Guerra, disastro economico e Covid-19: lo Yemen è sull’orlo del baratro e della carestia
Più di 20 milioni di persone a rischio fame, ma la guerra continua su 40 fronti
[24 Settembre 2020]
Il World food programme (Wfp) dell’Onu ha lanciato un nuovo drammatico allarme sulla situazione nello Yemen: «E’ sull’orlo del collasso, tra conflitti e crisi economica. Il Paese è ormai a un punto di rottura, poiché il conflitto e le difficoltà economiche portano il Paese sull’orlo della carestia.
Questa situazione rischia di invertire i progressi compiuti dall’azione umanitaria negli ultimi anni».
il direttore esecutivo del Wfp, David Beasley, ha ricordato che «Quella dello Yemen è una crisi provocata dall’uomo e c’è una soluzione creata dall’uomo: più finanziamenti, accesso umanitario e, in definitiva, pace, per porre rimedio a questo scenario di disastro. Nel 2018 abbiamo tirato fuori lo Yemen dal baratro. Possiamo farlo di nuovo, se abbiamo i fondi e l’accesso».
Ma, nonostante le promesse di tregua fatte dagli invasori sauditi e dai loro alleati sunniti e gli accordi scritti sulla sabbia on gli houthi sciiti che governano la capitale Sana’a e il nord del Paese, nello Yemen la situazione peggiorata risetto al 2018. Negli ultimi 6 mesi, le famiglie nelle aree controllate dal governo di Sana’a hanno ricevuto aiuti alimentari solo ogni due mesi.
Il valore del riyal, la moneta yemenita, ha raggiunto i livelli più bassi mai visti e le riserve di valuta estera sono quasi esaurite, il che significa che le importazioni di cibo vitali diventeranno presto impossibili. Il prezzo del cibo è salito alle stelle: il 140% in più rispetto ai livelli prebellici, con alimenti di base come l’olio vegetale e i legumi che sono aumentati di quasi il 50% solo negli ultimi 8 mesi. Quindi, un numero sempre più alto di persone non è in grado di permettersi una dieta adeguata. 30 milioni di yemeniti non sono in grado di mettere il cibo sulle loro tavole. Intere aree del Paese sono molto difficili da raggiungere poiché le linee del fronte si spostano e le organizzazioni umanitarie lottano per raggiungere i più bisognosi.
In totale, nello Yemen più di 20 milioni di persone soffrono di insicurezza alimentare, 13 milioni delle quali necessitano dell’assistenza alimentare del WFP per soddisfare i loro bisogni quotidiani. «Altri 3 milioni di persone rischiano di vedere la loro situazione alimentare peggiorare mentre il nuovo coronavirus sta espandendosi nello Yemen senza controllo», avverte l’agenzia Onu. Secondo un recentissimo rapporto dall’Organizzazione mondiale della sanità, lo Yemen ha 2.030 casi confermati di Covid-19, con 587 decessi.
In questo contesto di pandemia globale, la guerra per la quale l’ONU aveva chiesto un immediato cessate il fuoco si è invece intensificata, con più di 40 fronti di combattimento in corso, facend diventare lo Yemen «uno degli ambienti operativi più complessi al mondo e le sfide che deve affrontare minano la risposta umanitaria». Ogni giorno i camion che trasportano gli aiuti del Wfp vengono bloccati da ritardi burocratici e l’agenzia Onu denuncia che «Non una sola persona è stata ancora registrata biometricamente per gli aiuti alimentari nelle zone sotto l’autorità delle autorità con sede a Sana’a».
Il Wfp quindi si sforza di utilizzare al meglio le sue risorse limitate e di evitare blocchi totali negli aiuti, ma la vita di milioni di persone è resa sempre più difficile da un conflitto insensato e settario nel quale due Paesi ricchissimi – Arabia saudita ed Emirati Arabi Uniti – non sono riusciti a sconfiggere le milizie di un Paese poverissimo. Il risultato è stato che, secondo i dati del Wfp, «In soli tre mesi, il numero di persone con un consumo alimentare insufficiente in queste aree è aumentato dal 28 al 43%», Circa 2 milioni di bambini necessitano di supporto nutrizionale, di questi 360.000 rischiano di morire se non ricevono cure..
Intanto, un conflitto politico sulle importazioni di carburante nel porto di Hodeidah ha provocato una grave carenza di carburante che a sua volta ha avuto un impatto sulla consegna di cibo e aiuti umanitari agli ospedali e sugli impianti di trattamento delle acque. Per peggiorare ulteriormente la situazione, l’aeroporto di Sana’a è stato chiuso dopo i ripetuti bombardamenti sauditi e questo ha bloccato gli operatori umanitari all’interno e all’esterno dello Yemen.
Per quanto riguarda i finanziamenti, quest’anno il Wfp ha richiesto 2,5 miliardi di dollari ai donatori per le sue operazioni di sicurezza alimentare, ma ha a disposizione circa la metà di questa cifra, compreso un recente contributo di 138 milioni di dollari del Regno dell’Arabia saudita che però non andranno certo ai soccorsi per la popolazione del nord ribelle.
Ma il Wfp evidenzia che «Il fabbisogno urgente di finanziamenti per i prossimi sei mesi ammonta a più di 500 milioni di dollari, di cui 150 milioni solo per il periodo fino alla fine dell’anno. In caso contrario, si prevedono ulteriori tagli agli aiuti alimentari nell’ultimo trimestre se non verranno ricevuti fondi aggiuntivi».
Laurent Bukera, direttore nazionale del Wfp per lo Yemen, conclude: «I bisogni nello Yemen sono più grandi che mai a causa di un cocktail velenoso di conflitti, crisi economica e coronavirus. Ma il sostegno alle attività umanitarie nel Paese sta crollando. Per eseguire le sue operazioni nel Paese, il Wfp richiede in media 200 milioni di dollari al mese. Sono stati effettuati tagli all’assistenza alimentare poiché l’operazione ha ricevuto appena la metà di ciò di cui aveva bisogno nel 2020. Stiamo facendo tutto il possibile con il supporto che abbiamo ricevuto. Ma non è abbastanza. Non possiamo stare a guardare mentre la gente scivola nella catastrofe. Chiediamo sostegno finanziario e sforzi politici per garantire un accesso sicuro e senza ostacoli per le organizzazioni umanitarie in tutto il Paese».