Emiliano, opposizione di sinistra, Green Italia e Verdi all’attacco di Renzi
Trivelle, Legambiente: «Il governo confermi la rinuncia alle estrazioni petrolifere»
Ministro Guidi: «Non c’è nessuna trivellazione, polemiche pretestuose»
[11 Gennaio 2016]
La presidente di Legambiente, Rossella Muroni, torna a chiedere «chiarezza e concretezza a un governo che dichiara in un senso e agisce in un altro, inserendo emendamenti anti trivelle nella legge di stabilità e rilasciando subito dopo (fine dicembre 2015) un nuovo permesso di ricerca a largo delle isole Tremiti. C’è bisogno di coerenza e concretezza. Il Governo deve chiarire le sue intenzioni in attesa del parere della Corte costituzionale sui quesiti referendari ancora in forse. Nonostante il dietrofront del governo sulle estrazioni petrolifere con l’emendamento alla legge di stabilità, molti rischi minacciano ancora il mare italiano».
Il Cigno Verde sottolinea che «Il nostro mare continua a essere in pericolo. Sono oltre 127mila i kmq di mare in cui 13 compagnie petrolifere, di cui 6 italiane e 7 straniere, intendono avviare attività di ricerca e prospezione per fini petroliferi. I permessi di ricerca attualmente rilasciati, dall’Adriatico al Canale di Sicilia passando per lo Ionio, sono 16 (compreso l’ultimo della Petrceltic rilasciato dal MISE a fine anno e che riguarda 373 kmq di mare vicino le isole Tremiti), per un totale di 6.327 kmq, cui si aggiungono le 38 richieste di permesso di ricerca per un totale di 23.739 kmq e le 8 istanze di permesso di prospezione per circa 96.585 kmq, oltre le 5 richieste di concessione per l’estrazione di petrolio per ulteriori 558,7 kmq. Senza dimenticare le due richieste di nuove piattaforme petrolifere Vega B di Edison nel canale di Sicilia e Ombrina di Rockhopper a largo della costa teatina in Abruzzo».
In questo contesto la buona notizia è che la Cassazione ha riammesso il quesito referendario sul divieto delle attività petrolifere entro le 12 miglia e quindi la questione relativa al mare rimane aperta. Secondo la sentenza della Corte l’emendamento del Governo alla legge di stabilità ripristina il divieto ma lascia ancora aperte alcune questioni determinanti. In particolare sospende e non annulla le richieste avanzate dalle compagnie e rimane vago sulla scadenza dei titoli già rilasciati.
La Muroni conclude: «In attesa del parere della corte costituzionale anche sugli altri quesiti prevista per il 13 gennaio, chiediamo al Governo di abbandonare la Strategia Energetica Nazionale (SEN), pro-fossili, prendendo finalmente la strada maestra di un Piano per il clima e l’energia che punti alla decarbonizzazione dell’economia, perché le scelte energetiche, per i loro importantissimi effetti che hanno sul clima, non possono essere gestite con norme spot contraddittorie, ma meritano di essere inserite in un disegno più organico. Si tratta anche di una questione di coerenza visti gli impegni presi alla Cop 21 di Parigi. Non si può predicare bene a livello internazionale e poi in Italia fare il contrario. Considerando che le riserve petrolifere individuate nei nostri fondali coprirebbero il fabbisogno nazionale di petrolio solo per 7 settimane mentre pesca e turismo rappresentano due settori preziosi per l’economia nazionale, chiediamo di attivare subito una moratoria che blocchi qualsiasi autorizzazione relativa alle attività di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi».
Durissimo il presidente della Regione Puglia, il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano: «Trivellare il nostro mare è una vergogna ed una follia. Trivellare al largo delle Tremiti o di Pantelleria, o nel Golfo di Taranto, poi, griderebbe vendetta se la notizia di oggi fosse confermata dal Governo. Non può essere che la volontà di ben dieci Regioni di tutelare il loro mare sia sbeffeggiata. L’emendamento “natalizio” del Governo non può essere un trucco per ammansire le Regioni italiane, ed in particolare quelle del Sud, per poi trivellare ovunque come se niente fosse una volta superata l’emergenza della reazione dell’opinione pubblica. Resta il fatto che almeno un quesito dei sei sarà sottoposto a referendum. Quest’ultimo è sopravvissuto a questo emendamento natalizio alle norme dello Sblocca Italia. L’emendamento è stato formulato e approvato senza neppure uno straccio di dichiarazione politica di pentimento da parte del Governo e della sua maggioranza sulla intenzione di dare impulso alle ricerche petrolifere nei nostri mari. Così come è incredibile che il Governo non abbia pubblicamente spiegato la decisione di rilasciare le autorizzazioni al largo delle Tremiti».
Per Emiliano «Le Regioni proponenti i referendum non devono fare passi indietro. Dovranno elevare subito conflitto di attribuzione nei confronti dello Stato davanti alla Corte Costituzionale per alcune norme dell’emendamento natalizio che hanno scippato al popolo italiano la possibilità di esprimersi in sede referendaria sul punto di restituire o meno alla Conferenza delle Regioni il potere di decidere se e dove sia possibile trivellare a fini di ricerca petrolifera. Si dovrà inoltre iniziare subito la campagna referendaria valutando tutte le altre iniziative necessarie alla tutela del nostro mare».
A Emiliano risponde il ministro spiega il ministro dello sviluppo economico Federica Guidi che dice che si tratta di «Un polverone pretestuoso e strumentale: non c’è nessuna trivellazione. Il permesso di ricerca concesso alla società Petroceltic riguarda soltanto, e in una zona oltre le 12 miglia, la prospezione geofisica e non prevede alcuna perforazione che, comunque, non potrebbe essere autorizzata se non sulla base di una specifica valutazione di impatto ambientale. Il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano conosce benissimo i termini esatti della questione che a suo tempo gli è stata accuratamente rappresentata dal Ministero dello Sviluppo economico».
La Guidi si dice «attonita per alcune recenti dichiarazioni di esponenti politici: la legge di Stabilità, venendo incontro alle richieste referendarie, ha escluso qualsiasi nuova ricerca entro le 12 miglia dalle coste. Il permesso alla Petroceltic non ha quindi nulla a che vedere con la legge di Stabilità visto che si tratta di ricerche al di fuori del limite delle 12 miglia. E comunque, nessun altro permesso di ricerca, in nessun’altra parte del Paese, è stato rilasciato alla vigilia dell’approvazione delle legge di Stabilità».
Insomma, ancora una volta si sarebbero dati permessi per fare prospezioni senza trivellazioni, ma probabilmente con la contestatissima tecnica dell’air-gun, non si sa bene per far cosa, visto che non è detto che ci saranno concessioni petrolifere…
Una tesi alla quale non crede Annalisa Corrado, co-portavoce di Green Italia, «Gridano vendetta quei permessi di ricerca petrolifera autorizzati o di cui è stata prorogata la sospensione in fretta e furia dal Ministro dello Sviluppo economico Guidi giusto 24 ore prima l’approvazione della Legge di Stabilità, e grida vendetta il tentativo di affossare la volontà delle Regioni con passaggi normativi poco trasparenti e manipolatori, come la sparizione del piano delle aree. Ma questa furbizia pro-trivelle non sarà sufficiente, se, come immediatamente indicato dal prof. Enzo di Salvatore e dal coordinamento nazionale NoTriv, le Regioni proponenti promuoveranno subito il conflitto di attribuzione nei confronti del Parlamento davanti alla Corte Costituzionale per le norme che eludono i quesiti sulla durata dei titoli e sul piano delle aree. Occorre ridare ai cittadini italiani ciò che gli è stato surrettiziamente negato, ovvero la possibilità di esprimersi in sede referendaria sul punto di restituire o meno alla Conferenza delle Regioni il potere di decidere se e dove sia possibile trivellare a fini di ricerca petrolifera». La Corrado sottolinea che «Il coordinamento nazionale no Triv, Possibile e Alternativa Libera con gli on. Civati e Baldassarre, i verdi con Angelo Bonelli, diverse associazioni ambientaliste e oggi anche un autorevole esponente del Pd, quale il governatore della Puglia Emiliano, denunciano da più angolazioni la spregiudicatezza del Governo nel volersi prendere gioco dei cittadini e dell’estesissimo e trasversale fronte costituitosi nel tempo contro le politiche fossili di questo governo, assolutamente incoerenti con le recentissime decisioni di Parigi per il contenimento dei cambiamenti climatici, ed economicamente risibili, con il prezzo del petrolio ormai sotto i 40 $ a barile. Siamo certi tuttavia che questo atteggiamento del Governo si rivelerà un boomerang, e ci auguriamo che i cittadini possano andare a votare sui tre quesiti che, assieme alle mobilitazioni contro inceneritori e contro i sistematici attacchi a fonti rinnovabili ed efficienza energetica, bocceranno senza appello la politica energetica fossile del premier Renzi».
I deputati di Alternativa Libera-Possibile: Marco Baldassarre, Pippo Civati, Massimo Artini, Luca Pastorino, Samuele Segoni, Eleonora Bechis, Tancredi Turco, Andrea Maestri, Toni Matarrelli e Beatrice Brignone, si schierano con Emiliano: «Siamo contenti che il governatore della Puglia, Michele Emiliano, abbia deciso di schierarsi contro le menzogne del Governo sulle trivellazioni petrolifere e ora sia sceso sul piede di guerra.
In sede di discussione della legge di Stabilità, Alternativa Libera-Possibile aveva denunciato la manovra dell’Esecutivo che, al solo scopo di annullare i referendum, aveva finto di bloccare le trivelle in mare per poi invece farle agire indisturbate sotto la protezione di Palazzo Chigi, togliendo ogni potere in merito alle Regioni.
I nostri emendamenti sono stati respinti e sembrava che il nostro appello fosse destinato a infrangersi contro un muro di indifferenza. Forse, ora che il doppio gioco del Governo è stato scoperto e Emiliano si dice pronto a scatenare l’inferno se Renzi non farà marcia indietro, non rimarremo delle cassandre inascoltate. Speriamo che i presidenti delle altre Regioni che hanno sostenuto la battaglia referendaria sulle trivelle si uniscano al nostro invito e appoggino il governatore della Puglia contro questo atteggiamento irresponsabile dell’Esecutivo nei confronti del popolo italiano. Quello che fa specie è come oggi alcuni parlamentari del Partito Democratico, tra cui la senatrice Stefania Pezzopane, che pure hanno votato la legge di stabilità, scoprano la truffa del Governo sulle trivellazioni e dichiarino di voler cambiare la norma. Ci auguriamo che, da oggi in poi, i parlamentari del Partito Democratico inizino a leggere le leggi prima di votarle».
Angelo Bonelli dei Verdi, rivolge un appello al presidente della Repubblica Sergio Mattarella «affinché faccia sentire la sua voce contro lo scempio a cui rischiano di andare incontro i mari italiani e le Isole Tremiti che non solo sono un bene comune di tutti i cittadini italiani ma che rappresentano un patrimonio naturalistico unico”. Lo dichiara Angelo Bonelli dei Verdi che aggiunge: “In Italia esistono permessi e istanze di ricerca per idrocarburi per un totale di 36.462 chilometri quadrati: 90 sulla terraferma per un totale di 27.662,97 chilometri quadrati e 24 nel sottofondo marino per 8.800 chilometri quadrati: si sta perforando un territorio equivalente a quello della Lombardia e Campania messe insieme».
Secondo Bonelli, «Le autorizzazioni del ministro dello Sviluppo economico sono un atto gravissimo che svende per poche migliaia di euro i paradisi naturalistici italiani alle multinazionali del petrolio. Per questo chiediamo al presidente Mattarella che nel suo messaggio di fine anno non ha mancato di rivolgere splendide parole in difesa dell’ambiente e del territorio, di intervenire sul governo per salvare i mari e i tesori italiani, a cominciare dalle Tremiti ma anche l’isola di Pantelleria difronte alla quale è in corso l’autorizzazione di ulteriori permessi, insieme all’autorizzazione all’Audax Energy, non revocata, in attesa di un idoneo impianto di perforazione».
A proposito di Sicilia, Gianfranco Zanna, presidente regionale di Legambiente Sicilia, commenta la partecipata manifestazione che si è tenuta a Licata: «Una nuova e importante risposta dei siciliani contro i progetti ormai inutili e superati che prevedono lo sfruttamento del territorio e del mare per recuperare, poco, petrolio. Anche se non ci crediamo, auspichiamo che la screditata e miope classe dirigente siciliana cambi idea e cominci, finalmente, ad ascoltare i cittadini e le tante amministrazioni comunali che vogliono un futuro migliore libero dalla schiavitù del petrolio e da inquinamento e smog. Il futuro è nelle energie pulite, noi cittadini lo abbiamo compreso da tempo, mentre i nostri politici si ostinano in maniera scellerata a stare dalla parte sbagliata»
La senatrice di Sinistra ecologia e libertà dice che «Come al solito il governo fa il gioco delle tre carte: da una parte, nella legge di stabilità inserisce lo stop alle trivellazioni entro 12 miglia dalla costa, giusto per bloccare i referendum, dall’altra il ministro Guidi firma decreti che autorizzano nuove ricerche petrolifere. Insomma, oltre al danno, la beffa. La questione introdotta in stabilità del divieto di attività di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi inizia a mostrare tutte le sue contraddizioni, o meglio, la vera e propria truffa, sia per la questione Tremiti che per quella Ombrina che sembrava definitivamente saltata con l’introduzione del limite delle 12 miglia».
Per la senatrice di Sel «È evidente che Il Governo continua a prendere in giro tutti, dal parlamento alle regioni che avevano promosso i referendum anti trivelle. Su questo presenterò subito un’interrogazione per chiedere al governo di fare chiarezza una volta per tutte in modo che i cittadini possano definitivamente archiviare la politica del governo a favore delle esplorazioni petrolifere. Per quanto riguarda il referendum auspichiamo che la Consulta si pronunci favorevolmente. Serve subito una moratoria definitiva di ogni ulteriore autorizzazione a trivellare i nostri mari. Su questo continueremo a fare, come sempre, la nostra battaglia dentro e fuori le aule parlamentari».