Abbiamo tutti bisogno di Aria…anche nella Valle del Mela
[5 Novembre 2013]
Nel corso degli ultimi vent’anni, la qualità dell’ aria è migliorata in modo significativo nell’Unione Europea e le piogge acide sono ormai quasi un ricordo.
Nonostante tali progressi, l’inquinamento atmosferico è ancora la prima causa ambientale di morte nell’UE, responsabile di un numero di decessi prematuri dieci volte superiore a quello degli incidenti stradali.
Nel 2010, l’aria inquinata ha causato oltre 400.000 decessi prematuri nell’UE, per non parlare di malattie e disturbi che vanno dall’asma ai sintomi respiratori e cardiovascolari.
A titolo di paragone, le vittime di incidenti stradali nello stesso anno sono state 35000.
La buona notizia è che si può fare molto di più per migliorare la situazione.
In questo Anno dell’Aria, la Commissione sta preparando un pacchetto di politiche per dare nuovo impulso alle misure dell’UE in materia di qualità dell’aria. La Settimana Verde ha fornito una piattaforma ideale per un’attenta riflessione su alcune politiche, offrendo al pubblico la possibilità di contribuire alloro sviluppo.
Il Commissario per l’Ambiente Janez Potocnik (Nella foto) ha creato le premesse per le attività della settimana confermando che la sua priorità politica per il 2013 è il riesame della politica della qualità dell’aria.
Il suo primo obiettivo è quello di garantire il pieno rispetto, entro il 2020 al più tardi, delle attuali politiche e della legislazione vigente in materia di qualità dell’aria, comprendenti sia gli impegni europei sia quelli internazionali.
Guardando al più lontano futuro, si propone di fissare nuovi obiettivi per migliorare la qualità dell’aria dopo il 2020. «L’unica visione credibile di lungo termine, a mio avviso, è l”‘impatto zero”, ovvero l’assenza di effetti negativi per la salute, di eutrofizzazione e di acidificazione», ha affermato Commissario per l’Ambiente Janez Potocnik.
Per raggiungere tale traguardo, si dovrebbero concordare obiettivi politici intermedi fino al 2025 o al 2030. Ciò comporterebbe l’imposizione di nuovi limiti nazionali di emissione per i principali inquinanti atmosferici, nonché l’adozione di misure comunitarie dirette a settori come la combustione su piccola scala, l’agricoltura e il trasporto via mare. I discorsi dei commissari per i Trasporti e per la Salute Siim Kallas e Tonio Borg in occasione della sessione di chiusura della Settimana Verde hanno sottolineato l’impegno globale della Commissione a favore di politiche di qualità dell’aria trasversali.
Il commissario Potocnik ha sottolineato le notevoli opportunità economiche che un nuovo quadro politico in materia d’aria può offrire alle imprese europee. Con l’inquinamento atmosferico urbano destinato a diventare la prima causa ambientale di mortalità prematura al mondo, la domanda di prodotti e processi a basse emissioni aumenterà drasticamente.
Questo punto è stato ripreso da Satu Hassi, Vicepresidente della Commissione Ambiente, sanità pubblica e sicurezza alimentare del Parlamento Europeo, che ha sottolineato che le industrie a tecnologia pulita rappresentano attualmente un settore più grande di quello forestale in Finlandia, il suo paese natio, e i loro mercati sono in crescita, sia in patria che all’estero.
L’ex ministro dell’Ambiente Satu Hassi ha lanciato due forti appelli. Ha esortato l’UE, che attualmente è in ritardo rispetto alle norme sul particolato dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e degli Stati Uniti, a essere più ambiziosa e a diventare un leader globale. Ha inoltre invitato gli esperti a essere più coinvolti nel dibattito sulla qualità dell’aria e a non cedere terreno agli interessi industriali.
Tom Verheye, capo unità per l’aria e le emissioni industriali presso la direzione generale (DG) Ambiente della Commissione Europea, ha esposto in modo chiaro l’attuale posizione della Commissione sul riesame della politica della qualità dell’aria. Ha osservato che, mentre la maggior parte delle misurazioni della qualità dell’aria prima del 2020 resteranno una responsabilità nazionale, 17 Stati membri devono affrontare azioni legali per non aver attuato i propri impegni comunitari. I costi aggiuntivi per una nuova politica dell’aria si aggirerebbero intorno a 4-5 miliardi di euro all’anno, con benefici netti stimati prudenzialmente ad almeno 41 miliardi di euro all’anno.
L’Agenzia Europea dell’Ambiente (AEA, con sede a Copenaghen, ha attentamente monitorato la qualità dell’aria nell’UE per molti anni. Il suo direttore esecutivo nominato di recente, Hans Bruyninckx, ha sottolineato che le emissioni dei principali inquinanti sono in calo, ma il particolato, l’ozono troposferico e il biossido di azoto rappresentano ancora minacce tangibili, causate principalmente da energia, trasporti, industria e agricoltura.
Ha confermato che l’AEA pubblicherà gli ultimi risultati in materia di inquinamento atmosferico dopo l’estate, redigendo per la prima volta una scheda per ciascuno dei 33 Stati membri. Evidenziando la necessità di collaborazione, creazione di capacità e scambio di conoscenze, ha sottolineato: “Il premio per una buona qualità dell’aria è niente di meno che la salute dei nostri cittadini».
Markus Amann, eminente scienziato dell’Istituto internazionale di analisi dei sistemi applicati, ha indicato altre conseguenze dell’inquinamento atmosferico. Sebbene alcune emissioni siano in diminuzione, il loro impatto sulla salute umana e sugli ecosistemi rimane considerevole. Amann ha avvertito che la speranza media di vita in Europa si è ridotta di circa cinque mesi a causa dell’inquinamento atmosferico e che i due terzi dei Siti Natura 2000 sono ancora minacciati da eccessivi depositi di azoto.
Restano comunque ampie opportunità per future riduzioni delle emissioni in cui i benefici marginali sono di gran lunga superiori ai costi. Amann ha identificato nel riscaldamento domestico e nell’agricoltura due settori per i quali saranno disponibili le misure più economiche e più efficienti in termini di costi.
Il tema della Settimana Verde di quest’anno è stato la Respirazione. Nel 2014 sarà l’Aspirazione, per garantire che le risorse limitate del pianeta siano utilizzate oculatamente, in modo da soddisfare le speranze e i fabbisogni delle generazioni future.
Entro vent’anni, altri tre milioni di persone entreranno a far parte delle classi medie della terra, aumentando la pressione sui beni di consumo e sulle materie prime, i loro ingredienti essenziali. Entro il 2050, la popolazione mondiale aumenterà di altri due miliardi. La sfida. come ha sottolineato il commissario Potocnik nel suo discorso di chiusura rivolto ai partecipanti, consiste nel «creare un modello economico che ci renderà orgogliosi del patrimonio che lasciamo alle generazioni future».
E su queste premesse abbiamo ascoltato il parere del Vice Coordinatore dei Verdi in Sicilia, Giuseppe Marano (vedi intervista in fondo), che dalla Valle del Mela e piu’ in generale dai Siti Siciliani piu’ colpiti dalle problematiche sopra dette (Priolo-Melilli, Gela-Niscemi e Termini Imerese e Porto Empedocle) lancia un allarme forte per l’intervento deciso da parte delle Autorità si Nazionali che Regionali.
Dove sono e come sono stati usati, ad esempio, i circa 775 milioni di euro dell’APQ (http://www.minambiente.it/sites/default/files/archivio/allegati/bonifiche/accordo_priolo_07_11_08.pdf) per il SIN di Priolo-Melilli ed il cofinanziamento regionale per circa altri 70 milioni di euro?
Pillole di Informazione.
- SIN (Siti di interesse nazionale) – sono aree del territorio nazionale definite in relazione alle caratteristiche del sito, alle quantità e pericolosità degli inquinanti presenti, all’impatto sull’ambiente circostante in termini di rischio sanitario ed ecologico e di pregiudizio per i beni culturali ed ambientali. I SIN sono individuati e perimetrati con Decreto del Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, d’intesa con le regioni interessate.
Differiscono dagli altri siti contaminati anche perché la loro procedura di bonifica è attribuita al Ministero dell’ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, che può avvalersi anche dell’ISPRA, delle ARPAT e dell’ISS ed altri soggetti.
- Stato di salute della popolazione residente nelle aree ad elevato rischio ambientale e nei siti di interesse nazionale della Sicilia Analisi della mortalità (aa 1995-2000) e dei ricoveri ospedalieri (aa 2001-2003).(Sommario) – Le aree industriali di Augusta-Priolo (Siracusa), Gela (Caltanissetta) e Milazzo (Messina) sono state dichiarate dalla legislazione nazionale e regionale “aree ad elevato rischio di crisi ambientale” e l’area di Biancavilla (Catania) è stata inclusa tra i “siti di interesse nazionale”. In questo studio viene valutato il quadro di mortalità (1995-2000) e di morbosità (2001-2003) della popolazione residente nelle quattro aree mediante il calcolo dei rapporti standardizzati indiretti (SMR= osservati/attesi per 100) rispetto alla popolazione residente nei comuni limitrofi scelti come riferimento. Nella tabella vengono riportate per le quattro aree, le cause di morte e di ricovero per le quali sono stati osservati SMR statisticamente significativi.
Augusta-Priolo – Nell’area di Augusta-Priolo si è osservato un eccesso di patologie tumorali sia negli uomini che nelle donne. L’analisi delle singole sedi tumorali ha mostrato, negli uomini, una maggiore occorrenza di tumore del colon retto, del polmone e della pleura. Tra le patologie non tumorali sono stati osservati, sia negli uomini che nelle donne, eccessi di ricoveri per malattie cardiovascolari e per malattie respiratorie; per le malattie respiratorie acute l’eccesso è evidente anche nella mortalità. Negli uomini, si è osservato inoltre un eccesso di ricoveri per le malattie del rene.
Biancavilla – Nell’area di Biancavilla si è osservata una maggiore occorrenza di tumori maligni della pleura, sia per la mortalità che per i ricoveri. Si è osservato inoltre un eccesso di malattie polmonari acute e croniche, e di malattie cardiovascolari, in particolare di malattie ischemiche nelle donne.
Gela – Nell’area di Gela si è osservato un eccesso di patologie tumorali sia negli uomini che nelle donne e sia per la mortalità che per la morbosità; in particolare si registra un aumento dei tumori dello stomaco, del colon retto, della laringe, dei bronchi e polmoni, della vescica e dei linfomi non-Hodgkin. Si è osservato un eccesso di ricoveri per le malattie cardiovascolari, per le malattie respiratorie e in particolare per le malattie respiratorie acute, per le malattie polmonari croniche, per l’asma bronchiale e per l’asma nei bambini. Si osservano inoltre, eccessi di ricoveri negli uomini per la pneumoconiosi e nelle donne per le malattie del rene.
Milazzo – A Milazzo è stato osservato negli uomini un aumento della mortalità per tumori della laringe e per le malattie cardiovascolari e nelle donne per le malattie respiratorie. Sono stati osservati inoltre, negli uomini eccessi di ricoveri per malattie cardiovascolari (in particolare per malattie ischemiche) e per malattie respiratorie acute; nelle donne si è registrato un eccesso di malattie respiratorie acute.
E’ verosimile che gli eccessi di mortalità e morbosità osservati nelle aree di Augusta-Priolo, Gela e Milazzo siano attribuibili ad esposizioni professionali ed ambientali legate ai numerosi impianti industriali ed al conseguente inquinamento delle matrici ambientali. Per l’area di Biancavilla viene confermata l’ipotesi dell’azione cancerogena delle fibre di fluoro-edenite, e viene formulata l’ipotesi di un’azione fibrogena responsabile dell’eccesso di malattie respiratorie, sospettata ma non ancora accertata. I risultati del presente studio vanno interpretati alla luce delle conoscenze già disponibili sul complesso delle aree di bonifica in Sicilia ed in Italia e saranno utili per il monitoraggio epidemiologico negli anni futuri. I dati sollecitano per la Sicilia un’adeguata caratterizzazione delle sorgenti pregresse ed attuali di contaminazione ambientale, nonché della concentrazione dei contaminanti nelle matrici ambientali rilevanti. E’ importante che in queste aree venga effettuata una sorveglianza epidemiologica continua con l’utilizzo delle fonti informative correnti. Si
raccomanda inoltre la progettazione di studi epidemiologici analitici relativi alle diverse patologie, così che possano essere approfonditi i possibili aspetti eziologici suggeriti dal presente studio.
- L’aria che respiriamo – Migliorare la qualità dell’aria in Europa – consultabile all’indirizzo:
https://drive.google.com/file/d/0B6f88OHB6zJISVprZ19SWElWdFE/