
Il Popolo del Giaguaro difende gli indios incontattati dalla multinazionale petrolifera

I Matsés, una tribù amazzonica di circa 2.200 persone, conosciuta come il “Popolo del Giaguaro” per i tatuaggi e le decorazioni del viso, ha inviato insieme a Survival International un appello urgente agli azionisti della multinazionale petrolifera canadese-colombiano Pacific Rubiales, chiedendo di proteggere le vite degli indiani incontattati minacciati dal lavoro della compagnia.
Nella lettera inviata alla Fidelity Worldwide Investment e che ha per oggetto “attività della Pacific Rubiales nel Nord del Perù”, si legge: «Vi scriviamo per farvi pervenire un messaggio da parte degli Indiani Matsés del Perù settentrionale. I Matsés hanno informato Survival International che elicotteri e operai della compagnia petrolifera stanno operando nel territorio abitato dalla tribù e dai suoi vicini incontattati. All’inizio dell’anno, la PacificRubiales, di cui la sua compagnia è azionista, ha iniziato a effettuare prospezioni petrolifere nel “Lotto 135”, nel dipartimento di Loreto dell’Amazzonia peruviana. È noto che alcune tribù incontattate vivono nel “Lotto 135”: se dovessero entrare in contatto con l’esterno, le loro vite, e quelle dei lavoratori petroliferi, sarebbero messe in grave pericolo. I Matsés hanno diritti territoriali sull’area che si trova proprio a nord del “Lotto 135”, e utilizzano l’area dove lavora la compagnia per cacciare e raccogliere cibo. Il loro territorio ufficiale è stato inserito all’interno di un secondo lotto (il 137),sempre di proprietà della PacificRubiales e in cui la compagnia ha confermato di avere in progetto future prospezioni».
Vicino ai Matsés vivono altri gruppi indigeni incontattati, sia in Perù sia in Brasile. Negli anni ‘90, i taglialegna invasero la terra matsés e gli Indiani incontattati fuggirono. Secondo i Matsés, oggi stanno ritornando: «Quando i taglialegna invasero la nostra terra, i gruppi incontattati sparirono. Oggi abbiamo mandato via i taglialegna e gli Indiani stanno tornando. La compagnia petrolifera li costringerà a fuggire di nuovo».
Salomon Dunu, un Matsés spiega in un video pubblicato da Survival: «I nostri fratelli incontattati vivono nella foresta. Li abbiamo sentiti molte volte, sappiamo che ci sono. Siamo un popolo indigeno, e abbiamo bisogno di spazio per vivere. Non abbiamo solo bisogno di spazio per i nostri orti e le nostre case, ma anche per cacciare. Ora, i luoghi dove cacciavamo abitualmente sono tagliati dalle linee sismiche della compagnia petrolifera. Dite al mondo che i Matsés rimangono fermamente contrari alla compagnia petrolifera. Non la vogliamo nella nostra terra».
La lettera del popolo del giaguaro conclude: «Vi preghiamo di rispettare le leggi internazionali proteggendo il diritto dei popoli tribali alle loro terre e alla vita. Per questo, chiediamo alla vostra società di disinvestire dalla PacificRubiales».
I Matsés e Survival International hanno inviato il messaggio a centinaia di azionisti, che comprendono il fior fiore del mega capitalismo internazionale: Citigroup, JP Morgan, General Electric, Blackrock, Hsbc, Allianz, Santander, e Legal and General, Tra gli azionisti “italiani” ci sono anche Arca, Bnp Paribas, Credit Suisse e Rossini Lux Funds. Nelle algide stanze dei colossi dell’economia forse faticheranno a dare un peso ai ricordi di Salomon che rievoca quando negli anni ’60 il popolo del giaguaro incontrò gli uomini bianchi: «La vita prima del contatto era straordinaria. Vivevamo su un lato del fiume e ci spostavamo sull’altro per coltivare i nostri orti. Quando era il momento, abbandonavamo quegli orti per crearne di nuovi, in un luogo diverso. Questa era la vita prima del contatto!».
Nel 1969 i Matsés furono contattati da alcuni membri del Summer Institute of Linguistics, un gruppo missionario americano. I missionari arrivarono dopo i violenti scontri tra i coloni, che volevano costruire una strada nel territorio matsés, e gli Indiani, che difendevano la loro terra. Numerosi coloni furono uccisi dopo aver occupato una delle case comunitarie dei Matsés e aver alzato la bandiera peruviana, questo provocò l’intervento dell’esercito peruviano. Da allora, i Matsés hanno sostituito le loro abitazioni comunitarie con case monofamiliari e hanno abbandonato molte delle loro cerimonie. Resta invece l’utilizzo di una rana arboricola verde, conosciuta come “acate” (o Kambo), che secerne un fluido gelatinoso che uomini e donne utilizzano per darsi più coraggio ed energia, inoltre la sostanza acutizza la vista e migliora quindi i risultati della caccia. Il fluido viene raccolto con un bastoncino sfregato sulla pelle della rana, poi la secrezione viene inserita in piccoli fori praticati sulla pelle del destinatario. Vertigini e nausea lasciano presto il posto a una sensazione di lucidità e forza che può durare per diversi giorni.
Il direttore generale di Survival International, Stephen Corry, ammonisce i grandi azionisti della Pacific Rubiales sul possibile danno di immagine che potrebbe derivare dall’appoggio alla Pacific Rubiales: «È molto probabile che il contatto tra gli operai petroliferi e gli Indiani incontattati risulti letale per la tribù. Di fatto, con tutta probabilità, la tribù verrà decimata. La compagnia petrolifera lo sa. Ed è anche consapevole di violare la legge nel portare avanti i suoi pericolosi progetti senza il consenso del popolo a cui quelle terre appartengono».
