Sesto Renewable Energy Report 2020, redatto dal Politecnico di Milano
Rinnovabili e Covid: obiettivi 2025 quasi impossibili… e la Germania ci doppia
Dal 2009 si è passati da poco più di 30 GW di potenza installata agli attuali 55, ma sono quasi stabili dal 2013
[24 Giugno 2020]
Per le rinnovabili il Covid-19 è stato un po’ come se avesse sparato sulla Croce Rossa. Da tempo la crescita del settore non segna numeri importanti – di oggi anche il Manifesto l’Associazione nazionale energia del vento (Anev) ed Elettricità Futura di Confindustria – e il lockdown è stata una vera pioggia sul bagnato. Un dato valga subito su tutti: a dicembre 2019, la potenza installata complessivamente da rinnovabili è di poco superiore ai 55 GW (37 GW se si esclude l’idroelettrico “storico”), circa il 45% del parco di generazione italiano che non ha visto nessun incremento da fonti tradizionali. Se può sembrare un risultato positivo, contestualizzandolo si può notare che dal 2009 ad oggi si è passati da poco più di 30 GW a quelli attuali che praticamente non crescono se non di pochissimo dal 2013 (vedi il grafico in foto). Sono alcune delle risultanze del sesto Renewable Energy Report 2020, redatto dall’Energy& Strategy Group della School of Management del Politecnico di Milano e presentato questa mattina nel corso di un convegno online.
E secondo il rapporto gli obiettivi posti al 2025 sono praticamente impossibili senza “un vero tour de force dal 2021”. Ovvero una crescita da 1,48 GW/anno, in media, per il solare e 1 GW/anno per l’eolico. La nuova potenza installata in Italia lo scorso anno è stata infatti di circa 1.210 MW, oltre 50 MW in più (+4%) rispetto al 2018 e tuttavia decisamente limitata, trainata principalmente dai comparti di eolico e fotovoltaico soprattutto nell’ultimo trimestre dell’anno.
Se guardiamo all’Europa, come si può facilmente evincere dal report. Italia, Francia e Spagna hanno più o meno la stessa potenza installata, mentre la Germania in questa classifica è “illegale”: 125,3 GW nel 2019, dopo essere partita nel 2009 più o meno ai livelli dell’Italia di oggi. Assolutamente trainata da eolico e solare.
Tornando all’Italia – si legge nel report – è “il fotovoltaico a guidare nel 2019 la classifica delle nuove installazioni con 737 MW, 310 nei soli mesi di novembre e dicembre: +69% sul 2018, pari a un valore di oltre 850 milioni di euro e in grado di fare salire il volume complessivo di potenza installata a 20.850 MW. I dati confermano la tendenza al ritorno degli impianti di grande taglia (34% del totale in potenza) rispetto al settore residenziale, che comunque resta ancora predominante (36%)”.
L’eolico segue con 413 MW di nuove installazioni (per un valore di poco più di 450 milioni di euro) su un volume complessivo di potenza di oltre 10.600 MW localizzata per la quasi totalità nelle regioni del Sud: -19% rispetto allo scorso anno (511 MW), anche per via del ridotto contributo dell’ultimo trimestre 2019, pari a 1,8 MW. Chiudono la classifica delle nuove installazioni, molto distanziati, l’idroelettrico e le biomasse, che si fermano rispettivamente a 41 e 20 MW.
Nel 2019 le rinnovabili elettriche hanno contribuito alla copertura del 40,1% della produzione e del 35,6% della domanda elettrica nazionale, che ha raggiunto i 319,5 TWh. La produzione da rinnovabili ha segnato un +0,7% rispetto al 2018 (113,7 TWh) grazie in particolare alla crescita di generazione eolica (+15%) e di quella fotovoltaica (+5%), a fronte di un calo del 4,5% nei settori delle bioenergie e dell’idroelettrico. Da non sottovalutare il ruolo delle rinnovabili termiche (oltre 19,6 milioni le pompe di calore installate), per una capacità complessiva di circa 124 GW.
Ma come detto i dati sono “assolutamente inferiori alle attese”. Come spiega Davide Chiaroni (Nella foto in gallery), Vicedirettore dell’Energy&Strategy Group della School of Management del Politecnico di Milano, “per la generazione da fonte solare era previsto un tasso medio annuo di crescita, tra il 2017 e il 2025, pari a +1,96 TWh, accompagnato da circa 1.100 MW di nuove installazioni ogni anno. La situazione è purtroppo ben diversa, anche a causa della battuta d’arresto causata dal Covid: ipotizzando infatti che le installazioni nel corso del 2020 siano inferiori a quelle degli anni precedenti, si ottiene che tra il 2021 e il 2025 sarà necessario incrementare la capacità installata al ritmo di 1,48 GW/anno, in media, per raggiungere 28,55 GW al 2025″.
Per la generazione da fonte eolica era previsto un tasso medio annuo di crescita, tra il 2017 e il 2025, di 1,7 TWh, accompagnato da circa 770 MW di nuove installazioni ogni anno. Ipotizzando anche in questo caso che le installazioni nel corso del 2020 raggiungano il 50% di quelle dell’anno precedente, si ottiene che tra il 2021 e il 2025 sarà necessario incrementare la capacità installata al ritmo di 1 GW/anno, in media, per raggiungere 15,95 GW al 2025.
“Se si vogliono raggiungere i risultati che ci si è posti è necessario modificare in maniera sostanziale gli strumenti di policy che regolano e sostengono il mondo delle rinnovabili – aggiunge Chiaroni, -. I meccanismi incentivanti previsti dal Decreto FER1 risultano infatti assolutamente insufficienti, perché è la stessa ‘tenuta’ del sistema delle energie alternative a essere messa in discussione: se nel 2019 si celebrava il Green New Deal annunciato dalla Commissione UE, ora è assai probabile che parte significativa di quelle risorse sarà devoluta al sostegno dell’economia nel suo complesso. Perché ciò non accada, occorre che la spinta alla ricostruzione economica e industriale abbia le rinnovabili come cardine fondamentale, per un nuovo modello di sviluppo in grado di garantire un futuro più sostenibile e una maggiore qualità della vita. Lo spazio di azione e la volontà di collaborazione degli operatori ci sono ancora, è quanto mai importante sfruttare questo periodo di ‘stallo’ del mercato per lavorare sui provvedimenti legati al rilancio”.