Yemen: l’Onu consegna una nuova petroliera al governo ribelle degli Houthi
Sta per iniziare il trasferimento di greggio dalla pericolosa petroliera che potrebbe causare una marea nera nel Mar Rosso
[18 Luglio 2023]
Il 17 luglio l’Onu ha consegnato alle autorità degli Houti che governao il nord dello Yemen la petroliera Nautica come nave sostitutiva della Safer, ancorata in condizioni si estremo degrado di fronte alle coste yemenite e che potrebbe causare una marea nera di dimensioni gigantesche.
La Safer, originariamente costruita come superpetroliera nel 1976 e successivamente convertita in una struttura galleggiante di stoccaggio e scarico (FSO) per il petrolio, è attualmente ormeggiata a circa 4,8 miglia nautiche al largo della costa della provincia di Hodeidah nello Yemen.
La cerimonia di consegna è avvenuta a bordo della Nautica, la petroliera sostitutiva noleggiata dall’Onu a marzo e arrivata al largo dello Yemen il 16 luglio e ha calato le ancore accanto alla Safer. La cerimonia è servita anche a ribattezzare Yemen la Nautica.
Nei prossimi giorni, un team di specialisti sotto il controllo Onu avvierà il trasferimento di circa 1,14 milioni di barili di greggio dalla Safer alla Yemen.
Attualmente, la Safer è sotto il controllo del governo degli Houthi sciiti, non riconosciuto dall’Onu, e la sua proprietà è rivendicata anche il governo dello Yemen che ha sede provvisoria ad Aden e che è appoggiato da Arabia saudita, Emirati Arabi Uniti e da una coalizione di Paesi arabi sciiiti e dall’Occidente e riconosciuto dall’Onu. La guerra tra i due governi yemeniti – quello di Sana’a è appoggiato dall’Iran . ha impedito la regolare manutenzione della petroliera, trasformandola in una vera e propria bomba ambientale a orologeria. L’Onu ha avvertito che una fuoriuscita dalla FSO Safer potrebbe avere un impatto devastante sul Mar Rosso e sulla costa dello Yemen: potrebbe rilasciare 4 volte più petrolio rispetto al disastro della Exxon Valdez del 1989, che uccise migliaia di uccelli e mammiferi marini e causò enormi danni ambientali le cui conseguenze durano ancora.
Il rappresentate residente e coordinatore umanitario dell’Onu in Yemen, David Gressly, ha sottolineato che «Il completamento del trasferimento del petrolio da nave a nave entro l’inizio di agosto sarà un momento in cui il mondo intero potrà tirare un sospiro di sollievo, Una peggiore situazione umanitaria e ambientale e la catastrofe economica dovuta a una massiccia fuoriuscita di petrolio sarà stata prevenut».
Dopo che il petrolio sarà stato scaricato, verrà consegnata allo Yemen una boa catenary anchor leg mooring (CALM) che verrà fissata sull fondo del mare e sulla quale verrà installata in sicurezza la nave sostitutiva. La boa CALMA deve essere posizionata entro settembre.
La consegna della Yemen al governo di Sana’a è stata resa possibile grazie ai finanziamenti di diversi Paesi, i di compagnie private e alla raccolta di 300.000 dollari con una campagna di crowdfunding. L’Onu ha così raccolto circa 118 milioni di dollari del budget stimato di 148 milioni di dollari necessario per l’impresa. L’ampia coalizione che lavora per prevenire la catastrofe comprende anche associazioni ambientaliste come Greenpeace e la yemenita Holm Akhdar; così come diverse agenzie ed enti dell’Onu.
Il 10 luglio, l’inviato speciale dell’Onu per lo Yemen, Hans Grundberg, di fronte al Consiglio di sicurezza dell’Onu che , ha invitato le parti in conflitto a ottenere «Una svolta importante nelle discussioni in corso per porre finalmente fine al conflitto tra una coalizione internazionale che sostiene il governo riconosciuto e ribelli Houthi».
Grundberg ha ricordato che «Nonostante un periodo di relativa calma, la situazione nello Yemen in crisi rimane fragile e difficile e il Paese non può permettersi una pace stagionale. E’ necessario che le parti in conflitto facciano ulteriori passi coraggiosi verso una pace che sia sostenibile e giusta. Questo Ciò significa la fine del conflitto che permetta un governo nazionale e locale responsabili, giustizia economica e ambientale e garanzie di cittadinanza uguale per tutti gli yemeniti, indipendentemente da sesso, fede, provenienza o razza».
Grundberg ha delineato una roadmap che include «L’immediata cessazione delle provocazioni militari e un cessate il fuoco sostenibile a livello nazionale, una de-escalation economica e affrontare le priorità economiche a lungo termine. Le parti devono concordare un percorso chiaro per riavviare un processo politico intra-yemenita, sotto gli auspici delle Nazioni Unite»
L’assistente del segretario generale dell’Oniper gli affari umanitari e vice coordinatore dei soccorsi di emergenza, Joyce Msuya, ha avvertito il Consiglio di sicurezza che «I bisogni umanitari nello Yemen rimarranno elevati per il prossimo futuro. Nel 2023, le agenzie di soccorso mirano a raggiungere 17,3 milioni di persone, su uno sbalorditivo 21,6 milioni di persone bisognose di assistenza. A metà anno il Piano di risposta umanitaria per lo Yemen era finanziato solo per il 29%. Man mano che il processo politico avanza, dobbiamo rimanere vigili e attivi sul fronte umanitario. Con finanziamenti migliori e un maggiore accesso, possiamo ampliare la nostra portata e migliorare la protezione dei civili, ma dobbiamo anche vedere il sostegno alle misure per migliorare l’economia dello Yemen».