Sogin, in vent’anni completato il 35,5% del decommissioning nucleare
Nel corso di quest’anno è iniziato l’iter per la localizzazione del Deposito nazionale dei rifiuti radioattivi
[23 Dicembre 2021]
L’ad di Sogin, Emanuele Fontani, ha illustrato ieri al cda della società pubblica i risultati di avanzamento dei lavori di decommissioning, ovvero del “mantenimento in sicurezza e dello smantellamento dei siti nucleari italiani e della gestione dei rifiuti radioattivi” di cui Sogin è responsabile.
Nel 2021 c’è stata un’accelerazione delle attività – a fronte di costi di avanzamento per circa 120 milioni di euro –, tale da conseguire un risultato di avanzamento fisico del 7,2%, un dato molto superiore alla media del 1,4% annuo relativo ai venti anni precedenti: il miglior risultato da quando la Società è stata costituita.
Complessivamente, il decommissioning procede comunque a passo di lumaca, tanto che negli ultimi vent’anni è stato completato per poco più di un terzo, con «un cumulato complessivo dal 1999 ad oggi pari al 35,5%».
Come dettaglia Sogin, nel 2021 le principali attività svolte nelle centrali nucleari sono state: nella centrale di Latina è entrato in esercizio l’impianto Leco per estrarre e condizionare i fanghi radioattivi; nella centrale di Trino è stata completata la rimozione dalla piscina dei purificatori dei componenti “attivati”; nella centrale di Caorso sono terminate la ricostruzione del deposito temporaneo Ersba2 e la realizzazione della waste route, mentre è prevista per l’inizio del 2022 la conclusione delle spedizioni delle resine; nella centrale del Garigliano è terminata la realizzazione del nuovo radwaste e la bonifica dell’ultima delle tre trincee.
Per quanto riguarda invece gli impianti nucleari, le principali attività hanno riguardato: nell’impianto Ipu di Casaccia la conclusione dello smantellamento delle apparecchiature di ricerca e fabbricazione di elementi di combustibile ad ossidi misti uranio-plutonio, che erano contenute all’interno di scatole a guanti; nel sito di Bosco Marengo sono state portate a termine tutte le attività di decommissioning previste dalla Fase1; nel sito Eurex di Saluggia, dopo aver aggiudicato la gara alla fine del 2020, sono stati riavviati i lavori di realizzazione del Complesso Cemex che permetterà di solidificare i rifiuti radioattivi liquidi presenti; nel sito Itrec di Rotondella stanno terminando le opere civili del deposito temporaneo annesso all’Impianto cementazione prodotto finito, per il quale è stata lanciata la gara che sarà assegnata nei primi mesi del 2022.
Soprattutto, nel corso del 2021 è partito l’iter della consultazione pubblica per la localizzazione del Deposito nazionale dei rifiuti radioattivi e relativo Parco tecnologico, che coinvolge sette Regioni: il 15 dicembre la pubblicazione degli atti del seminario nazionale ha aperto la seconda fase della consultazione che porterà alla predisposizione della Cnai, la Carta nazionale delle aree idonee che prenderà il posto della Cnapi (riportata nell’immagine in pagina, ndr) che accorpa invece quelle potenzialmente idonee.