Dall’Ue nuove limiti all’arsenico negli alimenti per ridurre il rischio di cancro

L'arsenico inorganico, presente in natura ma legato anche all’industria fossile, può provocare il cancro della pelle, della vescica e dei polmoni

[6 Marzo 2023]

L’arsenico è un elemento chimico presente in natura a basse concentrazioni nelle rocce, nel suolo e nelle acque sotterranee: gli alimenti e l’acqua potabile sono le principali vie di esposizione umana a questo inquinante, in grado di aumentare il rischio cancerogeno.

Per questo la Commissione europea ha adottato nuove norme per ridurre la presenza di arsenico nei prodotti alimentari, considerando che le emissioni industriali dovute all’estrazione e alla combustione di combustibili fossili, come anche l’uso di fertilizzanti, preservanti del legno, insetticidi o erbicidi che contengono il contaminante, possono contribuire a livelli più elevati di arsenico nell’ambiente.

«Adottiamo nuove misure per ridurre ulteriormente il rischio di esposizione a un contaminante cancerogeno nella filiera alimentare. I cittadini vogliono sapere che gli alimenti che consumano sono sicuri e queste nuove norme sono un’ulteriore prova del fatto che le regole di sicurezza alimentare dell’Ue rimangono le più rigorose al mondo», commenta la commissaria per la Salute e la sicurezza alimentare, Stella Kyriakides.

La decisione, basata su una relazione scientifica dell’Efsa del 2021, è stata adottata dopo che gli Stati membri erano stati invitati a monitorare la presenza di arsenico negli alimenti; finora i tenori massimi di arsenico nei prodotti alimentari erano stati stabiliti nel 2015 sulla base di un parere dell’Efsa, secondo cui l’arsenico inorganico può provocare il cancro della pelle, della vescica e dei polmoni.

In particolare, la nuova misura riduce la concentrazione di arsenico inorganico consentita nel riso bianco e fissa nuovi limiti per l’arsenico in molti alimenti a base di riso, formule per lattanti, alimenti per la prima infanzia, succhi di frutta e nel sale.