Ue ed Usa chiedono standard più elevati alla multinazionali petrolifere e gasiere
Ma dimenticano di chiedere alle Big Oil come rendere più sicura l’industria degli idrocarburi internazionale
[17 Luglio 2013]
A pochi giorni dall’entrata in vigore delle regole europee sulla sicurezza offshore per le imprese dell’Ue all’estero e a pochi mesi dal varo dei requisiti aggiuntivi per le imprese che operano nelle acque statunitensi, il commissario europeo per l’energia, Guenther Oettinger, ha richiamato le compagnie di perforazione ad adeguarsi agli standard più elevati, anche quando operano al di fuori delle acque regolamentate dagli Usa e dall’Ue.
Ieri Oettinger, arrivato negli Usa per partecipare ad un forum organizzato dal Center for strategic and international studies, ha detto che «il percorso verso una cultura forte e affidabile della sicurezza offshore dipende dalle compagnie globali che operano secondo i più alti standard. Gli incidenti offshore in tutto il mondo continuano a coinvolgere le compagnie americane ed europee. Questo pone i riflettori sulle compagnie globali, che hanno fatto molto per migliorare gli standard dopo Macondo, perché dimostrino la leadership per la sicurezza ovunque si trovino e dove le regole Usa ed Ue non si applicano».
Oettinger si riferisce al disastro della Depwater Horizon nel Golfo del Messico di tre anni fa, la peggiore tragedia ambientale della storia statunitense, ma due settimane fa si è celebrato anche il 25esimo anniversario del più grave disastro mortale in mare aperto a livello mondiale, quello della piattaforma Piper Alpha in Gran Bretagna, nel quale perirono 167 operai e soccorritori. Dopo Macondo, il governo Usa e l’Ue hanno rivisto i livelli di sicurezza degli impianti offshore ed è diventato evidente che i rischi sono molto alti ovunque e che fino al naufragio della Deepwater Horizon nessun Paese possedeva tutte le disposizioni necessarie per garantire la best practice del settore.
Inoltre, molti degli incidenti e degli incidenti sfiorati in tutto il mondo negli ultimi anni hanno coinvolto le multinazionali americane ed europee. Dopo lo scandalo e la corruzione emersa dalla marea nera di Macondo, gli Usa hanno riorganizzato le loro agenzie per l’ambiente e la sicurezza e hanno modificato le norme di sicurezza con il Safety and environmental management system (Sems) che devono adottare tutti gli operatori. L’industria petrolifera ha istituito il Center for offshore safety a Houston per l’attuazione del Sems e la prima fase di verifica delle valutazioni del Sems ci sarà a novembre.
Il 18 luglio nell’Ue entrerà in vigore la nuova normativa che garantisce migliori pratiche di sicurezza globali per l’industria e le autorità di regolamentazione da implementare in tutte le attività petrolifere e gasiere offshore attive in Europa. Gli operatori e i proprietari degli impianti di perforazione sono tenuti a redigere i “safety cases” per la prevenzione degli incidenti e le loro conseguenze ambientali, che dovranno essere accettati dall’agenzia di regolamentazione in ogni Paese.
Le compagnie dell’Ue coinvolte in incidenti nei Paesi extraeuropei saranno tenute a riferire le circostanze al loro Paese di provenienza. Qualsiasi operatore proprietario o piattaforma al lavoro nelle acque europee dovrà sottoporre la sua politica aziendale di sicurezza globale al controllo dei regolamentatori pubblici. L’International association of oil and gas producers (Ogp), con sede a Londra, e la Iadc, un’associazione globale di contractors della trivellazione di Huston hanno sistemi volontari di segnalazione dei danni ambientali e di sicurezza. Ma non tutte le compagnie associate denunciano davvero gli incidenti e questo contribuisce alla difficoltà del monitoraggio delle prestazioni di sicurezza globale del settore petrolifero e dei combustibili e alla mancanza di trasparenza nell’industria degli idrocarburi.
Gli Usa e i Paesi europei del Mare del Nord hanno collaborato per qualche tempo sul tema della sicurezza offshore e sono membri fondatori dell’International regulators forum istituito quasi 20 anni fa senza evidentemente molto successo. Lo staff della Commissione Ue e le agenzie di regolamentazione offshore del Doi (Bsee-Bureau of safety and environmental enforcement e Boem-Bureau of ocean energy management) si sono incontrati più volte per scambiarsi informazioni sugli sviluppi normativi post-Macondo. Nel 2012 la Commissione europea ha istituito un gruppo permanente di funzionari per la regolamentazione in tutta Europa per consigliare i regolamentatori ed i politici su come far tesoro delle dure lezioni venute dai grandi disastri petroliferi.
Oettinger ha spiegato che «all’interno degli accordi separati che entreranno in vigore quest’anno in Europa e negli Usa, i regolatori nazionali dovranno esercitare una vigilanza supplementare sulle compagnie petrolifere e gasiere per assicurare che accelerino i progressi della tecnologia e della comprensione umana raggiunto dopo Macondo, mentre dovranno esercitare un controllo rigoroso di rischi di incidenti rilevanti in ogni momento».
Ha poi aggiunto: «Invitiamo le compagnie petrolifere e gasiere e gli appaltatori della trivellazione che operano in acque comunitarie a rispondere alla sfida alla loro leadership nella sicurezza globale e nella tutela dell’ambiente. Chiediamo loro di esercitare la loro influenza per vedere un aumento di entrambi questi standard, rapidamente e in modo permanente, e di garantire la trasparenza di quanto ottenuto. Bisogna partire senza indugio, speriamo di vedere la piena e rigorosa divulgazione di dati sulla sicurezza da tutte le compagnie nei rapporti delle associazioni industriali internazionali».
«I nostri colleghi del Doi Usa hanno ribadito il valore della cooperazione di lunga data tra i regolatori offshore in Europa e negli USA – ha detto ancora Oettinger – per garantire i massimi livelli di trasparenza della sicurezza nell’industria petrolifera e del gas offshore. Giovedì mi incontrerò con i leader del settore offshore a Houston, e non vedo l’ora di sentire il loro parere su ciò che deve essere fatto in più per rassicurare la gente in tutto il mondo che le lezioni della sicurezza di Macondo ed anche l’eredità della Piper Alpha, sono state davvero e visibilmente fatte proprie ovunque operano le nostre compagnie».
Ma evidentemente Oettinger ed i suoi amici americani non hanno ancora capito che uno dei problemi era ed è quello di continuare a chiedere alle Big Oil come rendere più sicura l’industria degli idrocarburi internazionale. Forse ci si è scordati, tornando alla lezione di Macondo, che la Bp giurava che la Deepwater Horizon era quanto di più sicuro e “best practices” ci fosse in campo petrolifero.