«La smetta di indagare sui diritti umani»
La Corea del nord risponde all’Onu minacciando un test nucleare
Pyongyan ha riavviato la vecchia e pericolosa centrale nucleare di Yongbyon?
[20 Novembre 2014]
Il governo della Repubblica popolare democratica di Corea (Rpdc) ha minacciato di realizzare un nuovo test atomico in risposta all’intenzione dell’Onu di indagare sulle violazioni dei diritti umani in Corea del Nord.
Già a febbraio la Commissione per i diritti dell’uomo dell’Onu aveva presentato un rapporto di 372 pagine dal quale emergevano atti di sterminio di massa della popolazione e la fame nel Paese della dinastia nazional-comunista dei Kim.
Il relatore della Commissione, Marzuki Darusman, dichiarò che l’Onu aveva abbastanza prove per poter dimostrare che il leader coreano Kim Jong Un è il principale responsabile delle violazioni dei diritti umani nel suo Paese. Quindi il 18 novembre l’Onu ha adottato una risoluzione che chiedeva che la leadership nordcoreana fosse portata davanti alla Corte di giustizia internazionale per i crimini contro l’umanità commessi nella Rpdc.
Oggi il ministro degli esteri nordcoreano ha accusato l’amministrazione statunitense «di aver ispirato la recente risoluzione dell’Onu» e Pyongyang afferma che «Le prove raccolte nel rapporto sono state fabbricate dai traditori» e sono una «calunnia contro Pyongyang». Secondo il regime nazi-comunista, l’approvazione della risoluzione Onu si tratta di «Una grave provocazione politica degli Usa» che «Costituisce un’aggressione che spinge il Paese a procedere ad un nuovo esperimento nucleare». La Rdpc ha aggiunto che la sua deterrenza militare «sarà potenziata senza limiti contro gli Stati Uniti».
Ormai siamo al comportamento maniaco-compulsivo: quando il regime nordcoreano ha qualche problema con il resto del mondo spinge sul pulsante rosso e lancia una raffica di missili oppure fa un test atomico.
La minaccia di test nucleari però questa volta potrebbe non essere un bluff di un regime sempre più impenetrabile e nel quale è probabilmente ancora in corso una sanguinosa resa dei conti: l’US-Korea Institute ha pubblicato nuove prove che dimostrerebbero he Pyongyang avrebbe riavviato un impianto in grado di riprocessare il combustibile nucleare in plutonio per uso militare. Le immagini satellitari pubblicate su 38 North mostrano attività in un laboratorio di radiochimica della vetusta e pericolosissima centrale nucleare di Yongbyon. Le immagini mostrano una torre di raffreddamento che emette vapore, i veicoli che vanno e vengono, e mucchi di “materiale grigio ” accatastati al di fuori di una struttura che si pensa sia l’edificio dove viene prodotto il carburante nucleare.
La Corea del nord si è proclamata potenza nucleare nel 2005 e poi ha condotto test nucleari sotterranei nel 2006, nel 2009 e nel 2013 (su un paio i russi hanno espresso seri dubbi che si trattasse davvero di bombe atomiche) che hanno provocato forti preoccupazioni in Corea del sud ed in Giappone e vive proteste da parte della comunità internazionale, tanto che il test del 2009 ha portato ad un raffreddamento dei rapporti tra la Rpdc e l’unico suo alleato: la Cina.
Un portavoce del Dipartimento di Stato ha risposto che «Sarebbe certamente un errore minacciare quel tipo di attività in risposta alla legittima attenzione sulla situazione dei diritti umani in Corea del Nord da parte della comunità internazionale».
Ma la Rpdc ha già respinto le accuse di violazioni dei diritti umani e di atrocità indicibili perpetrate dal regime e ad ottobre un funzionario di Pyongyang tenne una delle rare conferenze stampa dove negò l’esistenza di campi di prigionia e disse che si trattava solo di centri di detenzione.
In realtà le notizie che vengono dalla Corea del nord parlano di veri e propri lager di tipo nazista, lavoro schiavistico, esecuzioni sommarie, torture, fame e violenze diffuse. Ma difficilmente la Corea del nord verrà portata di fronte alla Corte internazionale di giustizia, dato che la Russia e la Cina, che hanno votato contro la risoluzione, fanno parte del Consiglio.