Spagna a destra, Repubblica Catalana a sinistra
Il voto spagnolo visto dalla Catalogna
[28 Dicembre 2015]
Non è soltanto uno sguardo allo mappa. Sono i resultati delle elezioni tenutesi in Spagna domenica 20 dicembre. Il Partito Popolare, la destra erede di Franco con una cert’aria di modernità (ma con dietro sempre i nomi di quelli che per anni, alcuni per secoli, hanno avuto in mano il potere, oggi nel governo e nei consigli di amministrazione delle grandi oligarchie energetiche) ha perso la maggioranza assoluta. Ma vince sempre malgrado gli scandali di corruzione, con oltre 200 alti dirigenti in galera per corruzione.
Nel Sud, vince un Partito Socialista sclerotizzato e che perde votanti mentre perde anche i valori socialisti.
Ciudadanos – un partito di destra che si presentava come alternativa al Partito Popolare- non ha avuto i resultati previsti e rimane come partito minoritario non decisivo.
Podemos, la sinistra di Pablo Iglesias che si era presentata come forza alternativa di sinistra vince soltanto in Catalogna e nel Paese Basco.
Proprio l’unico partito che ha riconosciuto il diritto all’autodeterminazione ed ha promesso un referendum in Catalogna, vince nei territori che desiderano decidere sul proprio destino, la Catalogna e il Paese Basco, dove la seconda forza è un partito indipendentista e il Partito Popolare e quello Socialista sono entrambi forze minoritarie. Lo scenario inverso di quello che capita in Spagna.
Per quanto riguarda la Catalogna, i resultati sono chiari e si leggono su tre assi:
La sinistra: Il primo partito, Podemos, chiaramente di sinistra alternativa. Il secondo, Esquerra Republicana di Catalogna, sempre di sinistra. Il terzo, il Partito Socialista che quantomeno dice di esserlo.
La Repubblica: Tre dei quattro primi partiti – Podemos, Esquerra Republicana de Catalunya e Democràcia i Llibertat, quarta forza – sono favorevoli a un processo costituente della Catalogna in cui il sistema di governo desiderato è una Repubblica, abbandonando una monarchia benedetta per Franco ed aggiornata con il cambio del re l’anno scorso.
La Catalogna: Con dei risultai che non hanno niente a che vedere con la Spagna, c’è la maggioranza di partiti che difendono il diritto a decidere, con più deputati independentisti che mai – da 3 a 17! – che vanno a Madrid è chiaro che noi catalani vogliamo decidere il nostro futuro nelle urne. Senza violenza, senza urli.
La rivoluzione della democrazia, la rivoluzione dei sorrisi va avanti.
di Mireia Mata i Solsona*, in esclusiva per greenreport.it
*Direzione Nazionale di Esquerra Republicana de Catalunya. Vicesegretaria generale per l’ambiente, si è occupata della campagna settoriale per le donne