre finalità e un eventuale ampliamento di risorse o di competenze dovrebbe essere comunque concertato con i soggetti che lo finanziano».
Riguardo alle iniziative per favorire la riconversione dei distributori tradizionali di benzina e gasolio, prossimi alla dismissione, in distributori di metano e gpl, la Giudi ha detto che «Per quanto riguarda il settore autostradale siamo di recente intervenuti, con il decreto interministeriale Mise-Mit del 7 agosto 2015, attraverso varie misure di razionalizzazione della rete e anche di rivisitazione dei servizi all”utenza e in questo contesto le chiusure sono limitate a 25 aree a fronte di 16 nuove aperture. Inoltre, a livello centrale si è intervenuti disponendo che nelle procedure concorsuali per l”affidamento del servizio sia inserito l’obbligo di adeguamento per la fornitura di ulteriori carburanti, in particolare metano anche nella forma liquida. Ulteriori interventi potranno anche essere inseriti nel decreto legislativo di recepimento della direttiva 94 del 2014 sulla realizzazione di un”infrastruttura per i combustibili alternativi».
La Guidi ha concluso ricordato che al ministero dello sviluppo economico «E’ stato istituito un tavolo di concertazione con le Regioni per sviluppare proprio iniziative innovative di distribuzione di metano, compreso il biometano in forma compressa o liquida per la realizzazione di nuovi impianti e per il potenziamento di quelli esistenti sia sulle reti stradali sia su quelle urbane e ordinarie. Per quanto riguarda il finanziamento di queste misure, è allo studio l”utilizzo di fondi europei, specialmente del Fondo di coesione e sviluppo, con particolare attenzione alle regioni del Mezzogiorno che registrano in effetti un ritardo nella distribuzione e nell”utilizzo di questo carburante».