Guerra Israele Iran, l’Onu chiede calma e moderazione sotto i missili e i droni
Le guerre – anche quelle mondiali – iniziano così: con ragioni irriducibili e torti imperdonabili.
[15 Aprile 2024]
Dopo l’annunciato attacco dell’Iran a Israele come risposta al bombardamento da parte di Israele dell’ambasciata iraniana in Siria , il segretario generale dell’Onu António Guterres ha di condannando fermamente «L’attacco su larga scala lanciato contro Israele dall’Iran» e ha aggiunto: «Chiedo la cessazione immediata di queste ostilità. Sono profondamente allarmato per il pericolo reale di una devastante escalation a livello regionale. Esorto tutte le parti a esercitare la massima moderazione per evitare qualsiasi azione che possa portare a grandi scontri militari su più fronti in Medio Oriente. Ho ripetutamente sottolineato che né la regione né il mondo può permettersi un’altra guerra«.
Anche il presidente dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, Dennis Francis di Tinidad e Tobago, ha espresso «Profonda preoccupazione per l’evolversi della situazione in Medio Oriente, che comporta il lancio da parte dell’Iran di droni e missili contro Israele», ma ha usato toni diversi da Guterres verso l’Iran quando ha sottolineato che «L’Iran ha spiegato la sua azione nel contesto dell’articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite, in seguito al recente attacco israeliano all’ambasciata iraniana a Damasco. La risposta iraniana aggrava la già tesa e delicata situazione di pace e sicurezza in Medio Oriente. invito tutte le parti a esercitare la massima moderazione per evitare un’ulteriore escalation della tensione nella regione. Questo è un momento che richiede un giudizio saggio e prudente, in cui i rischi e i rischi estesi sono considerati con molta attenzione. Mi aspetto che le autorità iraniane manterranno la parola data e che con la loro azione odierna la questione potrà considerarsi conclusa. Il dialogo e la diplomazia sono l’unico modo per risolvere le differenze. Un circolo vizioso di attacco e contrattacco non porterà da nessuna parte, ma inevitabilmente, a più morte, sofferenza e miseria».
Poi Guterres, su richiesta di Israele, ha convocato una riunione di emergenza del Consiglio di sicurezza dell’Onu ed ha ribadito che «E’ fondamentale evitare qualsiasi azione che possa portare a grandi scontri militari su più fronti in Medio Oriente… Ora è il momento della massima calma».
Nella lettera di richiesta di convocazione del Consiglio di sicurezza, Israele ha descritto «Un attacco diretto lanciato dall’Iran… di oltre 200 unmanned aerial vehicle (UAV, droni, ndr) missili da crociera e missili balistici contro Israele in chiara violazione del diritto internazionale». E in un’altra lettera Guterres ha confermato che «L’Iran ha dichiarato di aver effettuato una serie di attacchi militari contro obiettivi militari israeliani nell’esercizio del diritto intrinseco dell’Iran all’autodifesa, come delineato… nella Carta delle Nazioni Unite , e in risposta al…suo attacco armato del 1° aprile 2024 contro le sedi diplomatiche iraniane».
In realtà, anche se l’Iran canta vittoria e dice di aver distrutto una base dell’intelligence militare israeliana e diversi aerei in un aeroporto militare, i danni causati dal massiccio attacco sarebbero pochi e i missili e i droni partiti dal territorio iraniano, dal libano, dalla Siria, dall’Iraq e dallo Yemen sarebbero stati quasi tutti intercettati e abbattuti, anche con l’aiuto della contraerea di stati vicini come la Giordania e l’Arabia Saudita.
Il portavoce delle Israel Defense Forces (IDF). Daniel Hagari ha affermato che «il 99% degli oltre 300 droni e missili kamikaze lanciati dal territorio iraniano sono stati intercettati con successo. Tutti gli UAV e i missili da crociera sono stati abbattuti, mentre alcuni missili balistici hanno attraversato le difese israeliane. Quei missili sono caduti sulla base aerea di Nevatim e hanno causato solo lievi danni alle infrastrutture. I droni lanciati dai militanti sostenuti dall’Iran in Iraq e Yemen non sono riusciti a raggiungere il territorio israeliano». L’unica vittima è stata una ferita da scheggia ad una bambina israeliana beduina di 10 anni che è stata colpita mentre dormiva nella sua casa nel sud di Israele».
Guterres ha confermato che delle installazioni militari israeliane sarebbero state colpite e ha detto che «Nel complesso, alcuni civili sono rimasti feriti». Poi ha ricordato «La responsabilità condivisa della comunità internazionale di coinvolgere tutte le parti per prevenire un’ulteriore escalation. esiste una responsabilità simile nel garantire un cessate il fuoco umanitario immediato a Gaza, il rilascio immediato e incondizionato di tutti gli ostaggi e la consegna senza ostacoli di aiuti umanitari. aiuto. C’è un’ulteriore responsabilità condivisa nel fermare la violenza nella Cisgiordania occupata, allentare la situazione lungo la Linea Blu e ristabilire una navigazione sicura nel Mar Rosso. Abbiamo la responsabilità condivisa di lavorare per la pace. La pace e la sicurezza a livello regionale – e in effetti globale – vengono minate di ora in ora. Né la regione né il mondo possono permettersi ulteriori guerre».
Ma l’ambasciatore israeliano all’Onu Gilad Erdan non ha certo gettato acqua sul fuoco della guerra né si è assunto la responsabilità di aver colpito per primo e di fare da anni in tutto il medio Oriente quel che l’Iran ha fatto sabato notte e ha sottolineato che «Il mondo è stato testimone di un’escalation senza precedenti che è una chiara prova di ciò che può accadere quando gli avvertimenti vengono ignorati… [Israele] non gridava al lupo; stava cercando di risvegliare il mondo sui pericoli posti dall’Iran e dai suoi delegati. Israele ha suonato il campanello d’allarme».
Erdan ha poi mostrato un video di quello che ha definito un attacco al Monte del Tempio e ha chiesto al Consiglio di Sicurezza: «Cosa avete fatto per proteggere il mondo dall’Iran?». Ma proprio sui video fatti girare dal governo di estrema destra israeliano fioccano le polemiche, visto che in molti sui social fanno notare che almeno un attacco mostrato fa riferimento a un lancio di un missile avvenuto una decina di anni fa.
Comunque, per Erdan «Le azioni dell’Iran sono state chiare da tempo: armare, finanziare e addestrare i suoi sostenitori del terrorismo in tutto il mondo. Ma la maschera della negazione è stata rimossa: l’Iran aveva attaccato Israele dal suo stesso territorio; e Israele è circondato dagli agenti dell’Iran e viene attaccato su tutti i fronti. La maschera è caduta e quindi anche l’autocompiacimento del mondo deve cadere».
Respingendo di fatto l’appello di Guterres alla moderazione e alla calma, l’ambasciatore israeliano ha concluso: «L’unica opzione è condannare l’Iran… e assicurarsi che sappia che il mondo non resterà più inattivo. Questo attacco ha oltrepassato ogni linea rossa e Israele si riserva il diritto di reagire». E si teme che lo faccia invadendo nuovamente il sud del libano per eliminare la mkinaccia di Hazbollah alleata dell’Iran, oppure bombardando gli impianti nucleari iraniani o con un nuovo – l’ennesimo – attacco contro il teritorio siriano o contro le milizie filo-iraniane irakene e yemenite.
l’ambasciatore all’Onu della Repubblica islamica dell’Iran, Amir Saed Iravan, ha ribattuto che «Le affermazioni false e infondate di Israele non meritano nessuna vera risposta», ma ha ha ribadito «La posizione coerente dell’Iran secondo cui non cerca un’escalation o una guerra nella regione. L’operazione dell’Iran è stata interamente finalizzata all’esercizio del diritto intrinseco dell’Iran all’autodifesa. L’azione conclusa era necessaria e proporzionata. Si è trattato di un intervento preciso, mirato solo a obiettivi militari e portato avanti con attenzione per ridurre al minimo il potenziale di escalation e prevenire danni ai civili. Tuttavia, è deplorevole, ha affermato, che oggi alcuni membri del Consiglio, tra cui Stati Uniti, Regno Unito e Francia, abbiano scelto di chiudere un occhio sulla realtà e trascurare le cause profonde che contribuiscono alla situazione attuale. Con un comportamento ipocrita, questi tre Paesi hanno falsamente incolpato e accusato l’Iran senza considerare i loro fallimenti nel mantenere gli impegni internazionali per la pace e la sicurezza nella regione» e ha denunciato «Bugie e disinformazione utilizzate per screditare il diritto dell’Iran all’autodifesa. Inoltre, l’inazione del Consiglio di fronte ai crimini di guerra israeliani contro il popolo palestinese non ha fatto altro che incoraggiare questo regime a continuare le sue violazioni senza controllo. Gli Stati Uniti e i loro alleati hanno bloccato il Consiglio di Sicurezza su Gaza per oltre sei mesi, proteggendo Israele dalle responsabilità. Mentre mette in guardia contro eventuali ulteriori provocazioni militari da parte del regime israeliano, la Repubblica islamica dell’Iran riafferma la sua incrollabile determinazione a difendere il suo popolo, la sicurezza gli interessi nazionali. Non esiteremo a esercitare questo diritto quando richiesto».
Il vice ambasciatore statunitense Robert Wood ha condannato fermamente «L’attacco senza precedenti allo Stato di Israele da parte della Repubblica islamica dell’Iran e dei suoi militanti e partner. l’intento dell’Iran era quello di causare danni significativi e morte in Israele. Le azioni sconsiderate dell’Iran non solo hanno rappresentato una minaccia per le popolazioni di Israele, ma anche per altri Stati membri delle Nazioni Unite nella regione, tra cui Giordania e Iraq. Il Consiglio di Sicurezza ha l’obbligo di non lasciare senza risposta le azioni dell’Iran. In effetti, per troppo tempo l’Iran ha palesemente violato i suoi obblighi legali internazionali, in particolare attraverso le azioni del Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica o IRGC. L’Iran è stato, in senso lato, anche complice dell’attentato del 7 ottobre perché ha fornito finanziamenti e addestramento significativi all’ala militare di Hamas. Nei prossimi giorni, e in consultazione con gli altri Stati membri, gli Stati Uniti esploreranno ulteriori misure per ritenere l’Iran responsabile qui alle Nazioni Unite. In caso di ulteriori azioni contro Israele, l’Iran sarà ritenuto responsabile. Gli Stati Uniti non cercano un’escalation. Le nostre azioni sono state di natura puramente difensiva».
Ma l’ambasciatore siriano Koussay Aldahhak – un Paese che ha una porzione del suo territorio – il Golano – ormai annessa di fatto da decenni da Israele e truppe statunitensi sul suo territorio e della Turchia (Nato) a gestire una guerra mai dichiarata da Washington – ha risposto che «Quello a cui ha assistito sabato il Medio Oriente è stato il risultato naturale e inevitabile di ripetute aggressioni e gravi violazioni del diritto internazionale e della Carta delle Nazioni Unite perpetrate [dalle autorità di occupazione israeliane] in Siria e in altri Paesi della regione. Queste violazioni sono state commesse nella regione con il sostegno cieco e illimitato degli Stati Uniti e hanno erroneamente portato le autorità di occupazione israeliane a credere di essere al di sopra delle Nazioni Unite, al di sopra del diritto internazionale e al di sopra delle risoluzioni delle Nazioni Unite… per decenni. … senza risposta e senza conseguenze. La delegazione siriana aveva messo in guardia le Nazioni Unite da tali attività e aveva invitato l’Organizzazione a porre fine ai crimini di Israele. Ma in tutti i casi, alcuni Paesi hanno continuato a proteggere Israele dalle sue responsabilità. Purtroppo, le azioni di questi Paesi non sono una novità. La Siria ritiene l’amministrazione statunitense e Israele responsabili di eventuali ulteriori attacchi ed escalation nella regione. Devono riconsiderare le loro politiche distruttive nella nostra regione e contro i nostri popoli; devono rettificare le loro attività nella regione. La nostra regione ha sofferto abbastanza, Chiediamo la fine dell’ipocrisia e dei doppi standard. Inoltre, la comunità internazionale deve porre fine all’occupazione israeliana e intraprendere azioni immediate per porre fine alla morte per fame intenzionale” del popolo di Gaza, garantire il pieno accesso umanitario alla Striscia e porre fine all’esistenza illegittima delle forze militari statunitensi nel mio Paese».
Se l’attacco iraniano sembra aver provocato pochi danni questo non vuol dire che non sia stato un preoccupante avvertimento per Israele che ha pagato a caro prezzo la sua sicurezza, Come ha detto a Ynet News il generale di brigata israeliano Reem Aminoach. ex consigliere finanziario del capo di stato maggiore delle IDF «Gli intercettori, il carburante e gli altri materiali spesi per abbattere i veicoli aerei senza pilota (UAV) e i missili iraniani costano dai 4 ai 5 miliardi di shekel», da 1,06 a 1,33 miliardi di dollari. E questa stima include solo i costi diretti di Israele, senza contare il considerevole armamento utilizzato dagli Stati Uniti e da altri alleati per aiutarlo a difendersi dall’attacco. Gerusalemme ovest ha utilizzato munizioni come i missili intercettori Arrow e David’s Sling, che hanno costi unitari rispettivamente di circa 3,5 milioni di dollari e 1 milione di dollari». Aminoach ha incluso anche le spese di sortita per gli aerei da combattimento che hanno svolto la maggior parte del lavoro di abbattimento dei droni iraniani».
Il generale ha fatto notare che «L’attacco è costato all’Iran meno del 10% di quanto è costato a noi difenderci. In futuro – tra un anno, due o cinque anni – potranno effettuare 50 attacchi di questo tipo. E diciamo che se il budget netto dell’IDF nel 2023 fosse di 60 miliardi di shekel, con meno del doppio, non ci sarebbe alcuna possibilità di raggiungere una situazione in cui possiamo mantenere gli importi richiesti».
E, facendo un bilancio dell’operazione, l’agenzia ufficiale iraniana Pars Today batte proprio su questo tasto dolente per Israele: «L’Iran con la sua operazione di droni e missili (denominata la Vera Promessa) contro il regime sionista anche se non ha utilizzato tutta la sua capacità militare ma ha mostrato allo stesso tempo e per un’altra volta la sua potenza missilistica. Alcune caratteristiche di questa operazione anti sionista che è stata una risposta all’aggressione di questo regime contro il consolato dell’ambasciata iraniana in Siria. La prima: il nome del codice dell’operazione iraniana “Ya Rasulullah” porta un messaggio importante, e cioè che la Repubblica Islamica ieri sera ha preso di mira il regime sionista per conto di tutte le nazioni islamiche del mondo. La 2a: l’Iran ha effettuato attacchi su larga scala sia dal proprio territorio che al di là delle aspettative del nemico sionista. La 3a: di fronte all’operazione dell’Iran e dell’asse della resistenza, Israele e gli Stati Uniti tutto quello che hanno potuto fare è stata quella di non subire meno danni. La 4a: l’operazione dell’Iran ha dimostrato che una delle più importanti stime militari e strategiche sull’Iran è vera. La 5a: l’operazione iraniana ha dimostrato ancora una volta la potenza missilistica dell’Iran e la sua risolutezza. La 6a: l’Iran ha effettuato una delle più grandi operazioni avanzate di droni e missili al mondo. La 7a: l’operazione dell’Iran ha messo in luce la debolezza della potenza militare e tecnologica di Israele. La 8a: la regione dell’Asia occidentale è divisa in due parti prima e dopo l’operazione dell’Iran».
Ed è per questo che, ignorando l’appello alla moderazione e alla calma di Guterres, il presidente di Israele Isaac Herzog ha detto a Sky News che «L’attacco iraniano a Israele è stata una dichiarazione di guerra» e poi, contro ogni evidenza, ha aggiunto che «Israele non ha cercato la guerra sin dalla sua creazione nel 1948 e cerca solo la pace, con l’Iran che sta seminando caos, terrore e instabilità in tutto il mondo, specialmente nella regione in cui si trova. La scorsa notte siamo stati attaccati da quattro angoli del Medio Oriente con agenti [dell’Iran] che ci sparavano addosso, lanciando razzi e missili balistici, droni e missili da crociera. Dovremmo guardare con lucidità al fenomeno chiamato Teheran e Iran. Ora è tempo che il mondo si confronti con questo impero malvagio e chiarisca che il suo comportamento è inaccettabile. Il lancio di oltre 300 droni e missili verso Israele è solo un altro esempio di come opera da anni. Sfortunatamente, tutto è iniziato il 7 ottobre, quando un’altra entità “per procura” dell’Iran, Hamas, ha perpetrato un massacro incredibilmente brutale contro i cittadini israeliani, e il resto è storia. Lo sappiamo».
Il presidente dell’Iran, Ebrahim Raisi, ha risposto indirettamente che «L’esercito del Paese persiano ha scritto una nuova pagina nella sua storia dando una lezione al nemico sionista, attaccando i suoi obiettivi militari nei territori occupati della Palestina. l’operazione True Promise, lanciata contro Israele, è stata effettuata in legittima difesa dell’Iran in risposta al mortale bombardamento israeliano del Consolato della Repubblica Islamica a Damasco il 1° aprile. Negli ultimi sei mesi, e soprattutto negli ultimi dieci giorni, il nostro governo ha fatto ricorso a tutti gli strumenti e le organizzazioni regionali e internazionali per attirare l’attenzione della comunità internazionale sull’inerzia del Consiglio di Sicurezza degli Stati Uniti. Nazioni di fronte alle continue violazioni degli standard internazionali da parte di Tel Aviv. In assenza della dovuta reazione e del rifiuto unanime dopo l’attacco israeliano contro una missione diplomatica straniera, l’Iran ha agito in difesa dell’integrità, della sovranità e degli interessi nazionali, contribuendo alla promozione della stabilità nella regione prendendo di mira le basi militari nel territorio ebraico paese, ha detto Raisi. Israele è una minaccia alla pace e alla sicurezza regionale, anche in considerazione della sua campagna di genocidio palestinese e dell’impunità con cui continua con il sostegno degli Stati Uniti e di altri paesi occidentali. Qualsiasi nuovo atto di aggressione israeliana contro la nazione persiana comporterà una risposta più dura, decisa e violenta da parte di Teheran. Esorto la comunità internazionale a smettere di sostenere l’oppressivo regime sionista, che attinge a questo sostegno per intensificare gli attacchi e farsi beffe di tutte le norme del diritto internazionale».
Le guerre – anche quelle mondiali – iniziano così: con ragioni irriducibili e torti imperdonabili.