Scarlino e Follonica è battaglia sugli studi sull’inquinamento
Scarlino Energia: «Dal “Forum ambientalista” una strumentalizzazione dei dati»
[21 Maggio 2015]
Oggi Roberto Barocci, del Forum Ambientalista e ReteAmbienteGrosseto, attacca l’ex assessore provinciale all’ambiente, Patrizia Siveri che ha accusato il Forum di fornire «informazioni imprecise (ma non dice quali), fornendo alla Stampa pagine dello Studio sull’inquinamento della pianura di Scarlino/Follonica, deformando anche le procedure in atto (ma non dice come). Questa volta veniamo accusati anche di allarmismo, protagonismo, sensazionalismo». Secondo Barocci, «La sig,ra Siveri non entra però nel merito dei contenuti pubblicati, cercando al tempo stesso di minimizzarli, dicendo che erano per lo più già noti. Noi siamo diversi e preferiamo risponderle precisando nel merito fatti e circostanze collegate ai dati già pubblicati».
Il Form Ambientalista chiede alla Sivieri di «Rispondere in modo puntuale e non generico se quanto segue contiene imprecisioni: 1- lo Studio Donati-Biondi evidenzia il perdurante inquinamento delle falde idriche, in siti già certificati dalla Provincia come bonificati, sia in superficie, sia in falda, anche a distanza di oltre dieci anni dal termine dei lavori, come per gli ex bacini fanghi. La certificazione della Provincia ha liberato il soggetto responsabile dell’inquinamento, l’ENI, da altri adempimenti, nonostante che il monitoraggio post operam testimoniasse allora e testimonia oggi che non sono state rimosse tutte le fonti inquinanti, come invece afferma la suddetta certificazione. Ma non finisce qui, perché il sito GR66a – ex bacini fanghi, successivamente alla “certificata” bonifica, è stato ceduto in permuta, da ENI, al Comune di Scarlino, con tutti gli eventuali successivi oneri (è scritto nell’Atto di cessione). Ma sia la Provincia di Grosseto, sia il Comune di Scarlino, pur consapevoli che, nei dieci anni di monitoraggio post operam, continuava a manifestarsi un persistente inquinamento, non hanno richiesto all’ENI di risanare il territorio, accollando così alla collettività oneri che competevano ad un soggetto privato; 2- lo Studio Donati-Biondi conferma che manca ancora un Progetto di bonifica delle falde idriche, capace di rimuovere tutte le fonti inquinanti ad oggi ancora da individuare, nonostante che oltre dieci anni fa la Commissione Parlamentare d’inchiesta sui reati connessi al ciclo dei rifiuti (Relazione del Sen. Iuliano agli Atti conclusivi della XIII Legislatura) avesse prescritto agli Enti locali la realizzazione urgente di tali opere; 3- così come è consentito costruire un tetto sopra alle abitazioni, realizzando i piani per fasi successive, ma solo dopo l’approvazione di un unico progetto, altrettanto è consentito procedere per fasi secondo un unico e organico progetto nell’eliminazione delle fonti inquinanti. Viceversa nel caso di Scarlino Energia si è certificata la realizzazione delle opere di bonifica per fasi in assenza di un progetto unico e organico e, oggi, i dati attorno all’inceneritore fanno registrare un dato medio statistico di Arsenico nella prima falda superiore di 80 volte ai limiti di legge. Questa elusione della legge ha consentito alla Provincia di autorizzare a quell’impianto di cedere altro Arsenico al territorio. Invitiamo la sig,ra Siveri a confrontarsi entrando nel merito di quanto sopra affermato, se ne è capace».
A rispondere a Barocci e al Forum Ambientalista e ReteAmbienteGrosseto è invece Scarlino Energia che «Denuncia la strumentalizzazione dei dati messi a disposizione dalla Società nell’ambito della richiesta di nuova autorizzazione, avvenuta da parte del “Forum Ambientalista”. Dal documento in questione, gli esponenti del “Forum” hanno infatti estrapolato solo una parte dei valori illustrati, ricorrendo in tal modo a un metodo palesemente finalizzato alla distorsione della realtà. Le informazione strumentalmente distorte sono molte, a partire da quella secondo la quale il Consiglio di Stato avrebbe annullato l’autorizzazione “a causa di emissioni di diossina”. I giudici, invece, pur riconoscendo le “rilevanti esigenze di pubblico interesse soddisfatte dall’impianto”, hanno annullato l’autorizzazione esclusivamente per difetto di istruttoria, senza andare a mettere minimamente in dubbio la tecnologia e le prestazioni dell’impianto. Inoltre, in relazione all’iter della nuova autorizzazione, l’”Indagine sulla qualità dell’ambiente” è stata elaborata in base a quanto richiesto dalla normativa e non “per l’imposizione da parte dei giudici del CdS” come sostenuto dal “Forum”.
Anche per quanto riguarda i monitoraggi ambientali, le verifiche eseguite dall’Università di Siena nel 2014, hanno dimostrato, attraverso il confronto con analoghi dati rilevati tra la primavera e l’estate 2011, un trend di diminuzione delle concentrazioni dei microinquinanti. Infine, sulla presenza del cromo esavalente nella falda, i controlli degli ultimi tre anni (2012, 2013 e 2014) hanno rilevato il rispetto del limite, e i dati relativi ai sedimenti prelevati alla foce del Canale Solmine, come ha dichiarato Arpat in un comunicato stampa, sono da attribuire ad attività pregresse e non imputabili a Scarlino Energia».
Scarlino Energia evidenzia come «Ancora una volta, vi sia stata da parte di alcuni soggetti l’interesse a distorcere la realtà, e nel ribadire la funzione dell’impianto ai fini della chiusura del ciclo dei rifiuti» e sottolinea di «Aver sempre rispettato le normative nazionale e regionali, come verificato dagli organi e enti pubblici deputati ai controlli. Scarlino Energia procederà con i propri legali per assumere ogni possibile forma di tutela della propria immagine».