Rischio nucleare, Sì – Toscana a Sinistra chiede chiarezza sul porto di Livorno e Camp Darby
Fattori: «Il miglior modo per commemorare le vittime di Hiroshima è adoperarsi oggi per eliminare le armi nucleari dal nostro pianeta»
[6 Agosto 2018]
Nell’anniversario della strage di Hiroshima, dove il 6 agosto 1945 l’aeronautica militare statunitense sganciò la bomba atomica “Little Boy” provocando centinaia di migliaia di vittime – quasi interamente civili –, con una mozione Sì – Toscana a Sinistra torna a porre l’obiettivo della messa al bando delle armi nucleari e solleva il problema della mancata informazione di coloro che risiedono nelle vicinanze del porto di Livorno e della base militare Usa di Camp Darby rispetto ai rischi nucleari.
«La Regione Toscana deve sostenere la ratifica, da parte del nostro Paese, del Trattato per la messa al bando delle armi nucleari approvato dall’Assemblea generale dell’Onu il 7 luglio dello scorso anno – afferma Tommaso Fattori, capogruppo di Sì – Toscana a Sinistra – Il miglior modo per commemorare le vittime di allora è adoperarsi oggi per eliminare le armi nucleari dal nostro pianeta, e ciascuno può e deve fare la sua parte».
«Vi è poi il nodo della totale disinformazione della popolazione che vive nell’area di rischio nucleare della nostra regione, ossia ad almeno 50km dal porto di Livorno e dalla base di Camp Darby. Nessuno – dichiara Fattori – conosce i ‘piani di emergenza’ pur previsti per legge. Temo che si preferisca rimuovere e nascondere il problema, anziché informare correttamente la popolazione, come le norme obbligherebbero a fare. Non vi è alcun dubbio sul fatto che il porto di Livorno sia zona a rischio, dato che vi attraccano imbarcazioni a propulsione nucleare. Quanto a Camp Darby, questa base ci rende un potenziale target privilegiato in caso di conflitto, oltre ad essere da sempre aperta la questione se ospiti o meno al proprio interno persino armi di tipo nucleare”. Aggiunge Fattori “la prefettura di Livorno assicura che il piano d’emergenza per la città esiste e che il piano prevede anche una parte relativa all’informazione della popolazione, ma a noi non ne risulta traccia pubblica. Per questo vogliamo che la Regione batta un colpo e che le norme siano applicate».
Il capogruppo di Sì – Toscana a Sinistra si riferisce in particolare al Decreto Legislativo 230 del 17 marzo 1995, che regola la materia del rischio nucleare, modificato poi dal DLgs. 26 maggio 2000 n. 187, dal DLgs. 26 maggio 2000 n. 241 e dal DLgs. 9 maggio 2001 n. 257. Il decreto prevede i “piani di emergenza per assicurare la protezione, ai fini dell’incolumità pubblica, della popolazione e dei beni dagli effetti dannosi derivanti da emergenza nucleare” che riguardano anche “le aree portuali interessate dalla presenza di naviglio a propulsione nucleare”, come appunto il Porto di Livorno. Sì – Toscana a Sinistra riporta che la stessa Prefettura di Livorno ha assicurato, con una lettera del gennaio 2017, che sono state elaborate e sono in aggiornamento “pianificazioni d’emergenza per il rischio da circolazione delle navi a propulsione nucleare”, aggiungendo che, trattandosi di pianificazioni di tipo “classificato”, non ne era consentita la diffusione all’esterno, “se non per la parte relativa all’informazione della popolazione”, senza mai tuttavia rispondere alla richiesta di come potesse essere presa visione di questa ‘parte’.
Per questo Sì-Toscana a Sinistra chiede «che la Regione invii a tutti i Sindaci dei Comuni interessati dal rischio nucleare connesso con il complesso militare – portuale di Livorno e Camp Darby una lettera che allerti rispetto al rischio, raccomandando loro di diffondere presso la popolazione le corrette informazioni».