Legambiente presenta i numeri del suo nuovo rapporto con un focus sulla Regione
Scuola, ecco come sta l’ecosistema toscano
Edifici vecchi, finanziamenti a singhiozzo e manutenzione urgente sono le criticità maggiori
[14 Novembre 2014]
Ripartire da quelle opere davvero utili per sbloccare l’Italia e darle un nuovo futuro. Tra queste opere ci sono anche gli edifici scolastici italiani, molti dei quali hanno bisogno di interventi di riqualificazione e messa in sicurezza come emerge dalla quindicesima edizione di “Ecosistema Scuola”, l’indagine annuale di Legambiente sulle strutture e dei servizi della scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado di 94 capoluoghi di provincia.
Massiccia la presenza toscana nella graduatoria di Ecosistema Scuola di quest’anno con buona parte dei comuni presenti nella parte alta: Prato (4º), Firenze (17º), Siena (19º), Livorno (20º), Arezzo (29º), Pistoia (35º), ad eccezione di Massa (55º), Grosseto (64º), Pisa (68º), Lucca (78º) che si trovano quasi in fondo classifica. Prato scende di due posizioni ma rimane nella top ten della classifica generale delle città capoluogo mentre Firenze è la prima in Italia fra le grandi città.
Le pagelle dell’indagine di Legambiente promuovono a livello nazionale come esperienza modello ed esempio di un’edilizia sicura e sostenibile Prato che da anni presenta ottimi risultati per l’installazione di impianti di energia rinnovabile, coprendo, negli edifici dove sono presenti impianti, il 100% dei consumi. Il comune toscano con delle ottime scuole per sicurezza degli immobili e qualità dei servizi offerti agli studenti si posiziona al secondo posto con (128,08 punti) anche nella graduatoria delle buone pratiche. Ancora Prato la città toscana con tutte le scuole in regola per quanto riguarda il certificato di collaudo statico, agibilità, certificazione igienico sanitaria, impianti elettrici a norma e requisiti di accessibilità. Elementi di eccellenza su singoli parametri si riscontrano anche a Firenze presente nelle due top ten dei comuni che investono mediamente di più per ciascun edificio in manutenzione sia straordinaria (con € 56.750) che ordinaria (con € 32.254). Singole specificità che talvolta vedono protagonisti altri comuni come Pisa per la somministrazione di pasti 100% bio.
«In un quadro di sostanziale incertezza e di crisi senza precedenti, la Toscana sostanzialmente come sistema scolastico tiene. Viene mantenuta cioè un’attenzione alta e apprezzabile verso l’imponente patrimonio dell’edilizia scolastica – Ottime soprattutto le performance di Prato e di Firenze, che si confermano città capofila della nostra regione»,dichiarano Chiara Signorini, responsabile Scuola e formazione di Legambiente e Fausto Ferruzza, presidente di Legambiente Toscana.
ANALISI E DATI – Temi chiavi di questa XV edizione di Ecosistema Scuola, che raccoglie i dati relativi al 2013, sono la sicurezza e della qualità degli edifici scolastici, la perenne diversità della qualità del patrimonio edilizio legata alle diverse aree del Paese e agli investimenti, i servizi e le buone pratiche ecosostenibili. Tre ambiti sui quali Legambiente invita il Governo a Renzi ad investire per uscire da un quadro che in quindici anni di indagine non risulta migliorare.
Il patrimonio immobiliare scolastico risulta mediamente più vetusto della media nazionale con solo il 3,2% edificato tra il 2001 e il 2013. Ciò nonostante l’1,1% risulta costruito secondo criteri di bioedilizia, contro lo 0,6% della media. Sopra la media anche gli edifici costruiti secondo criteri antisismici, 10,5% contro l’7,8%, oltre a quelli in cui è stata realizzata la verifica di vulnerabilità sismica, 46,9% contro il 22,3%. Le strutture che attualmente ospitano gli istituti scolastici originariamente erano nate come scuole nell’89,6% dei casi, abitazioni il 3,8% ed edifici storici solo il 6,2%. Un dato positivo è sicuramente la presenza di aree verdi, infatti, il 89,6% delle scuole toscane ha un giardino. Considerando la non proprio giovane età delle scuole toscane, siamo al 90% degli edifici costruiti prima del’90 , le amministrazioni comunali si sono comunque impegnate nel promuovere interventi di manutenzione straordinaria negli ultimi 5 anni nel 74,9% degli edifici, percentuale ben più alta rispetto alla media nazionale mentre quelli che aspettano interventi di manutenzione urgente sono il 19,3%, la media nazionale è del 32,5%. E l’impegno dei comuni è stato anche di tipo finanziario sia per quanto riguarda la manutenzione straordinaria che ordinaria. Gli interventi hanno interessato più la messa in sicurezza in generale, visto che le certificazioni hanno riguardato solo quelle di agibilità (73,8%) e quelle igienico-sanitarie (74,7%), mentre quelle di prevenzione incendi sono presenti solo per il 42% degli edifici. Firenze, Livorno e Prato in testa tra le amministrazioni per questa voce di dati. Rimangano, invece, stabili in positivo i dati relativi agli impianti elettrici a norma (98,3%) e quelli relativi alle porte antipanico con il 96, 9%.
Puntano sulla mobilità sostenibile i comuni toscani, mettendo a servizio dei giovani cittadini e preoccupandosi per la loro sicurezza, lo scuolabus (41,4%), attraversamenti pedonali davanti alle scuole (75,8%), utilizzo di transenne parapedonali (10%). A questo dato va aggiunto il fatto che il 12,4% delle scuole si trova in zone 30.
Sono pratiche ecocompatibili come mense bio (totali 94,2% e 41,8% completamente bio) e raccolta differenziata (92% carta,74,3% plastica, 69,9% vetro, alluminio 66,4%) che in comuni come Firenze, Siena e Prato vengono praticate a tappeto. Il 26,2% degli edifici è dotato di cucine interne alle scuole, mentre il 45,6% delle mense scolastiche serve l’acqua del rubinetto. Sul fronte dei servizi sono 45,5% gli edifici dotati di strutture per lo sport mentre le biblioteche per ragazzi all’interno delle scuole sono il 31,7% (media nazionale 34,7%), gli edifici in Ztl (8,4%). Buono il dato che le città toscane ci restituiscono sulle rinnovabili presenti nel 15,4% dei casi, in particolare solare termico (33%) e fotovoltaico (68,1%), ma anche geotermia e mix di fonti. Sono Siena e Prato (in quest’ultima ci sono anche due edifici che utilizzano impianti geotermici) ad emergere sul fronte delle rinnovabili.
Tutti i comuni hanno effettuato monitoraggi sulla presenza di amianto negli edifici scolastici di cui 6,1% sono stati certificati. Solo per il 3,4% sono state effettuate azioni di bonifica, per lo più riguardanti cassoni d’acqua, coperture, tetti. Rimangono bassi i monitoraggi anche sulla presenza di radon (11,1%) dati inferiore alla media nazionale (32%). Situazione abbastanza articolata per quanto riguarda il rischio ambientale in cui si trovano le scuole toscane: edifici che si trovano a rischio idrogeologico (5%) e sismico (39,7%), in prossimità di elettrodotti (4,1%) e di antenne cellulari (12,5%) e solo in quest’ultimo caso vengono effettuati monitoraggi ad hoc (25%). Alto il numero degli edifici vicino a strutture militari (da 1 a 5 km sono i10%, molto al di sopra la media nazionale che si attesta al 2,8%), entro 1 km da fonti di inquinamento acustico (16,3%) e da discariche (3,8%). In negativo però va segnalata Pisa prima a livello nazionale nella graduatoria del rischio con -41,78 punti.
Complessivamente, in Toscana la media di investimenti, mentre per la manutenzione ordinaria ha sostanzialmente tenuto, per la manutenzione straordinaria, a partire dal 2011 (anno in cui è deflagrata la crisi economica anche in Italia) ha avuto un lento ma inesorabile decremento (€ 42.000 nel 2011, € 39.000 nel 2012 e € 28.000 nel 2013).
Ci sono però anche in Toscana casi di scuole in ordinaria emergenza che meritano un approfondimento: a Pistoia ad esempio il Liceo classico Forteguerri, che è ospitato in un edificio storico di inizi novecento, è stato ristrutturato in più punti e in più volte ma non in modo adeguato, mancando proprio un programma di manutenzione dell’edificio. Sono stati eseguiti lavori per il rifacimento del tetto (2011) e di infissi esterni (2014), ma nonostante questi accorgimenti la struttura ha subìto pesanti situazioni di degrado: nel 2013 si è allagata una parte della scalinata principale di ingresso, agli inizi di ottobre di quest’anno l’allagamento ha riguardato anche un’aula e proprio in ottobre è crollata una piccola porzione di solaio nel bagno, senza per fortuna, danni strutturali gravi. Sempre nella cittadina toscana l’IPSSCTS Einaudi, che si trova vicino agli edifici dismessi della Ansaldo Breda, presenta una sospetta lastra in amianto posizionata sul solaio di copertura della palestra. Problematica diversa per l’Istituto d’arte Petrocchi sempre a Pistoia, situato in un ex convento, che mostra problemi di sovraffollamento. Nella sede principale lo spazio deputato ad accogliere gli alunni risulta inadeguato, il numero delle aule insufficiente in rapporto al numero degli studenti. Presso la succursale è evidente la muffa in varie aule e il soffitto presenta infiltrazioni di acqua. Ogni giorno gli studenti cambiano aule spostandosi in massa e questo preoccupa, soprattutto per il carico quotidiano sostenuto dai solai e dal vano scale.
Ecosistema Scuola, la più completa indagine sull’edilizia scolastica in Italia, si pone sempre con maggiore convinzione come strumento di sensibilizzazione ed informazione sociale e come strumento di stimolo politico, affinchè l’edilizia scolastica sia uno degli ambiti prioritari d’investimento su cui puntare per la riqualificazione, anche sociale ed educativa, del nostro Paese.
di Legambiente Toscana