Rinnovabili, il parere della Soprintendenza non può essere impugnato in Conferenza di servizi
[23 Settembre 2013]
Nella Conferenza di servizi, luogo deputato all’emissione (o al diniego) dell’autorizzazione unica in materia di energie rinnovabili, il parere negativo della Soprintendenza non può considerarsi direttamente lesivo degli interessi della società promotrice del progetto per la realizzazione di un parco eolico, in quanto si tratta di un atto interno alla Conferenza che non determina né la conclusione del procedimento (che dovrà comunque avere un proprio esito del tutto autonomo) né i contenuti della futura motivazione, (che dovranno tener conto necessariamente anche delle determinazioni degli altri soggetti coinvolti).
Lo ricorda il Tribunale amministrativo della Sicilia (Tar) – con sentenza 10 settembre 2013, n. 1677 – in riferimento al parere della Soprintendenza per i beni culturali di Palermo. Essa, infatti, in sede di conferenza di servizi, ha espresso parere contrario alla realizzazione di un parco eolico della potenza complessiva di 10MW, nel territorio dei Comuni di Mazara del Vallo e Marsala. Perché il parco eolico recherebbe pregiudizio ai beni culturali e ambientali dell’area interessata.
Secondo il legislatore nazionale del 2003 (Dlgs 387/2003 “Attuazione della direttiva 2001/77/CE relativa alla promozione dell’energia elettrica prodotta da fonti energetiche rinnovabili nel mercato interno dell’elettricità”) la costruzione e l’esercizio degli impianti di produzione di energia elettrica alimentati da fonti rinnovabili, gli interventi di modifica, potenziamento, rifacimento totale o parziale e riattivazione, le opere connesse e le infrastrutture indispensabili alla costruzione e all’esercizio degli impianti stessi, sono soggetti ad una autorizzazione unica. Tale autorizzazione è rilasciata dalla regione o altro soggetto istituzionale delegato dalla regione, nel rispetto delle normative vigenti in materia di tutela dell’ambiente, di tutela del paesaggio e del patrimonio storico-artistico.
Il procedimento autorizzatorio di tali impianti è regolato, dunque, dalla disciplina legislativa del 2003 che presenta carattere di specialità anche per ciò che riguarda la valutazione dell’impatto paesaggistico, rispetto a quella ordinaria (Testo unico delle disposizioni legislative in materia di beni culturali e ambientali e Codice dei beni culturali e del paesaggio). Pertanto, secondo il modulo procedimentale normativamente individuato è solo nella conferenza di servizi che devono trovare confronto i vari interessi pubblici coinvolti nella realizzazione degli impianti anche eolici.
La Conferenza di servizi è un modulo procedimentale, “ontologicamente deputato” all’acquisizione, in un’unica sede, dei pareri delle Amministrazioni coinvolte nel procedimento. Quindi, sia che alla Conferenza di servizi indetta per autorizzazione unica venga attribuita natura decisoria, sia che venga attribuita natura istruttoria (la giurisprudenza, sul punto, è divisa), resta il fatto che essa è strutturata per essere comunque conclusa con l’emissione di un unico provvedimento, che sarà la sommatoria delle manifestazioni di volontà espresse, oltre che dall’Amministrazione procedente, da tutte le altre Amministrazioni coinvolte.
L’arresto della Conferenza di servizi non è determinato – così come prevede il legislatore – da alcun parere tra i soggetti coinvolti. Non a caso lo scopo dello strumento in questione, è quello di evitare che il silenzio o l’assenza di alcune Amministrazioni tenute a pronunciarsi, possa determinare l’impossibilità della conclusione del procedimento.
Il parere della Soprintendenza essendo un atto interno alla conferenza di servizi, non è idoneo ad essere impugnato in via preventiva: non comporta la conclusione del procedimento e non determina i contenuti della futura motivazione.
Sulla questione la giurisprudenza si è espressa in più occasioni. Ed ha afferma che il parere emesso dalla conferenza di servizi – quale atto interno al procedimento – non è idoneo ad incidere sull’interesse del ricorrente, la cui concreta lesione scaturisce solo dal provvedimento conclusivo, (tranne nel caso in cui il parere abbia efficacia preclusiva all’adozione di quest’ultimo, circostanza non ricorrente nel caso di specie). E questo a maggior ragione quando la conferenza di servizi è il luogo dell’autorizzazione unica che sostituisce tutti i pareri e le autorizzazioni necessarie, ivi comprese quelle di carattere paesaggistico.