Grillo e la caccia alla volpe. Se il M5S si allea con i nazionalisti anti-ambientalisti inglesi
L’Ukip di Farage sogna il ritorno all’impero britannico, dove le persone di colore e gli ecologisti stanno al loro posto
[29 Maggio 2014]
L’United Kingdom Independence Party (Ukip) di Nigel Farage, il nuovo grande amico di Beppe Grillo, non può essere definito un partito di ultradestra come fanno oggi diversi giornali italiani scrivendo della sua probabile alleanza al Parlamento europeo con il Movimento 5 Stelle, ma è certamente un partito anti-ambientalista, anti-euro ed anti immigrazione. Infatti Farage, vincitore delle elezioni in Gran Bretagna, dove ha superato laburisti e conservatori ed inglobato i liberaldemocratici, ha rifiutato sdegnosamente l’alleanza con il Front National francese, che ritiene fascista, e con la Lega Nord che invece si è buttata tra le braccia della Lepen e della destra neofascista tra gli applausi dei suoi possibili alleati italiani (Forza Italia e Ncd), i quali fanno parte del Partito Popolare Europeo, quello cui presumibilmente spetterà il presidente della Commissione europea, ovvero, ciò che il gruppo della destra identitaria guidato dal FN francese e dai leghisti punta dichiaratamente ad abbattere.
Contraddizioni della politica italiana/padana, si dirà… ma in queste contraddizioni sta sprofondando mani e piedi anche Beppe Grillo, che si appresta ad una innaturale e sbilanciata alleanza con i nazionalisti inglesi, i quali hanno come loro simbolo la Sterlina. Questa alleanza tra un partito vincente (anche a livello amministrativo locale, a differenza del M5S) che fa del conservatorismo old british la sua cifra, e un movimento deluso per una mancata impossibile vittoria – che ha come immagine l’aggressiva spettacolarità di Grillo – sembra irragionevole anche per un’altra ragione, che in Europa conta molto più che in Italia: l’ambiente e la green economy.
Farage, cultore della caccia alla volpe, non nasconde la sua aperta avversione per il Green Party (l’altra sorpresa delle elezioni britanniche) e i laburisti, manifestando una dichiarata antipatia per le associazioni ambientaliste e l’ambientalismo in genere, con posizioni sull’energia e l’ambiente molto più simili a quelle dei repubblicani e del Tea Party americani che – nel bene e nel male – a quelle di Beppe Grillo della rivoluzione delle energie rinnovabili e delle stampanti tridimensionali, condite di allusioni a una generica decrescita e a un ancora più generico risparmio di risorse.
L’Ukip se potesse riaprirebbe tutte le miniere di carbone chiuse dalla defunta Margaret Thatcher, costruirebbe centrali nucleari dappertutto e abbatterebbe tutte le pale eoliche costruite in Gran Bretagna, ripristinerebbe lo smog a Londra e permetterebbe il fracking per estrarre il gas anche davanti al Big Ben. Grillo è sempre stato contro il nucleare e ha continuato a ripetere che questo modello energetico e dei trasporti è ormai superato.
E’ vero che negli ultimi tempi le tematiche ambientaliste nel M5S hanno lasciato il passo alla polemica populista sulla casta e contro l’euro e l’Europa (il tratto che l’accomuna all’UKip), ma il salto del movimento di Beppe grillo – che non smette di dichiararsi rivoluzionario – in un gruppo dichiaratamente iperconservatore come Europa della Libertà e della Democrazia, l’Efd dominato dall’Ukip,sarebbe la certificazione che la componente conservatrice, proveniente dall’elettorato berlusconiano e che vota M5S ha definitivamente prevalso su quella della sinistra incazzata, che vota Grillo individuando nel PD prima bersaniano e poi renziano la radice di tutti i mali. A quel punto, a paragone, il “democristiano” Renzi potrebbe sembrare non diciamo Lenin ma almeno Willy Brandt.
L’adesione all’Efd, con l’entrata in un gruppo parlamentare dichiaratamente di destra e liberista, segnerebbe per il M5S non solo la fine del comodo equivoco del né di destra né di sinistra, ma anche la capitolazione dai suoi programmi “ambientalisti”. Sarà difficile, anzi impossibile, coniugare il populismo antieuropeo con le proposte energetiche di Beppe Grillo, molto più vicine a quelle dei Verdi e dei socialdemocratici che a quelle dell’UKip, che ha regolarmente votato contro i pacchetti e le direttive su clima ed energia dell’Unione europea. Uno spostamento certificato dal fatto che il M5S entrerebbe nell’Efd in sostituzione della Lega Nord e dell’integralista cristiano convertito Magdi Allam, che ne hanno fatto parte nell’ultima legislazione europea.
Il Movimento 5 Stelle sembra ad un punto di non ritorno della sua politica: se Beppe Grillo o la rete sceglieranno l’alleanza con l’Ukip la svolta conservatrice sarà evidente e senza scuse, anche per chi ha creduto nella rivoluzione energetica ed economica proposta da Grillo, della quale non resterà altro che l’accordo con un attempato signore che sogna il ritorno all’impero britannico, dove le persone di colore e gli ambientalisti stanno al loro posto.