Trivelle e Ici, Corte di Cassazione: Eni deve pagare 33 milioni al Comune di Pineto
Greenpeace: «Buon segnale. Basta sconti ai petrolieri». M5S: «Un atto di giustizia»
[26 Febbraio 2016]
A conclusione di un lungo contenzioso tra il Comune di Pineto (Teramo) e l’Eni, con l’amministrazione comunale che chiedeva alla compagnia petrolifera il versamento di arretrati per circa 33 milioni di euro, è arrivata la sentenza della Corte di Cassazione che impone alle piattaforme petrolifere il pagamento dell’Ici.
La Cassazione che ha accolto quindi il ricorso del Comune presentato dal sindaco Robert Verrocchio contro le sentenze delle commissioni tributarie che avevano esentatol’Eni dal pagamento delll’Ici per 4 piattaforme per l’estrazione di idrocarburi al largo della costa del Comune abruzzese. Una battalia iniziata nel 1993 ma che aveva visto soccombere il Comune perche le piattaforme, non iscritte al catasto e collegate a una centrale di smistamento sulla costa, non sarebbero state soggette ad una imposta comunale. Quindi, secondo le commissioni tributarie le piattaforme erano da considerarsi “intassabili”.
Ora la suprema Corte di Cassazione ha sentenziato che le piattaforme offshore devono pagare l’Ici e ha stabilito che, in mancanza di rendita catastale, la base imponibile è costituita dal valore di bilancio. L’Eni non ci sta a perdere e non sembra intenzionato a pagare in base alla legge di stabilità del 2016. Ma il Comune di Pineto ha annunciato che farà valere la sentenza e le sue ragioni.
La sentenza è stata accolta positivamente da Andrea Boraschi, responsabile della campagna energia e clima di Greenpeace: «Era ora, verrebbe da dire. È incredibile che i petrolieri siano stati sin qui esentati da un pagamento di tributi che invece spetta a tutti, anche alle industrie e alle attività produttive. Purtroppo le regalie alle aziende fossili non si limitano a questo. È urgente che si adottino provvedimenti per rivedere le royalties, che in Italia sono solo del 7%, mentre all’estero superano spesso il 50%, e sulle quali vengono poi applicati di norma ulteriori sgravi. Inoltre dovrebbe essere cancellato l’assurdo sistema di franchigie, che esenta una parte della produzione da questi oneri»,
Secondo Greenpeace,«Il sistema delle franchigie – l’esenzione dal pagamento delle royalties sotto una soglia minima di produzione – non è altro se non l’ennesimo regalo ai petrolieri. Per le estrazioni in mare questa soglia è fissata in 80 milioni di metri cubi standard per il gas e in 50 mila tonnellate per il petrolio. A oggi, oltre la metà degli impianti in mare produce sotto queste soglie: dunque le compagnie non versano un centesimo di royalties. In pratica, è solo un trucco per non smantellare strutture sempre più obsolete, fragili e pericolose».
Greenpeace ricorda che «Anche per questo è importante votare al referendum del prossimo 17 aprile: con una vittoria del “Sì” molti impianti scarsamente o per nulla produttivi avrebbero un fine vita chiaro, obbligando infine la compagnie a smantellarli».
Secondo i senatori del Movimento 5 stelle Gianni Girotto e Gianluca Castaldi, con la sentenza della Corte di Cassazione «possiamo scrivere la parola fine su un altro privilegio riservato alla potente lobby dell’energia fossile. La Corte di Cassazione ha fatto chiarezza su quanto anche il Movimento 5 Stelle andava da tempo denunciando: le piattaforme petrolifere devono pagare l’Imu come qualsiasi altra attività produttiva».
Sulla questione il M5S aveva presentato una interrogazione parlamentare nell’agosto del 2015 e Girotto e Castaldi, ringraziano anche «gli uomini della Guardia di Finanza che col loro lavoro hanno contribuito al raggiungimento di questo risultato. E’ soprattutto un atto di giustizia».
«Ora – concludono i due senatori pentastellati – puntiamo al referendum anti trivelle del 17 aprile. L’impegno del Movimento 5 Stelle è per il Sì referendario. Il nostro Paese deve uscire dall’incubo degli idrocarburi dentro il quale Renzi lo vorrebbe legato. Il nostro futuro sono le rinnovabili e l’efficienza energetica; il nostro obbiettivo sono centinaia di migliaia nuovi green job nel rispetto dell’ambiente e della salute delle persone».