Scuola, qualità dell’edilizia: Prato regina della Toscana
[10 Gennaio 2014]
E’ Prato la regina della qualità dell’edilizia scolastica. Non solo, salita di due posizioni rispetto al 2012, si colloca al secondo posto della top ten italiana. Il comune toscano con le scuole migliori per sicurezza degli immobili e qualità dei servizi offerti agli studenti– sono i dati di Ecosistema Scuola 2013, il rapporto di Legambiente sulla qualità dell’edilizia scolastica, delle strutture e dei servizi – , si posiziona al primo posto con (134,5 punti) anche nella graduatoria delle buone pratiche. Davvero un bel riconoscimento.
Tra l’altro Prato si distingue anche per l’installazione di impianti di energia rinnovabile in 47 edifici sui 91 complessivi, coprendo, dove sono presenti impianti, il 100% dei consumi da rinnovabili. Ancora Prato la città toscana con tutte le scuole in regola per quanto riguarda il certificato di collaudo statico, agibilità, certificazione igienico sanitaria, impianti elettrici a norma e requisiti di accessibilità. Elementi di eccellenza su singoli parametri si riscontrano anche a Firenze (4°) presente nella top ten dei comuni, che investono mediamente di più per ciascun edificio in manutenzione sia straordinaria (con € 73.650) che ordinaria (con € 19.554).
«Emerge una situazione regionale complessivamente positiva, con molti parametri che ci collocano sopra la media nazionale (certificazioni ma sopratutto eccellenze nelle buone pratiche) – dichiarano Fausto Ferruzza, presidente di Legambiente Toscana e Chiara Signorini, responsabile regionale di Legambiente Scuola e Formazione – Sia dai dati dei singoli indicatori che dalla classifica riassuntiva emerge però una situazione eterogenea su tutto il territorio. Sembra essere una regione ‘a due velocità’: da un lato realtà estremamente attive e virtuose (Prato, Siena, Firenze, Livorno) che hanno deciso di scommettere sulla qualità degli edifici e dei servizi scolastici, dall’altro territori nei quali da anni non si evidenziano miglioramenti e cambiamenti rispetto ai problemi rilevanti (Pistoia, Arezzo, Lucca). Anche Grosseto e Pisa risultano collocate in coda alla classifica. Questo dato deriva sopratutto dalle carenze emerse rispetto alle certificazioni, mentre va rilevato un risultato migliore rispetto alle buone pratiche assunte dai comuni in questi territori (scuolabus, pedibus, piste ciclabili)».
Nel dettaglio: il patrimonio immobiliare scolastico risulta mediamente più vetusto della media nazionale, con solo il 2,9% edificato tra il 2001 e il 2012, contro una media nazionale del 4,8%. Ciò nonostante l’1,2% risulta costruito secondo criteri di bioedilizia, contro lo 0,6% della media. Sopra la media anche gli edifici costruiti secondo criteri antisismici, 11,4% contro l’8,8%, oltre a quelli in cui è stata realizzata la verifica di vulnerabilità sismica, 34,8% contro il 27,3%. Le strutture che attualmente ospitano gli istituti scolastici originariamente erano nate come scuole nel 81,1%, abitazioni il 3,7% ed edifici storici solo il 13,1%. Un dato positivo è sicuramente la presenza di aree verdi, infatti, il 89,6% delle scuole toscane ha un giardino. Gli edifici scolastici che hanno goduto di manutenzione straordinaria negli ultimi 5 anni sono il 67,9% mentre quelli che aspettano interventi di manutenzione urgente sono solo il 14,4%, la media nazionale è del 37,6%. Minore esigenza di manutenzione ma maggiori investimenti per singolo edificio sia per la manutenzione straordinaria che per l’ordinaria.
Quasi tutti i dati sulle certificazioni sono sopra la media nazionale con l’eccezione del certificato di collaudo statico che con il 38,6% si ferma circa 15 punti sotto. Sono ben il 75% gli edifici con certificato di agibilità, il 74,7% con certificazione igienico-sanitaria, il 39,9% con certificato di prevenzione incendi, il 97,8% con impianti elettrici a norma.
Puntano sulle buone pratichee ai servizi i comuni toscani, sono il 45,4% le scuole con servizio di scuolabus, 15 punti sopra la media, l’8,7% quelle servite dal pedibus, 6,9% la media nazionale. Siena e Grosseto le città con le scuole meglio servite dallo scuolabus; Livorno, Pisa e Prato quelle con attivato il pedibus. Grosseto, Livorno e Prato le città con complessivamente il 6,1% di scuole raggiungibili in bicicletta su piste ciclabili. Sopra la media gli edifici posti in ZTL (9,3%) e quelli in Zone 30 (12,1%).
In tutte le mense vengono somministrati pasti biologici, con una presenza media del 64,7%. Pisa la città con pasti 100% bio. Ottimo il dato sulle stoviglie utilizzate nelle mense scolastiche, ben l’89,9% sono in ceramica, il 5,5% in melamina, solo l’1% in plastica o carta. Sotto la media i dati sulle cucine interne alle mense scolastiche (9,1%) e sulla somministrazione di acqua del rubinetto (42,4%). Prato la città con tutte le mense fornite di cucina interna che somministrano acqua del rubinetto ai pasti. Sopra la media i dati della differenziata nelle scuole, con la sola eccezione delle pile che vengono raccolte nel 41,9% delle scuole, contro il 48,8% della media nazionale. In tutte le scuole di Prato viene praticata la raccolta differenziata di tutti i materiali.
Le scuole con impianti di energia rinnovabile sono il 19,6%, ben 6 punti sopra la media nazionale. Lucca l’unica città a non fornire informazioni sulla presenza di tali impianti, Prato e Siena le città con la maggiore percentuale di edifici con rinnovabili. Sono gli impianti solari fotovoltaici ad essere maggiormente installati, seguiti dai solari termici, mentre a Prato gli unici plessi scolastici con impianti geotermici. Tutti i Comuni toscani dichiarano di aver realizzato il monitoraggio dell’amianto, con il 5,7% di casi certificati, l’1% di casi sospetti, l’8,5% di edifici in cui si sono svolte bonifiche negli ultimi 5 anni; il monitoraggio del radon è stato realizzato solo da Livorno.
Riguardo alle situazioni di rischio ambientale esterno agli edifici scolastici, sono il 3,6% quelli in prossimità di elettrodotti, il 2,2% in prossimità di antenne radio-televisive, il 14,1% in prossimità di antenne cellulari. Sul 33% di quest‘ultime viene realizzato il monitoraggio in continuo. L’inquinamento acustico con l’11,6% degli edifici scolastici esposti costituisce la maggior fonte d’inquinamento entro 1 km, mentre le industrie sono presenti tra 1 e 5 km per il 9,3% delle scuole.
In Toscana la media di investimenti per manutenzione straordinaria nel 2012 è stata di € 39.789 (€ 42.563 nel 2011). Interessante il dato sulla manutenzione ordinaria che nel 2012 presenta una media di investimenti tendenzialmente in aumento in quasi tutte le regioni: in Toscana nel 2012 è di € 9.384 (€ 9.366 nel 2011).
Il dossier su http://www.legambiente.it/ecosistema-scuola-2013