
Gazprom si prepara alle sanzioni europee dopo il referendum in Crimea

Il monopolista statale del gas russo, Gazprom, starebbe negoziando un eventuale sconto ai clienti europei in cambio di nuove concessioni. A scriverlo è oggi il quotidiano russo Vedemosti, che cita fonti di Gazprom e di una compagnia europea che, poi, sarebbe la nostra Eni.
Secondo Ria Novosti, «questi negoziati sulle condizioni dei contratti con Gazprom sono stati confermati da diversi rappresentanti delle compagnie europee, che rifiutano tuttavia di commentare la situazione in dettaglio».
Viene riportata soprattutto l’intervista concessa al Sole 24 Ore dall’amministratore delegato dell’Eni, Paolo Scaroni, che conta di firmare entro la fine di aprile un accordo con Gazprom per modificare le condizioni del contratto Eni con il gigante russo, con il quale la multinazionale italiana condivide grossi progetti come il gasdotto South Stream.
Ria Novosti cita anche una fonte definita “vicina all’Eni” secondo la quale «i principali cambiamenti dovrebbero riguardare la clausola del "take or pay"». La compagnbia tedesca E.ON ha fatto notare che Gazprom, che è anche un suo partner, rivede regolarmente le tariffe per restare competitiva.
Il portavoce di Gazprom si è rifiutato di fare qualsiasi dichiarazione in proposito ai giornalisti russi, ma è chiaro che tutto questo è legato alla crisi in Ucraina e al referendum sull’’indipendenza-annessione della Crimea e alle sanzioni dell’Unione europea contro la Russia.
Secondo un rapporto di Fitch, «il litigio diplomatico internazionale con la Russia riguardante la crisi ucraina potrebbe provocare dei cambiamenti nella sicurezza energetica europea, che punta tradizionalmente a diversificare le importazioni gasiere nell’Ue grazie ad una rete di nuovi gasdotti ma senza diversificare le stesse risorse gasiere».
A inizio marzo il ministro degli Esteri britannico, William Hague, aveva già minacciato Mosca e Gazprom: «Se nessuna soluzione venisse trovata, i Paesi europei col tempo formuleranno un nuovo approccio sui collegamenti energetici ed economici con la Russia». Ma la Gran Bretagna importa solo 953 miliardi di m3 di gas russo, lontanissima dai 34,02 miliardi di m3 della Germania e dai 17,08 miliardi di m3 dell’Italia.
In realtà a breve termine Gazprom non ha niente da temere dalle sanzioni europee. Come ricorda Fitch, l’Ue non può permettersi di ridurre rapidamente le importazioni di gas dalla Russia, e anche se Barack Obama dovesse cedere alle pressioni dei repubblicani e delle Big Oil per “invadere” con lo shale gas del fracking il mercato europeo, muovendo una guerra del gas a Mosca, Gazprom avrebbe tutto il tempo per riorganizzarsi e spostare il suo gas verso la Cina, l’India e il Giappone, dato che la multinazionale russa ha già progetti per incrementare molto il suo mercato asiatico.
Secondo Fitch, «lo sviluppo delle esportazioni del Gnl da parte dell’America (…) non rimpiazzerà mai il gas di Gazprom, la cui quota in Europa potrebbe in realtà ridursi fino al 16% entro il 2018».
